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 2010  settembre 09 Giovedì calendario

Metti lo zainetto e dimagrirai - Ne incontri una e pensi di aver visto male. Due, e ti sembra strano, tre e ti chiedi: che sarà mai? Persone di tutte le età, segni particolari ciccia, girano con un tubicino che esce dal naso, attraversa la guancia e si nasconde dietro l’orecchio

Metti lo zainetto e dimagrirai - Ne incontri una e pensi di aver visto male. Due, e ti sembra strano, tre e ti chiedi: che sarà mai? Persone di tutte le età, segni particolari ciccia, girano con un tubicino che esce dal naso, attraversa la guancia e si nasconde dietro l’orecchio. Niente di fantascientifico: è un modo per dimagrire e si chiama NEC (Nutrizione Enterale Chetogena), l’ha sperimentato Gianfranco Cappello, professore di Chirurgia generale alla Sapienza di Roma. Tutti i sabati vanno ad ascoltarlo al Policlinico a centinaia («è un circo, una seduta di analisi collettiva, un momento di grande energia», dice lui) prima di decidere se provare o no la NEC. Funziona così: dopo un breve corso, anche on line (60 euro), si applica un sondino nasogastrico collegato a una sacca che contiene una soluzione a base di proteine. Sostituirà colazione, pranzo e cena per 10 giorni. Niente cibo, solo acqua, camomilla, tè e caffé senza zucchero. Il corpo riceve i nutrienti grazie a una pompa che sta dentro uno zainetto (il tutto pesa un chilo e mezzo) e deve essere ricaricata ogni sera. Risultato? Anche «sette chili in sette giorni», come prometteva il film con Pozzetto e Verdone. Leggendo le testimonianze sul web, trovi un elenco pazzesco di record, accompagnati da virtuali gridolini di gioia. Sandra Scalia: «Ho perso 17 dei 20 che dovevo perdere, ho ritrovato me stessa! I fastidi sono minimi». Roberta Collura: «Otto chili e mezzo in dieci giorni!». Nicola Masci: "Ho fatto quattro cicli e sto benissimo, ho buttato giù una trentina di chili. Sapete la cosa bella? La gente non mi riconosce». Passaparola. Il risultato è dovuto alla chetogenesi, che si verifica quando il fisico è privato degli zuccheri. «Abbassando il glucosio nel sangue, costringiamo l’organismo a bruciare grassi, ottenendo una rapida perdita di peso», spiega Cappello, che ha seguito 20.877 casi, ha alleggerito l’Italia di 135 tonnellate. Non gli sfugge l’ironia della situazione: «Sono un chirurgo. Mi occupavo di obesi che dovevano dimagrire prima di un’operazione e, solo cinque anni fa, la figlia di una paziente mi ha suggerito di applicare questo metodo. La migliore pubblicità? Il tubicino nel naso. Incontri uno che conosci e dopo 10 giorni lo vedi più magro. Chiedi come ha fatto e lui ti manda qui. Ho avuto un paziente da Giulianova che mi ha portato tutto il paese, compreso il sindaco». C’è chi smette subito, inorridito, chi arriva a 5-6 cicli. C’è l’entusiasmo perché il metodo costa poco (i blogger fanno i conti: 167 euro per il sondino e l’impedenziometria, 30 per toglierlo, 68 per pappa, sacche e cerotti, 300 di cauzione, poi restituiti, per la macchinetta, più le vitamine, i protettori gastrici, i lassativi) ed elimina, giurano, anche la cellulite. C’è la voglia di raccontare ogni antipatico dettaglio, stitichezza compresa, e ci sono le polemiche. I contrari sono determinati («riprendi subito i chili perduti»), i favorevoli pure: hanno fondato su Facebook il gruppo «Tutti quelli che farebbero un monumento a Gianfranco Cappello». Lui, il monumento non lo vuole (ha già abbastanza da fare). Precisa che il suo metodo ha un difetto: non insegna a mangiare, perciò, quando i suoi obesi non lo sono più, se hanno bisogno di educazione alimentare devono rivolgersi ad altri. Al trainer motivazionale, come i pesi massimi del reality «Una famiglia a dieta»? All’ipnoterapeuta? Al dietologo, magari. E si torna al punto di partenza.