Giovanni Stringa, Corriere della Sera 08/09/2010, 8 settembre 2010
COSA CAMBIERA’ IN FABBRICA DOPO IL NO DEGLI INDUSTRIALI
«Dobbiamo cambiare le relazioni sindacali», ha detto ieri il presidente di Federmeccanica Pierluigi Ceccardi dopo il recesso dal contratto nazionale del 2008, l’ultimo firmato anche dalla Fiom. Gli industriali guardano alla possibilità di derogare al contratto nazionale, a livello aziendale, in situazioni di crisi e con la promessa di nuovi investimenti
Buste paga leggere per i più giovani
1 Già con l’accordo del 2009, non firmato dalla Fiom, si è aperta la porta alla possibilità di deroghe al contratto nazionale. Modifiche a livello di singole aziende, con l’accordo dei sindacati, in caso di crisi e a condizione di futuri investimenti, ricorda Carlo Dell’Aringa, docente della Facoltà di Economia dell’Università Cattolica. E una delle deroghe potrebbe arrivare sull’argomento più delicato per molti lavoratori: la busta paga. Potrebbero per esempio essere previsti, per i giovani neoassunti, stipendi più bassi, per un certo periodo di tempo, di quelli normalmente stabiliti. In gergo si chiamano «livelli salariali d’ingresso». Serve però, naturalmente, l’accordo con i sindacati.
Orari di lavoro e turnazioni
2 Altro tasto sensibile nel rapporto tra lavoratori e aziende sono gli orari di lavoro: un capitolo toccato anche, con non poche rivoluzioni, dalla Fiat nell’ultimo accordo su Pomigliano. Che cosa potrebbe cambiare in futuro, se la possibilità di deroghe guadagnasse consensi e diventasse una prassi consolidata tra le aziende metalmeccaniche nei casi previsti? Potrebbe saltare il tetto massimo alle ore di straordinario, con nuovi limiti rivisti al rialzo. Anche l’organizzazione dei turni potrebbe essere rivista. L’obiettivo, secondo gli industriali, è quello di una maggiore utilizzazione degli impianti, e quindi una più alta redditività dei costi fissi. Ma, in generale, con la Fiom è muro contro muro.
Più spazio alla contrattazione locale
3 L’accordo interconfederale dell’aprile 2009 prevede un modello unico sia per il settore privato sia per il pubblico, e una durata triennale sia per la parte economica sia per quella normativa. Altro capitolo fondamentale riguarda il potenziamento del secondo livello di contrattazione, quello fatto in azienda o sul territorio, che godrà stabilmente di forti incentivi fiscali e contributivi varati dal governo. Prevista poi la nascita di un Comitato paritetico con il compito di riunirsi quattro volte l’anno per monitorare il rodaggio delle nuove regole.
Giovanni Stringa