Varie, 8 settembre 2010
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Robinson Jill
• Nottingham (Gran Bretagna) 1958 (~). Veterinaria • «[…] creatrice della AAF-Animals Asia Foundation, organizzazione nata nel ’98 e celebre soprattutto per l’attività di riscatto e riabilitazione degli orsi torturati nelle aberranti fattorie della bile in Cina e Vietnam […] Ne sanno qualcosa i ministri di Pechino che la Robinson riuscì a trascinare nelle fattorie della bile, per verificare di persona come i moon-bear (orsi bruni dal candido collare a mezzaluna) catturati in natura con le tagliole, spesso mutilati di zampe e unghie da svegli per conservarne, secondo la superstizione, i poteri curativi, giacciano immobili in gabbie grandi quanto bare anche per 20 anni. Coperti di piaghe, con un catetere infilato nella cistifellea donde viene munta la bile, da cui si ricava fondamentalmente uno shampoo. Nata a Nottingham dove lavorava come veterinaria e trasferita nel 1985 a Hong Kong con il marito […] la prima volta che Jill mette piede in una farm è il ’93. Attiva fin dall’arrivo in Asia in sostegno dei diritti animali, vi s’intrufola al seguito di una spedizione di commercianti. Dopo aver deviato per il sotterraneo dove i plantigradi sono reclusi rimane sconvolta, e senza riflettere sfiora una grossa zampa che pende dalle sbarre. Anziché farle male, l’orso risponde al suo tocco con gentilezza e in quell’istante lei giura: “Vi tirerò fuori di qui”. Due anni dopo torna, mantiene la parola e non si ferma più. Ma rivoluzionare l’arcaica mentalità di interi popoli non è uno scherzo. Grazie alle concessioni governative, in Cina esistono ancora 68 luoghi del genere, con 7.000 orsi imprigionati. Jill ha pattuito di ricomprarne 500, più 200 in Vietnam […] Non tutti sopravvivono all’intervento per rimuovere il catetere, agli orrori subiti. Impossibile tornare alla vita selvatica; i superstiti sono protetti nel santuario di Chengdou, base operativa di Animals Asia e centro di raccolta fondi: l’impresa è assai costosa, fondamentali gli aiuti. S’impone pure di rifondere i proprietari delle farm, cui talvolta la Robinson è giunta a offrire impiego nel recupero degli animali. […]» (Margherita D’Amico, “Corriere della Sera” 29/7/2006).