Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 09 Giovedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "D’ALIMONTE, ROBERTO"


Ricerca fatta con "D’Alimonte"

[…] Le modifiche al sistema vigente (proposte D’Alimonte e modello ”Tatarellum”)
Rimanendo nell’ambito del sistema elettorale vigente, cioè un sistema proporzionale con premio di maggioranza, sono state avanzate dal professor Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore una serie di modifiche circoscritte, alcune delle quali certamente positive. Il ministro Vannino Chiti ha poi ipotizzato altre modifiche ispirate al ”Tatarellum”. Sia le une sia le altre non cambierebbero la natura dell’attuale bipolarismo. Esse infatti non eliminerebbero la tendenza a formare coalizioni le più ampie possibili, includenti le estreme, al fine di vincere le elezioni, anche se a scapito dell’omogeneità delle maggioranze e quindi della governabilità. […]Per quanto riguarda le modifiche proposte da D’Alimonte la più importante (effettivamente indispensabile) riguarda l’introduzione del premio di maggioranza nazionale anche al Senato, per evitare maggioranze molto risicate che mettano a repentaglio la governabilità (occorre infatti tenere presente che con il sistema vigente basato sui premi regionali, il centrodestra, pur vincendo le prossime elezioni con ampio margine, otterrebbe al massimo 162-166 seggi; con la gran parte dei senatori a vita contrari vi sarebbero enormi problemi di governabilità) […]. Sicuramente positiva è la proposta di D’Alimonte di ridurre la dimensione delle circoscrizioni al fine di avere liste con pochi candidati, più conoscibili dagli elettori, e anche la proposta di eliminare la possibilità di candidarsi in una molteplicità di circoscrizioni (misura opportuna, salvo forse che per il candidato premier) […]. Per approvare le modifiche più significative proposte da D’Alimonte, in particolare quella riguardante il premio nazionale al Senato, sarebbero sufficienti, in teoria, soltanto poche settimane. Decisamente improbabile […].
Peppino Calderisi, Il Foglio 9/3/2007

***
[…] Nella dichiarazione dell’onorevole Fabrizio Cicchitto riportata sul Corriere della Sera dell’11 marzo a pagina 10. […] L’onorevole Cicchitto conferma implicitamente la verità dei fatti, così come è stata esposta dal Presidente Ciampi, ma nega la incostituzionalità della norma sul premio nazionale «come testimoniano oggi il professore D’Alimonte e altri costituzionalisti» che non nomina.
Leopoldo Elia, Presidente emerito della Corte costituzionale, Corriere della Sera 20/3/2007

***
[…] Più cauti gli azzurri: «abbiamo ribadito che per noi la soluzione in assoluto migliore resta quella di piccoli aggiustamenti all’attuale legge, secondo lo schema del professor D’Alimonte. In subordine, ma solo in subordine, si può valutare il sistema tedesco», ha riassunto un partecipante di Fi.
Fabrizio Rondolino, La Stampa 21/7/2007

***
[…] Con la testa a questi argomenti per i tre leader la difesa del bipolarismo alla fine è restata un’enunciazione astratta: il «premio» di maggioranza, infatti, non è stato più considerato una pregiudiziale e un sistema proporzionale privato del «premio» non offre nessuna garanzia di bipolarismo. «E’ come tentare - parola del professor D’Alimonte - la quadratura del cerchio» […].
Augusto Minzolini, La Stampa 6/9/2007

***
[…]Roberto D’Alimonte sul Sole 24 Ore di qualche giorno fa ha provato a immaginare una forma di governo «più efficiente» incentrata sul Sindaco d’Italia (un Primo Ministro eletto direttamente dal popolo). Poi però concludeva dicendo che gli ingredienti del buon governo sono anche altri […].
Nicola Grigoletto, La Stampa 6/9/2007

***
Le «candidature plurime». Ad aggravare il quadro, la legge consente a chiunque di candidarsi dappertutto (o alla camera o al senato). Come si ricorderà, Berlusconi o Bertinotti, per fare due esempi, nel 2006 si sono candidati in tutte le circoscrizioni della camera. Va da sé che sono stati eletti dappertutto e, come plurieletti, hanno potuto decidere dopo il voto chi fossero gli eletti al loro posto. Alla camera il 40% dei deputati deve la sua poltrona solo all’opzione finale dei vari leader: 38 deputati ne hanno incoronati quasi 250. Numeri che non cambiano a palazzo Madama: 22 plurieletti hanno scelto più di 50 senatori. Non c’è differenza tra ex Unione ed ex Cdl: entrambi i poli hanno usato questo sistema per oltre 150 parlamentari ciascuno. Con questi numeri, non è esagerato dire come fa Roberto D’Alimonte in un suo saggio recente sulle elezioni 2006 («Proporzionale ma non solo», Il mulino 2007): «Siamo diventati l’unico paese occidentale con un parlamento direttamente nominato dai partiti, prima delle elezioni grazie al meccanismo delle liste bloccate e dopo le elezioni dalle scelte dei leader grazie alle candidature plurime».
Il Manifesto 10 febbraio 2008, Matteo Bartocci

***
[…] Roberto D’Alimonte: «Le grandi democrazie hanno bisogno per funzionare bene di grandi partiti. E’ così in Germania, Francia, Gran Bretagna, Spagna. Adesso lo è anche da noi. Il Pdl è il primo partito italiano e uno dei più grandi partiti di destra in Europa. Nelle elezioni del 2008 ha ottenuto alla Camera il 37,4% dei voti e 276 seggi. In Europa in tempi recenti solo il Partito popolare in Spagna nel 2008 (39,9%) e l’Ump di Sarkozy in Francia nel 2007 (39,5%) hanno fatto meglio» […].
Roberto D’Alimonte, Il Sole-24 Ore 28/3 - APERTURA FOGLIO DEI FOGLI 30 MARZO 2009

***
[…] D’Alimonte, politologo dell’Università di Firenze, ha firmato l’analisi del sondaggio choc della settimana, sulla prima pagina del ’Sole 24 Ore’. Titolo: "Il Pdl ’doppia’ il Pd tra gli operai" […].
Marco Damilano, L’Espresso, 14 maggio 2009

***
La Lega ha vinto le regionali […]. Solo tra qualche giorno si conosceranno con esattezza i flussi tra un partito e l’altro, ma secondo il politologo Roberto D’Alimonte, «ha vinto queste elezioni non chi ha conquistato nuovi elettori, ma chi è riuscito a tenersi i propri o a perderne meno degli altri». […] Secondo D’Alimonte, che insegna Sistemi politici italiani all’Università degli studi di Firenze, da queste elezioni emerge complessivamente un messaggio di forte malcontento nei confronti della politica […].
Marcello Foa, il Giornale 31/3/2010, pagina 1

***
Ma i riflettori nostrani, per lui [Roberto D’Alimonte], si sono accesi alla soglia dei 60 anni, con la proposta di modifica della legge elettorale che porta il suo nome. Proposta minimalista, si dice: nel senso che non stravolge il testo uscito dalla penna di Calderoli ma ne corregge cinque aspetti come il premio di maggioranza al Senato che diventa su base nazionale, e l’impossibilità di candidarsi in più collegi.
Lorenzo Salvia, ”Corriere della Sera” 7/1/2007

***
[…]Cominciano per "S" i rischi di Silvio Berlusconi. Senato e Sud. Sono questi i deterrenti alla scelta di andare alle urne che, infatti, non sembra più un’opzione unica. Come ha mostrato l’analisi di Roberto D’Alimonte (vedi il Sole-24Ore di ieri) non è affatto scontato che con nuove elezioni il premier riesca ad avere maggioranze solide e la prospettiva è addirittura improbabile al Senato […].
Lina Palmerini, Il Sole-24 Ore 7/8/2010