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 2010  settembre 08 Mercoledì calendario

SI PROFILA IL "MODELLO SIDERURGIA"


Nel flipper delle relazioni sindacali italiane nessuno sa dove andrà a fermarsi la pallina lanciata ieri da Federmeccanica. Al di là del polverone alzato dalla disdetta del contratto 2008, mossa peraltro telefonatissima, si apre uno spazio di circa 15 mesi prima dell’entrata in vigore del nuovo testo (con ogni probabilità 1 gennaio 2012) che sarà concordato fra le imprese e i sindacati che ci staranno. Un lasso temporale lungo e senza punti di riferimento forti, sia sulla sponda politica (maggioranza e opposizione appaiono in affanno), che su quella economica (la ripresa globale appare fragile).
Ecco perché gli osservatori si attendono non pochi colpi di scena in un confronto fra imprese e sindacati (molto divisi fra loro) che si gioca su un terreno accidentato e tutto sommato abbastanza nuovo per le stanche ritualità sindacali italiane.
Ma davvero dalla disdetta dell’unico contratto metalmeccanico firmato da Fiom nascerà un nuovo contratto per il solo settore auto plasmato sul cosiddetto “modello Pomigliano”? A giudicare dagli umori raccolti ieri presso le burocrazia sindacali e confindustriali la risposta è un ”ni”. Tranne Marchionne, l’amerikano, nessuno (neanche in Confindustria) vuole un contratto auto. Non ci pensano proprio Cisl e Uil ma anche la Cgil punta le sue carte sulla riduzione del numero dei contratti nazionali (ormai più di 400) lasciando la possibilità alle parti di concordare regole ad hoc per singoli settori o singoli stabilimenti. Ora bisognerà leggere in filigrana le decisioni che prenderà la Fiom nel comitato centrale di oggi con la sua ala riformista che, oltre ad una risposta di “lotta”, proporrà anche di lanciare un tavolo di trattative su un contratto nuovo.
Dal canto loro i dirigenti di Fim-Cisl e Uilm-Uil ieri si sono spesi per cancellare anche la sola impressione di un loro appiattimento su una Federmeccanica apertamente in guerra contro la Fiom-Cgil. «I lavoratori restano protetti dal contratto siglato nel 2009 - sottolinea Rocco Palombella segretario nazionale Uilm - Ma quello che mi preme sottolineare è che siamo contrari ad un contratto auto e che siamo anche contrari a modifiche o deroghe in mancanza di uno scambio». Tradotto: niente “modello Pomigliano” gratis, solo se Fiat o altre aziende si impegnano a fare investimenti e ad aumentare occupazione e salari si può discutere. Altrimenti no.
Fiat a Pomigliano - in cambio del ritorno in Italia della Panda e di aumenti di 3.200 euro lordi annui - ha previsto 18 turni settimanali (quindi lavoro notturno) e penalizzazioni in caso di assenteismo anomalo e di microscioperi durante gli straordinari.
Per moltiplicare il ”modello Pomigliano” non c’è che un sistema: prevedere delle deroghe concordate al contratto nazionale che entrerà in vigore nel 2012. Piatto forte di queste deroghe è il “modello siderurgia” già in vigore da anni. Come è noto le acciaierie sono aperte 24 ore al giorno e lavorano su 21 turni settimanali. Pertanto si fa molto straordinario che serve a raggiungere obiettivi produttivi concordati reparto per reparto. Nella siderurgia vige un meccanismo di “raffreddamento” delle relazioni sindacali che prevede una riunione di imprese e rappresentanti dei lavoratori ogni volta che sorge un contrasto. Se si proclama uno sciopero improvviso senza rispettare le procedure di raffreddamento scattano una serie di sanzioni pesantissime. In pratica il lavoratore che aderisce allo sciopero anche per poche ore non solo non viene pagato per la durata dello sciopero ma va a perdere l’intera quota mensile di salario integrativo che nella siderurgia vale circa 200 euro. Non solo. Il sindacato che indice lo sciopero senza discutere con l’azienda le ragioni dell’agitazione perde buona parte dei permessi sindacali di sua competenza e non riceve più i contributi degli iscritti tramite il prelievo in busta paga effettuato dall’azienda.
Al di là dei meccanismi di aumento della produttività, sullo sfondo della mossa di Federmeccanica si agita un’altra questione annosa: chi (e come) rappresenta i lavoratori? Marchionne si è pubblicamente lamentato di dover discutere in Italia con sette organizzazioni contro l’unico sindacato Usa. E anche il referendum di Pomigliano si è svolto senza che la Fiom lo considerasse legittimo. La questione è spinosa e va ad incidere su interessi concreti (poltrone, permessi, quote degli iscritti, etc. etc.). A meno che questa volta il sasso lanciato da Marchionne nella palude lasci qualche traccia. Non resta che aspettare i prossimi, caldissimi, 15 mesi di trattative.