Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 08 Mercoledì calendario

3096": L’AUTOBIOGRAFIA DI NATASHA KAMPUSH

in 288 pagine Segregata per 8 anni veniva picchiata fino a 200 volte a settimana.
Costretta a fare in continuazione le pulizie di casa seminuda, obbligata a dormire ammanettata a Wolfgang Proklopuil, il suo aguzzino.
Natasha fu catturata 2 marzo 1998 nella città di Donaustadt, a soli dieci anni, sulla strada di scuola a Strasshof e riuscì a fuggire il 23 agosto 2006. Proklopuil, 44 anni, si suicidò poco prima dell’arrivo della polizia.
Nel libro Natasha racconta i particolari della prigionia e le fissazioni dell’uomo che voleva essere chiamato "Maestro", "Mio signore" e che la costringeva a inginocchiarsi davanti a lui: "Sei la mia schiava", le diceva.
Priklopil, ex ingegnere della Siemens, aveva detto a Natasha che i suoi parenti si erano rifiutati di pagare il riscatto: "Sono felici di liberarsi di te", le ripeteva.
"Non si trattava di sesso, voleva semplicemente qualcosa da coccolare", scrive la ragazza. La Kampush ricorda anche quando Priklopil le faceva la doccia nuda nella vasca: "Mi lavava come un’automobile". Nell’autobiografia, Natasha racconta di essere stata costretta a radersi i capelli e di aver tentato più volte il suicidio.
Fu costretta da Priklopil a scegliersi un altro nome – Bibiana.
Natascha, 22 anni, viveva anche nel terrore di essere abbandonata e di morire dimenticata nella cella: uno spazio di 3x4 metri alto 1,6, sigillato con una porta blindata.