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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

«Non c’è ideologia nei rifiuti editoriali del nostro Mulino» - Negli ultimi giorni, il Giornale ha rac­contato come il saggio L’alternativa li­berale

«Non c’è ideologia nei rifiuti editoriali del nostro Mulino» - Negli ultimi giorni, il Giornale ha rac­contato come il saggio L’alternativa li­berale. Malagodi e l’opposizione al cen­trosinistra sia stato «trascurato» dal­l’editore Il Mulino, fino a quando l’auto­re (docente alla Luiss e membro del co­mitato di redzione della rivista Ricerche di storia politica edita proprio dal Muli­no), non ricevendo risposta,l’ha propo­sto a Marsilio, che in pochi giorni ha ac­cettato di pubblicarlo. Rifiutato dal Mu­lino, con lettera di poche righe, anche Anatomia delle Brigate rosse. Le radici ideologiche del terrorismo rivoluziona­rio di Alessandro Orsini. Ora è nel catalo­go di Rubbettino e uscirà in molti Paesi europei oltre a Usa, Canada e Australia. Titoli «eccentrici» per il modello catto­progressita di ispirazione prodiana di casa oggi al Mulino? Il dibattito conti­nua. Oggi ospitiamo la replica di Ugo Berti Arnoaldi della Società Editrice il Mulino. Caro Direttore, ha scritto Tommy Cappellini sul Suo giornale che«fa un po’ paura»che al Muli­no aleggi ancora lo spirito della guerra fredda, che questa casa editrice facendosi guidare nelle sue scelte da pesanti pregiu­diziali ideologiche escluda opere che dan­no fastidio a sinistra. Nella fattispecie, si tratta di una monografia su Malagodi di Giovanni Orsina, ora in uscita per Marsi­lio, e di un saggio del sociologo Alessan­dro Orsini sulle Brigate Rosse, pubblicato da Rubbettino. Questa interpretazione, che i due autori intervistati dal Giornale avallano, è infon­data. Entrambi i saggi sono stati sottoposti a referee di carattere scientifico e le nostre decisioni sono state prese sulla base sia di quei giudizi sia delle concrete possibilità di pubblicazione nelle nostre collane. Con ciò non intendo dire che essi siano sta­ti «bocciati» dal punto di vista scientifico. Hanno ricevuto dei rilievi, evidentemen­te, ma il punto è un altro. Le nostre forze, relativamente alla pubblicazione di mo­nografie accademiche, non sono infinite. Per limitarsi alla storia, che è la materia di cui io mi occupo, si ragiona di forse una quindicina di titoli all’anno. Ciò significa che una parte importante di quanto viene proposto deve essere respinto. Capisco che sia una forte tentazione, per un autore che ha ricevuto una risposta negativa, immaginare di dar fastidio; e al­trettanto forte la tentazione di costruire su due casi un modello generale, il tramonto del Mulino liberale di Matteucci e l’alba di una nuova guerra fredda. Ma non sarebbe opportuno mettere alla prova questo mo­dello ve­rificandolo concretamente sul no­stro catalogo? Non è il Mulino che ha risco­p­erto le opere di Arthur Koestler, compre­sa quella Freccia nell’azzurro cui Giampie­ro Mughini ha dedicato una bella pagina sul Suo giornale il mese scorso? Non è «fa­rina del Mulino» l’opera di Tommaso Pif­f­er sugli Alleati e la Resistenza italiana usci­ta tre mesi fa, così poco simpatetica con la Resistenza?O i Tre giorni nella storia d’Ita­lia di Ernesto Galli della Loggia, in cui ab­biamo potuto leggere una penetrante ri­vendicazione del ruolo storico positivo ri­vestito da Berlusconi? Mi limito a citare li­bri che il Suo giornale ha recensito con grande evidenza. E non è sempre il Mulino che ha pubbli­cato e ripubblicato, in questo 2010, Augu­sto Del Noce e Carl Schmitt? Un saluto cordiale Ugo Berti Arnoaldi Società Editrice il Mulino Gen tile professore, nessuno ha dubbi sul glorioso catalogo del Mulino, né sulla qualità di molte pub­blicazioni anche recenti. Nei casi specifici, però, le modalità sorprendenti e irrituali dei rifiuti, il particolare argomento «revisio­nista » trattato dai due saggi e il successivo successo accademico delle pubblicazioni lasciano spazio a più di una perplessità, co­me abbiamo riferito ai nostri lettori. Spiace inoltre dover sottolineare che se l’attenzio­ne con cui vengono compilati i referee scien­tifici è pari a quella riservata alla lettura dei quotidiani, allora il glorioso catalogo di cui sopra rischia di diventare meno glo­rioso. La sua lettera infatti ci accredita, tra gli altri, un articolo - quello dell’ottimo Giampiero Mughini - mai uscito su questo quotidiano. Che confusione. Occhio alle fonti bibliografiche, professore. Con i miei più cordiali saluti, Alessandro Gnocchi