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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

Baudelaire? «Malsano egoista» Wagner? «Falsario e ipnotista» LE ERBACCE DEL MALE. «Théo­phile Gautier nella sua prefa­zione alle famose Fleurs du mal dice che Baudelaire ban­diva quanto più possibile dal­la poesia l’eloquenza, la pas­sione e la verità riprodotta troppo esattamente [

Baudelaire? «Malsano egoista» Wagner? «Falsario e ipnotista» LE ERBACCE DEL MALE. «Théo­phile Gautier nella sua prefa­zione alle famose Fleurs du mal dice che Baudelaire ban­diva quanto più possibile dal­la poesia l’eloquenza, la pas­sione e la verità riprodotta troppo esattamente [...]. E Baudelaire non si è limitato a enunciare questo metodo, ma ne ha dato la dimostrazio­ne nei suoi versi, e più ancora nei suoi Petits poèmes en pro­se , il cui significato è un rebus che bisogna indovinare, e che nella maggior parte dei casi re­sta enigmatico. [...] i senti­menti che c’ispira il poeta so­no molto bassi e malsani. [...] La visione del mondo di Bau­delaire consiste nell’innalza­r­e a teoria un grossolano egoi­smo, e nel sostituire alla mora­le il concetto di bellezza, e di una bellezza assolutamen­te artificiosa e indefinita come un’ombra». CATTIVI MAESTRI. «Appoggiando­si a Nietzsche e a Wagner, gli artisti dell’epoca nuova sup­pongono che non sia necessario essere com­presi dalle masse volgari». FALSO VERLAINE. «Guazzabu­glio di metafore e di parole inesatte, messe insieme col pretesto di voler riprodurre uno stato d’animo [...] volgari manifestazioni di sentimenti cattolici e patriottici. [La sua] visione del mondo consiste in una fiacca dissolutezza, nel ri­conoscimento della sua impo­tenza morale e, come àncora di salvezza contro questa im­potenza, nella più rozza idola­tria cattolica». UN CASO CRITICO. «Il nostro Puškin scrive i suoi poemetti, l’ Evgenij Onegin , gli Zingari , i suoi racconti: tutte opere di vario pregio, ma indubbia­mente di vera arte. Ma ecco che poi, sotto l’influsso di una critica bugiarda che esalta Shakespeare, scrive il Boris Godunov , un’opera fredda e ragionata che i critici portano alle stelle e additano a model­lo ». NON ASCOLTARMI,NON TISENTO. «La miglior dimostrazione della nociva influenza della critica è data dal suo atteggia­mento verso Beethoven. Tra le innumerevoli opere di que­­sto, spesso composte in fretta e furia dietro commissione, ve ne sono alcune che,malgra­do l’artificiosità formale, pos­siedono un reale valore d’ar­te; ma poi diventa sordo, non può sentire e comincia a pro­porre opere ormai del tutto falsate, incompiute e per ciò stesso assurde e incomprensi­bili in senso musicale. [...] [La nona sinfonia] comunica for­se un elevato sentimento reli­gioso? E rispondo negativa­mente, perché la musica per se stessa non può comunica­re sentimenti siffatti. E poi mi chiedo ancora: se l’opera non appartiene alla categoria su­periore dell’arte religiosa, possiede almeno l’altra facol­tà propria della buona arte del nostro tempo, la facoltà di riunire in un solo sentimento tutti gli uomini? Appartiene forse all’arte universa­le cristiana? Ancora una volta devo ri­spondere negativa­mente, perché [...] non posso immagi­narmi [...] che una fol­la di persone normali sia in grado di com­prendere qualcosa in quella composizione ove - a parte alcuni bre­vi frammenti che affoga­n­o nel mare dell’inintelli­gibilità - tutto è prolisso, confuso e artificioso. Volen­te o nolente, devo quindi concludere che la nona sinfo­nia appartiene all’arte dete­riore ». CHI TROPPO VUOLE... «Wagner vuole emendare l’opera as­soggettando la musica alle esi­genze della poesia e fonden­dola in quest’ulti­ma. Tuttavia ogni arte ha un suo de­terminato campo; che non coincide ma è solo attiguo a quelli delle altre; perciò, se si pre­tende di riunire in un tutto unico an­che solo due arti, quella drammati­c­a e quella musica­le, ne deriva che le esigenze dell’una non consentiran­no di adempiere a quelle dell’altra. [...] [I Nibelunghi sono] un modello tipico delle più grossolane con­traffazioni della poesia e toccano i limiti del ri­dicolo [...] null’altra delle con­traffazioni a me note riunisce in sé con tanta maestria e vigo­re tutti i procedimenti per mezzo dei quali si falsifical’ar­te, e cioè: il prestito,l’imitazio­ne, la ricerca degli effetti e l’at­trattiva. [...] Si dice: voi non potete giudicare perché non avete visto le opere di Wagner a Bayreuth, nell’oscurità, con l’orchestra che non si vede, e con un’esecuzione portata al massimo della perfezione. Ma proprio questo dimostra che non si tratta di arte, ma di ipnotismo». VOLTIAMO PAGINA. «La lettura dei romanzi di Zola, di Bour­get, di Huysmans, di Kipling e di altri ancora, coi loro soggetti estremamente stuzzicanti, non mi ha commosso per un solo istante; ma mentre legge­vo mi rincresceva per quegli autori, così come accade di compatire un uomo che vi cre­de tanto ingen­ui da non accor­gervi nemmeno dei trucchi coi quali egli tenta d’imbrogliarvi. Sin dalle prime pagine si capi­sce con quale intenzione il li­bro è stato scritto, e tutti i parti­colari diventano superflui, e la lettura annoia».