Luca Zanini, corriere.it, 08 settembre 2010, 8 settembre 2010
ROMA CHIEDE UNA NUOVA LEGGE MERLIN
Mercoledì, gli agenti del commissariato Esquilino hanno scoperto l’ennesima casa chiusa: una vera e propria alcova a luci rosse, che vantava centinaia di clienti e assicurava alle escort, specie alle due più esperte, guadagni per oltre 30 mila euro mensili a testa.
Le prostitute, tutte di nazionalità colombiana, si prostituivano a turno nell’appartamento. Pronte a tutto e dedite anche a giochi erotici di gruppo, le prestazioni potevano costare al cliente anche 400 euro.
All’interno, oltre ai numerosi clienti, i poliziotti hanno identificato due ragazze colombiane - che guadagnavano insieme anche 60 mila euro al mese) che si aggiravano per la casa seminude. Durante la perquisizione gli agenti hanno sequestrato diversi cellulari che le ragazze utilizzavano per contattare i clienti, un’agenda elettronica e un computer portatile usato per pubblicizzare la «casa del piacere» su internet con tanto di foto audaci.
C’erano anche oltre 2000 profilattici ed un rilevatore universale di banconote false con il quale venivano controllati i soldi prima di ogni prestazione. L’appartamento, ora sotto sequestro, era affittato da una donna colombiana che aveva arruolato due ragazze connazionali per esercitare l’attività. La donna, è indagata per sfruttamento e favoreggiamento della prostituzione.