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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

LA PISTA DEL POLONIO NEL GIALLO DELLA SPIA INGLESE

Gareth Williams era un mago dei codici. E ci sapeva fare anche con computer e sigint, l’intelligence elettronica. Infatti, Gareth Williams lavorava con i servizi segreti di Sua Maestà. Quelli dello GCHQ, l’ufficio che si occupa di intercettazioni su scala globale, lo avevano «prestato» all’MI6. Per questo, quando il 23 agosto lo hanno trovato morto a Londra, il suo caso è diventato un intrigo, segnato da rivelazioni pilotate, menzogne, mezze verità.
E non poteva essere diverso viste le condizioni della «scena». Il cadavere di Williams, 31 anni, era chiuso senza vestiti all’interno di una grande sacca sportiva poi lasciata nella vasca da bagno. Nessun segno di effrazione a porte e finestre. Nell’appartamento, al 36 dell’elegante Alderney Street, avrebbero rinvenuto riviste pornografiche per omosessuali. E altre tracce che portavano «alla vita privata» dello 007 sarebbero emerse dalla rubrica del cellulare. Tutto, però, troppo semplice: forse si tratta di «indizi» messi apposta da qualcuno. Sempre che questi elementi esistano. La pista del sesso estremo o di una «questione tra gay» ha provocato la rabbiosa reazione della famiglia e una smentita della polizia. Un conoscente ha sostenuto che Gareth non aveva interesse né per gli uomini né per le donne: l’unica passione, oltre le gare in bici, era il lavoro.
Dopo quasi 15 giorni, Scotland Yard deve ancora capire quale sia la causa della morte. O forse gli sbirri la conoscono ma non vogliono rivelarla. Una fonte ha parlato di soffocamento e ha sostenuto che il corpo era immerso in un liquido per accelerarne la decomposizione. Teoria che contrasta con il primo rapporto dove si precisava che la vasca era vuota. Nel sangue nessuna traccia di alcol o droghe. Un’altra fonte non ha escluso che sia rimasto vittima del polonio, la sostanza radioattiva usata per uccidere il transfuga russo Alexander Litvinenko e quindi saranno effettuati test. Sempre i periti sono alla ricerca di eventuali residui di veleni, spesso usati dai servizi segreti dell’Est o da quelli mediorientali.
Il lavoro della scientifica si intreccia con il classico scarpinare degli investigatori. Che puntano su quattro punti. Primo. L’agente aveva segnalato di essere stato seguito. Secondo. Un uomo e una donna dall’aspetto mediterraneo sono stati visti entrare nel suo palazzo a giugno o luglio. Sono collegati a Williams? Terzo. Nei prossimi giorni dovrebbero interrogare un ex collega e amico di Gareth, trasferitosi negli Usa qualche settimana prima. È ritenuto un «testimone importante». Quarto. Non si trova lo speciale computer dello 007: custodiva dati riservati?
Sull’attività professionale dell’agente c’è molta attenzione anche a Washington, dove però gli osservatori escludono — con troppa fretta — eventuali collegamenti. Williams si recava spesso a Fort Meade (Maryland), base della Nsa, l’agenzia di spionaggio che capta ogni tipo di comunicazione in tutto il mondo. Raccontano che nel 2001, durante una visita ai colleghi statunitensi, gli abbiano fatto ascoltare una telefonata di Osama Bin Laden. Ancora. Williams, nel 2003,era stato a Menwith Hill (Yorkshire), un centro «sensibile» della Raf che ospitava all’epoca molti specialisti statunitensi. Una prova delle sue capacità confermata da un altro particolare: l’appartamento dove viveva a Londra era una «casa sicura» dell’MI6, sistemazione che non sarebbe concessa a tutti i dipendenti.
Quanto agli incarichi recenti, sembra che Williams stesse partecipando allo sviluppo di un nuovo apparato. Inoltre era impegnato in un’inchiesta sul crimine cibernetico. E viaggiava moltissimo. L’ultima missione in Bulgaria, quindi le «vacanze» negli States. Un’agenda — intensa — di contatti privati e professionali. Non tutti confessabili. Il segreto della sua morte è chiuso in questo scrigno.