Stefano Ciavatta, Il Riformista 7/9/2010, 7 settembre 2010
FALSI D’AUTORE
Intervista a “17K”, sabotatore per passione dell’enciclopedia informatica più consultata al mondo. «I moderatori sono severissimi, il Revisionismo è un processo molto lento. Ma in tre anni puoi scrivere la tua verità». E le fonti allora? «Sono il vero limite, si possono fabbricare articoli giornalistici ex novo. Wiki non è affidabile e Google è lo specchio di Internet: passa solo il valore medio delle cose».
«Cos’è la storia dopo tutto? La storia sono fatti che finiscono col diventare leggenda; le leggende sono bugie che finiscono col diventare storia. E la storia la decide chi la scrive. Perché faccio l’attivista su Wikipedia? Perché è divertente. Come barare a carte. Non lo fai per necessità, non vinci nulla. In compenso riesci a piegare l’opinione della più grande enciclopedia del mondo, e farla bere a chi sta più sopra di te. Wikipedia ha dei moderatori molto rigidi e severi. Per costruirti una credibilità ai loro occhi ci metti molto tempo. Cerchi di farteli amici, anche perché non è che li incontri al bar, sei connesso virtualmente, ti scambi qualche mail. La strategia è appoggiarli nelle dure discussioni sui singoli punti delle voci controverse di Wikipedia. Le occasioni non mancano di certo. A quel punto guadagni un po’ di margine per operare sulle cose che ti interessano davvero. Ti sorvegliano meno. Quando riesci a rovesciare tutto, hai vinto».
Giorni fa in una voce della Wikipedia inglese è stato velato il finale di un celebre giallo di Agata Christie, Trappola per topi. Ma i topi su Wikipedia sono molti di più degli otto personaggi della commedia poliziesca. Ci volle un filologo come Lorenzo Valla per dimostrare che la donazione di Costantino era un falso medievale, ricordano sui forum di discussione di Wikipedia: «Ma il mondo con il web va più veloce». Si fa presto a tirare su storie false e a demolirle. A giugno Ségolène Royal è rimasta affascinata dalla storia di Léon-Robert de L’Astran, per Wikipedia un naturalista del Settecento. La sua vita e le opere sembravano perfette per commemorare la giornata nazionale contro lo schiavismo. Invece era tutto falso. Piccoli esempi di come sulla democratica enciclopedia agiscano molti sabotatori della storia umana.
“17K” è uno di questi, e racconta al Riformista come si fa a ingannare una delle fonti del sapere del web. «Iniziamo dai numeri. Wikipedia ha un grosso numero di iscritti. In Inghilterra ci sono tredici 13 milioni di utenti registrati, tra questi 2mila amministratori e 3mila revisori. Ma si può intervenire anche senza essere registrati. Nel giro di tre giorni una tua revisione è moderata. Se è verosimile resta due settimane finché qualche pignolo interviene. Cambi la temperatura piano piano senza cambiare la pressione. E in tre anni hai scritto la tua verità».
Per esempio?
Si può cambiare la storia di Harry Potter fregando la Rowling e settanta milioni di lettori. Harry potter il mezzo sangue, il penultimo libro ha già 8mila modifiche sul suo wiki. Ho studiato attentamente tutto quello che sta scritto in rete, e fatto l’esegesi come con la Bibbia, delle interviste della Rowling, usandole e rimontandole. Per me Harry Potter non è l’eletto. La Rowling ci ha preso in giro. L’eletto è lo sfigato Paciok. Sto costruendo la sua rivincita. Ho riscritto alcuni punti chiave del libro, e ho mandato in giro in rete la storia modificata. Poi ho spinto la cosa sui forum e su Wikipedia, dove opero costantemente. Cito una frase della Rowling che mi dà perfino ragione! Mancano sei mesi dal nuovo film e devo sbrigarmi. Chissà di non riuscire a far morire Harry Potter.
Quali sono i wiki più controversi e gli ambiti meno sorvegliati?
Michael Jackson ha 26mila revisioni, il global warming 28mila, Sarah Palin 27mila e sappiamo che è stata beccata per questo in campagna elettorale. G. W. Bush ne ha 44mila. Qualcuno ha seriamente ipotizzato che fosse discendente di tedeschi e quindi nazista. Ci sono discussioni enormi sulle pagine di Gesù, la Striscia di Gaza, su Adolf Hitler. La pagina della Chiesa cattolica ha tante revisioni come quella di Barack Obama, riscritta ventimila volte. Maometto, il Barcellona ed Elvis Presley hanno gli stessi numeri: come fai a notare discrepanze nel numero degli interventi e a metterti in allarme? Le aziende costruiscono pagine quasi agiografiche. La Coca Cola sembra che distilli sangue dei santi. McDonald’s fa ovunque attività sociale. Troppi i messaggi contingenti, e magari comprati. L’ambito scientifico non è attendibile: tutto viene scritto senza controllo e tutto viene censurato a scanso di equivoci. Le riviste di settore hanno i loro sistemi interni per far circolare gli articoli. Quindi c’è campo libero su Wikipedia. Di attivisti ce ne sono una marea, ma su Internet passa il valore medio delle cose. Wikipedia ha una reputazione massima su Google. Però, per sua furbizia, Google sull’argomento X non va mai a tirare fuori roba fresca da Wikipedia, sta attento alle voci controverse e delicate. Stanno lì a controllare tutto il giorno.
La Storia?
Il revisionismo è un processo lento. Ci sono ambiti dove invece è richiesta rapidità di esecuzione come la finanza. Sulla chat room di Yahoo Finanza è stato postato un articolo di Bloomberg fabbricato ex novo, dedicato alla società PairGain. Le azioni sono subito salite. Ricordi le bombe di Oklahoma City nel 1995? Qualcuno ha messo in giro dei finti spot di America Online (Aol) dove vendevano magliette che inneggiavano alle bombe. Su Wikipedia la Sony ha modificato l’articolo di Halo 3, il videogioco che però gira su Xbox. Sony ha aggiunto che «comunque sia, Halo 3 non sarà migliore di Halo 2». Lo sappiamo perché l’indirizzo IP appartiene alla Sony. Sempre in campo dell’entertainment, un dirigente della Electronic Arts ha cercato di rimuovere dal wiki un membro storico della società che aveva poi dato problemi.
Quindi Wikipedia non è autorevole?
Le principali fonti di sapere internettiano sono tre: Google, Dmoz e Wikipedia. Google si basa sulle ultime due, che non sono autorevoli. Il sistema è fallato se vogliamo cercare una verità. Io opero dentro queste tre scatole, mi sento a metà tra un archeologo, un truffatore e un santone. Spesso aggiungo cose che nemmeno vorrei, in posti dove non potrei, con contenuti che non dovrei. Le bugie non sono fini a se stesse, sono un comportamento strategico, e me le passano. Tramo su Wikipedia, modificando sottigliezze per insinuare posizioni, aggiungendo con attenzione dicerie per trasformarle pian piano in verità, con modifiche successive. Costruisco anche finte fonti da citare, riarrangiando ed estrapolando parole altrui, pubblicandole da qualche parte. E alla fine, una volta sedimentate, nessuno più le tocca, assurgendole a verità. Non sono un ipocrita, ammetto di fare quel che ogni pubblicitario fa: inventare balle. Solo che le metto in posti dove non ti aspetti, in maniera efficace.
Cosa è Dmoz?
Dmoz è una directory che categorizza a mano siti di qualità dagli albori di internet: prima dell’avvento di Google, esisteva solo la zappa e i calli alle mani per catalogare. È come una fortezza nel deserto. Entrare come editore è difficile: devi sottoporti a un piccolo test iniziale, che scarta praticamente chiunque. Il compito di dmoz in effetti è quello di catalogare più siti di qualità possibile, non di cercare verità. Di metterli nel posto giusto e magari scartare un sito vecchio se il nuovo è migliore. Nessuno, in effetti, va a controllare nel dettaglio, sarebbe un lavoro titanico. Ma Dmoz cataloga forse lo 0,2 per cento della rete, troppo poco. Wikipedia è l’esatto opposto di Dmoz.
Il limite vero di Wikipedia?
Citare le fonti. Puoi modificare tutto, anche quelle. Il moderatore non è un investigatore, né un giornalista che è costretto a metterci la firma. Io ho ricostruito pagine intere di quotidiani internazionali. Nonostante Wikipedia sia per me il sito dove puoi farti un’idea di cosa è lo scibile umano e di quanto si possa fare per il mondo lavorando insieme e gratis, so che Wikipedia non è autorevole perché prende comunque delle posizioni, anche se in divenire.
E il famoso neutral point of view, il punto di vista neutrale?
Ecco, il N.p.o.v. è dramma per un wikipediano. Perché viviamo nell’oggi, e scrivere dell’oggi fornisce sicuramente una versione parziale. Generalmente quando c’è un tema caldo, tutti si precipitano a dire la loro aggiungendo dettagli non enciclopedici. I moderatori lavorano tanto, bloccano la voce, alla fine il momento clou passa e resta un casotto che prima o poi qualcuno sistemerà.
Eppure Google dà molta importanza a Wikipedia, tanto che numerose ricerche portano prima di tutto, anche prima delle news, a un wiki.
Google è lo specchio di Internet. Tutte le pagine che Google non ha ancora visitato, quelle che risiedono sepolte dopo la millesima posizione tra i risultati, quelle che ha indicizzato male, è come se non esistessero. Wikipedia in questo senso è tutto ciò che Google desidera per colmare le sue lacune