FRAMMENTI, 8 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DEL BOCA ANGELO"
2010
[10 giugno 1940, discorso di Mussolini sull’entrata in guerra dell’Italia, un quindicenne Angelo Del Boca abitava] «in una grande casa alla periferia di Novara, vicino a un palazzo costruito da mio padre, che affittava gli appartamenti alle famiglie operaie. Ricordo che a ogni appuntamento importante un capo operaio critico con il regime apriva le finestre e accendeva la radio a tutto volume. Fu così anche quel pomeriggio. Ero iscritto alle magistrali Bellini, ero un avanguardista, al cinema vedevo i film con Amedeo Nazzari, con Luisa Ferida e Osvaldo Valenti. E in letteratura stavo facendo un salto fondamentale, dagli amati Salgari e Verne stavo passando agli americani: John Steinbeck e poi l’antologia Americana di Elio Vittorini, che venne pubblicata da Bompiani proprio quell’anno. Direi che la radio di un operaio comunista e l’antologia di Vittorini mi fecero fare il salto decisivo verso l’età adulta» (Angelo Del Boca).
Fonte: Dino Messina, Corriere della Sera 05/06/2010.
[Tra il 1868 e il 1869 il ministro degli Esteri Menabrea voleva trovare un luogo sperduto adatto “a deportare i meridionali”. Forte è la reazione di sdegno del governo inglese: alla fine l’idea cadde]. L’occupazione di una terra lontana, però, si diceva nel progetto del ministro, per fugare i dubbi delle potenze straniere, non mirava allo ”stabilimento di una colonia”; sarebbe stata temporanea. E cioè? ”Uno sterminio di massa” traduce Del Boca in “Maledetti Savoia”».
Fonte: Pino Aprile ”Terroni”, Piemme, Milano 2010; Libro in Gocce in scheda n. 217245.
[Guerra coloniale in Abissinia. Mussolini fece forti pressioni su Pio XI perché tacesse; della questione tratta il libro:] “Il Papa non deve parlare” di Lucia Ceci, con prefazione di Angelo Del Boca.
Fonte: Antonio Carioti, Corriere della Sera 02/04/2010.
2009
[Guerra coloniale italiana in Etiopia, il ras Immirù racconta a Angelo Del Boca l’attacco con armi chimiche da parte degli italiani in Etiopia:] «[…] 23 dicembre 1935 […]. Quel mattino però non lanciarono bombe ma strani fusti che si rompevano appena toccavano il suolo e proiettavano intorno un liquido incolore.[…], centinaia di miei uomini urlavano per il dolore, mentre i loro piedi, le loro mani, i loro visi si coprivano di vesciche. […] ero stordito, non sapevo come combattere questa pioggia che bruciava e uccideva».
Fonte: "Veleni di Stato" di Gianluca Di Feo, Rizzoli (Bur) 2009.
2008
[La Croce rossa in Italia continua a dipendere economicamente dal governo e ad ospitare al suo interno una sezione militare. I volontari civili sono in rivolta e scrivono una lettera a Napolitano. Tra gli altri firma anche Del Boca]: […] denunciano la negazione della sua indipendenza e che la Cri «venga integralmente e definitivamente separata dallo Stato italiano».
Fonte: Emanuele Giordana, Diario, 11 dicembre 2008.
[7 ottobre 2008, Tripoli, Cerimonia italo-libica: dopo l’accordo di Berlusconi del 30 agosto che chiude 40 anni di controversie, il Giorno dell’Odio antitaliano è ora il Giorno della Lealtà]. Non manca – quasi – nessuno di mezzo secolo di amicizie: [tra gli altri] Angelo Del Boca.
Fonte: Francesco Battistini, Corriere della Sera 8/10/2008, pagina 15.
2002
Quando Angelo Del Boca affermò che le truppe coloniali in Etiopia avevano fatto uso di gas asfissianti, Indro Montanelli replicò che la tesi, a suo avviso, era insostenibile. […] Ma si arrese e ammise l’errore quando Del Boca produsse documenti dello stato maggiore che rendevano la sua tesi inconfutabile.
Fonte: Sergio Romano, Corriere della Sera 29/01/2008; Pierluigi Battista La Stampa, 29/10/2002.
2007
[Pare si stia per raggiungere un’intesa tra i governi italiano e libico, un accordo sui “gesti riparatori” del colonialismo italiano. Gheddafi bambino in prima persona vide il padre ferito e lo zio e un amico morti per cause connesse all’occupazione]. Come ha ricordato nei suoi libri Angelo Del Boca, non vi è intervista a giornalista italiano durante la quale il colonnello non abbia rievocato quegli avvenimenti.
Fonte: Corriere della Sera 20/11/2007, pag.47 Sergio Romano.
[…] i morti libici per via dell’occupazione, […] a detta dell’esperto Angelo Del Boca, dovrebbero essere 100 mila.
Fonte: Sergio Romano, Corriere della Sera 31/10/2007.
2006
[Riccardo Chiaberge] è sposato con Alessandra Del Boca, economista, figlia di Angelo Del Boca.
Fonte: Giorgio Dell’Arti, Massimo Parrini, Catalogo dei Viventi - 5.062 italiani notevoli, Marsilio 2006.
Gheddafi è stato il primo dal mondo arabo a denunciare Bin Laden, lo spiega […] Angelo Del Boca.
Fonte: Corriere della Sera 07/03/2006, pag.9 Paolo Conti.
2004
[Sulle riparazioni dell’Italia alla Libia per l’occupazione coloniale, Del Boca:] «Berlusconi, riprendendo la vecchia offerta di Andreotti vuol chiudere il contenzioso coloniale donando ”un centro medico all’avanguardia” del costo stimato in 62 milioni di euro. Forse, dieci anni fa, questo dono sarebbe stato accolto con favore. Oggi non più. Oggi Gheddafi pretende un’autostrada. Per l’esattezza la costruzione di una litoranea dalla Tunisia al confine con l’Egitto, del costo 20 volte superiore a quello dell’ospedale offerto da Berlusconi. E’ lo scotto che si paga rimandando di decennio in decennio una soluzione». […]. Sull’accordo per fronteggiare gli sbarchi di clandestini ci sono alcuni punti oscuri. Del Boca:«Sta bene l’invio a Gheddafi di mezzi, di elicotteri, di aeroplani per sorvegliare le migliaia di chilometri di frontiere. Ma io ho qualche dubbio che la Libia, che vive un momento di ipernazionalismo sotto la guida di Gheddafi sia disposta ad accettare ”l’intrusione” di superpoliziotti italiani senza che questo venga interpretato come messa in discussione della sovranità del paese. Ma la questione più incredibile è quella dei centri di accoglienza in Libia. Il governo italiano alimenta questa possibilità nonostante il ministro libico che si occupa degli affari interni e dell’immigrazione, Nasser El-Mabruk, abbia finora risposto il contrario, dichiarando: ”Sono proprio contrario all’idea di centri di accoglienza come fossero delle riserve umane”».
Fonte: Tommaso Di Francesco, il manifesto 21/9/2004.