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 2010  settembre 08 Mercoledì calendario

BATTERI SEMPRE PIU’ FORTI È PARTITA LA CACCIA AL SUPER ANTIBIOTICO- UPPSALA - È

l´invitato più importante del congresso, ma non ama farsi vedere. Ne parlano a Uppsala, in Svezia, duecento infettivologi che hanno visto le tracce del suo passaggio in India e Pakistan. Nel frattempo lui è arrivato anche in Europa muovendosi a passi felpati, senza far paura come l´Aids o destare il clamore della pandemia di influenza. Ma ha una caratteristica che rappresenta un punto di non ritorno: è un batterio capace di resistere a tutti gli antibiotici che abbiamo a disposizione.
«Da decenni non inventiamo nuovi antibiotici» spiega Otto Cars, infettivologo della locale università svedese e organizzatore della conferenza "The global need for effective antibiotics". «I batteri con il tempo imparano a difendersi dai farmaci vecchi. La conseguenza? Rischiamo di tornare indietro di cent´anni, all´epoca in cui Fleming non aveva ancora scoperto la penicillina, il 90% dei malati di polmonite non si salvava, le infezioni erano la prima causa di morte e non erano possibili i grandi interventi di chirurgia».
La notizia è stata pubblicata ad agosto dalla rivista medica The Lancet. In India e Pakistan sono stati scoperti un centinaio di pazienti infettati da batteri invincibili. Hanno un nuovo gene che produce l´enzima Ndm-1, capace di fare a pezzetti i farmaci che dovrebbero ucciderlo. «In realtà - precisa Cars - ci sarebbero due antibiotici in grado di fermarla. Ma uno è estremamente tossico per i reni, e l´altro non riuscirebbe mai ad arrestare grandi infezioni».
Ndm-1 non è un gene pericoloso in sé: finora in Europa ha causato una sola vittima a giugno, a Bruxelles. Ma se decidesse di diffondersi in altri batteri letali, non potremmo far nulla per fermarlo. «Molti pazienti europei e americani si rivolgono all´India per interventi di chirurgia estetica. Ndm-1 rischia di trasformarsi in un problema di salute pubblica mondiale» spiega Timothy Walsh, il ricercatore dell´università di Cardiff che ha scoperto l´enzima. «Ndm-1 è solo l´ultima sfida - aggiunge Guénael Rodier dell´Organizzazione mondiale della Sanità - Il problema è che quasi tutti gli antibiotici sono stati scoperti fra gli anni ´50 e ´70. Negli ultimi 40 anni abbiamo introdotto solo due nuove classi di farmaci. Ora la ricerca sembra ferma, mentre la resistenza dei microrganismi aumenta».
Il meccanismo è quello della selezione naturale. Un ciclo di antibiotici spazza via la maggior parte della colonia, ma lascia vivi i batteri resistenti, che si riproducono e danno vita a una nuova generazione "corazzata". Lo stesso Fleming, quando nel 1945 venne a Stoccolma a ritirare il Nobel, avvertì: «Non è difficile per i microbi imparare a resistere alla penicillina».
È quello che è accaduto in Asia con i batteri super-resistenti. Ma le accuse di Lancet al turismo medico hanno scatenato una guerra diplomatica con l´India. L´acronimo Ndm-1 coniato dalla rivista significa infatti "New Delhi metallo-beta-lactamase" e ha mandato su tutte le furie le autorità di un Paese che offre interventi chirurgici di ogni tipo a metà prezzo rispetto a Europa e Stati Uniti e prevede una crescita del 30% di questa industria nei prossimi 5 anni. «Contestiamo fermamente il nome dato all´enzima» ha dichiarato il ministro della Salute indiano, mentre un deputato nazionalista se la prendeva con il complotto delle multinazionali occidentali.
Mentre l´India litiga, Big Pharma latita. Scoprire, produrre e testare un nuovo farmaco costa in media dieci anni di studi e dieci milioni di dollari. Gli antibiotici sono la Cenerentola dell´industria farmaceutica: li si prende per una settimana e quando i batteri hanno sviluppato resistenza diventano inutili. Le nuove strade messe in cantiere, poi, hanno un sapore ancora troppo pionieristico, come quella di individuare nuovi principi dalla pelle delle rane o dal sistema nervoso degli insetti.
Ma se l´egoismo delle aziende private non aiuta, anche l´altruismo nasconde pericoli subdoli. Lo ha raccontato a Uppsala l´igienista pachistano Zulfiqar Bhutta. «A causa delle inondazioni nel mio Paese, le industrie e le Ong inviano antibiotici e migliaia di questi farmaci somministrati senza filtri a milioni di persone ammassate in situazioni igieniche precarie sono ingredienti perfetti per l´emergere di batteri invincibili». «Paragonare il fenomeno della resistenza agli antibiotici al riscaldamento climatico non è un´esagerazione» conclude Otto Cars. «In entrambi i casi, sappiamo benissimo qual è il rischio, ma nessuno fa nulla per intervenire».