Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 07 Martedì calendario

TRIESTE, FRONTIERA DEL TIFO FINTO «METTEREMO GLI EFFETTI SONORI»

Adesso il problema potrebbero essere i doppioni. Perché qualche tifoso ha telefonato al quotidiano Il Piccolo di Trieste e si è lamentato: «Andiamo sempre allo stadio e adesso siamo anche raffigurati nel telone che copre la gradinata. Questa cosa non ci piace...». Almeno così siamo sicuri: quelli stampati sull’ enorme telone che copre il settore inferiore della gradinata Colaussi dello stadio Rocco sono veri tifosi della Triestina, mica patacche. «Contro la Juventus nel 2007 avevamo fatto il pienone - racconta Stefano Fantinel - e la gigantografia ritrae la gradinata di quel giorno. Una vera rarità». Già. Perché il problema di partenza è semplice: «Lo stadio è troppo grande, tiene trentamila spettatori e resta sempre semivuoto: un mese fa eravamo in C, adesso siamo stati ripescati ma le presenze medie sono settemila a partita». Il punto d’ arrivo invece non è quello visto ieri: «Certo, non è finita qui - dice Fantinel - vogliamo raddoppiare il telone anche nel settore superiore della gradinata. Ma non è tutto: io vorrei mettere anche gli effetti sonori e di sicuro ci saranno ampi spazi occupati dalla pubblicità. La gradinata diventerà una vetrina anche per tutto quello che succede a Trieste: vedremo le vele della Barcolana, poi sarà il momento della stagione teatrale. Senza dimenticare i prodotti tipici del Carso». Ce n’ è abbastanza per distrarre anche i giocatori: «No, loro sono contenti - scherza Fantinel - perché il pubblico della gradinata era quello più critico mentre adesso non fa rumore. Tornando seri: io volevo ricreare un ambiente meno desolante per tutti, anche per chi gioca. È anche un fatto di decoro, di immagini televisive. Il nostro stadio in questo senso è un palcoscenico perfetto. E riempirlo di spettatori veri è impossibile, nonostante le iniziative non manchino. Alla prima di campionato contro l’ AlbinoLeffe c’ erano seimila spettatori che non sono pochi. Ma con quindici euro di spesa alla Coop il biglietto d’ ingresso costava solo un euro. Domenica contro il Pescara ce n’ erano meno: il prezzo è una discriminante decisiva e adesso c’ è anche il problema della tessera del tifoso, che è devastante perché ci ha svuotato la curva e nel complesso ci toglie fino al 25% di spettatori». Secondo la Lega di B però i dati delle prime tre giornate sono incoraggianti: negli stadi è andato il 10% e l’ 11% in più di pubblico rispetto alle ultime due stagioni. E l’ idea di Trieste, pur non rappresentando una soluzione per riportare negli stadi gli spettatori veri, non è da buttare. Anzi. «Quella di riempire un settore con ’ ’ finti spettatori’ ’ - sottolinea il presidente Andrea Abodi - è stata una soluzione esteticamente piacevole e molto originale. È stata una intuizione del presidente della Triestina Fantinel, ma noi stiamo lavorando perché gli stadi siano pieni di persone vere e proprie e di famiglie. È un processo lungo, perché dagli stadi c’ è stato un allontanamento visto che si tratta di impianti costruiti in altre epoche (anche se non è il caso del Rocco). Lo spettacolo per noi non è solo sul campo, ma anche sugli spalti e vorremmo sia il più possibile reale. Lo stadio reale è più importante di quello virtuale». Però quest’ ultimo promette di allargarsi. Anche perché la resa è buona, decisamente migliore rispetto allo stadio colorato di Leiria in Portogallo (Europeo 2004), dove i seggiolini di diverse tinte danno un bell’ effetto di riempimento, ma non rendono economicamente: «Risparmio centomila euro a stagione nella gestione della gradinata - spiega Fantinel - e spero di guadagnarne almeno altrettanti con la pubblicità». In realtà le entrate potrebbero essere ben maggiori: «Stiamo studiando altri esperimenti: quando giocheremo in notturna ci piacerebbe proiettare delle immagini pubblicitarie ben visibili, dal pubblico della tribuna e dalla tv. Del resto la GSport con cui collaboriamo (responsabile della cartellonistica in quasi tutti gli stadi italiani) ci ha spiegato che il nostro stadio, grande, ma senza pista d’ atletica, è l’ ideale» E il fattore ambientale, inteso come pioggia e soprattutto bora, il vento che flagella spesso Trieste? I giocatori possono stare tranquilli: con il telone back drop non si corre nessun pericolo. «È un prodotto fantastico - continua Fantinel - . È ignifugo, quindi non ci sono nemmeno problemi con eventuali fumogeni o fiamme di alcun tipo. E poi è dotato di una serie di piccoli fori che fanno passare l’ acqua e anche il vento. Per cui non c’ è nessun rischio nemmeno con pioggia e vento. Certo, costa abbastanza...». Fantinel, infastidito dalle polemiche e dalle ironie che si sono rincorse ieri a Trieste e non solo, incassa anche le critiche di Oliviero Toscani («Un’ idea da perdenti») e guarda con fiducia al futuro del suo «progetto pilota». Ma Nereo Rocco, a cui lo stadio triestino è intitolato, cosa direbbe di fronte alle sagome fotografate dei tifosi in tribuna? «Credo che sarebbe contento - abbozza il presidente della Triestina - perché così lo stadio è più bello e la Triestina ci guadagna sotto ogni punto di vista: da persona concreta avrebbe apprezzato la nostra iniziativa». Chissà. Magari il Paròn da lassù scuote la testa e borbotta una delle sue fulminanti frasi in dialetto. Senza effetti sonori, però. Come nel suo stadio. Almeno per adesso.
Paolo Tomaselli