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 2010  settembre 08 Mercoledì calendario

BARNEY, ELOGIO DELL’EROE SCORRETTO


«In Italia sono una specie di star», disse Mordecai Richler a suo figlio Noah.

E Richler, il padre di Barney, Barney lui stesso, l’essenza di Barney, diventò l’eroe culturale raccontato nel libro di Christian Rocca, Sulle strade di Barney, che Bompiani sta mandando in libreria, proprio alla vigilia della presentazione a Venezia del film (liberamente) tratto dal romanzo di cui Barney, impegnato nella casa di produzione «Totally Unnecessary Productions», è indiscusso protagonista.

«Quando Giuliano Ferrara conobbe Richler in una libreria romana di Trastevere gli disse che, in fondo anche il "Foglio" era un Totally Unnecessary Newspaper.

Del senatore McCarthy scriveva: «Era un alcolizzato senza principi. Un vero pagliaccio, ma col senno di poi ritengo lo si debba considerare il critico cinematografico più perspicace e lungimirante di sempre».

Gli piaceva la battutaccia sessualmente salace, anche questa scorrettissima, al limite di un crimine culturale. Racconta Rocca: «A un cameriere gay che gli si era avvicinato due o tre volte per fargli spegnere il sigaro, Richler rispose: "Senta, mi lasci fumare. A me non interessa che cosa si mette in bocca lei"». A una conferenza organizzata in suo onore, una relatrice si dilungò in una filippica noiosissima e interminabile e quando Richler prese la parola, disse, lasciando di sasso gli ospiti sgomenti: «Madame, una lingua come la sua farebbe meglio a occuparsi di fellatio». Imperdonabile. Come imperdonabili erano gli scherzi che il giovane Richler imbastiva assieme a Philip Roth (che stava scrivendo allora Il lamento di Portnoy) nelle cene importanti: facevano a gara su chi avesse detto più oscenità dell’altro. I commensali erano molto imbarazzati, ma nessuno ebbe l’ardire di interrompere i volgarissimi duelli.