lettera al Corriere della Sera 8/9/2010, 8 settembre 2010
Mai mi sarei aspettata di leggere su un tema così delicato come quello del precariato della scuola un’affermazione falsa come quella di Attilio Oliva, presidente dell’associazione TreeLLLE («I precari e il sistema dei prof mai valutati», Corriere del 7 settembre)
Mai mi sarei aspettata di leggere su un tema così delicato come quello del precariato della scuola un’affermazione falsa come quella di Attilio Oliva, presidente dell’associazione TreeLLLE («I precari e il sistema dei prof mai valutati», Corriere del 7 settembre). Scrive Oliva: «Chi sono i precari? Sono coloro che hanno effettuato supplenze con incarichi a tempo determinato, annuali o brevi, in possesso di un semplice titolo di studio, cioè senza aver superato un esame selettivo equivalente all’esame di Stato per l’esercizio di certe professioni». Ebbene, chi è presidente di un’associazione che si occupa del mondo dell’istruzione e della scuola dovrebbe sapere che esistono due tipi di precariato. Esiste il precario in possesso non solo di una laurea, ma anche di un’abilitazione nazionale (cioè con la «formazione iniziale specialistica necessaria») e, non raramente, anche in possesso di un dottorato di ricerca, come chi scrive. Migliaia di precari hanno conseguito l’abilitazione all’insegnamento sia mediante il concorso nazionale del 1999-2000, ma più spesso a seguito della frequentazione della Ssis, che ha previsto una dura selezione iniziale, un biennio di frequenza a lezioni per un totale di oltre 30 esami, un tirocinio a scuola che si è concluso con la discussione di una tesi e di un esame finale. Sono professori altamente titolati (in possesso nella maggior parte dei casi di master e corsi di perfezionamento post-laurea) che a causa di questa riforma (ma in realtà, lo sappiamo bene che si tratta essenzialmente di tagli) è rimasta fuori dalla scuola nonostante abbia investito anni ed anni della sua vita proprio per ottenere quei titoli che gli consentono a pieno titolo di poter insegnare. Poi esiste un altro precariato, che è quello di cui parla il dottor Oliva, in possesso della sola laurea e senza alcuna specializzazione. Ivana Denuzzo ivanade@virgilio.it