PAOLO FESTUCCIA, La Stampa 7/9/2010, pagina 9, 7 settembre 2010
Ciclone Mentana su Rai e Mediaset - Li ha lasciati tutti sul posto. Enrico Mentana in appena una settimana ha portato il Tg di La7 dal 2,29% al 10,21% di share
Ciclone Mentana su Rai e Mediaset - Li ha lasciati tutti sul posto. Enrico Mentana in appena una settimana ha portato il Tg di La7 dal 2,29% al 10,21% di share. Un salto a due cifre che sposta la bilancia dei numeri da 374 mila 457 spettatori di domenica 6 settembre 2009 a oltre il milione 882 persone di ieri l’altro, quando sul teleschermo rimbalzava l’intervento di Fini da Mirabello. Per La7 non era mai accaduto prima. E non era mai successo che secondo i cosiddetti indici di copertura, ben 3 milioni di persone almeno per un minuto abbiano seguito Mentana. Pubblico di qualità, almeno per il 249% dello share, con stili di vita elevati - viene rilevato - con oltre il 20,5% di laureati. E in molti casi, un pubblico nuovo che i Tg delle reti ammiraglie, Canale 5 e Raiuno sembrano, per ora, non saper intercettare. Non è un caso, infatti, che dal 2007 a oggi Tg1 e Tg5 insieme abbiamo perduto l’8,2% di ascolto a vantaggio delle reti digitali e satellitari cresciute del 6,5%. Numeri apparentemente poco significativi ma che si declinano in milioni di euro in pubblicità. Infatti, dal 15 settembre comincia il cosiddetto «periodo di garanzia»: sulla base degli ascolti fatti in questi due mesi si determinerà il valore commerciale degli spot in ciascuna rete. Certo, «Mentana è molto bravo e sta andando forte - commenta Clemente Mimun direttore del Tg5 - ma per Rai e Mediaset la partita deve ancora cominciare». E per Canale 5 è iniziata ieri sera con il ritorno di Gerry Scotti e il suo «Milionario» a fare da traino al Tg. Il 13 toccherà alla Rai, ma la partita per il duopolio Tv stavolta si annuncia più complicata. «Di fatto - spiega Paolo Romani, vice ministro alle Comunicazioni - il successo di Mentana e La7 dimostra che nel Paese c’è pluralismo. Ormai ci sono tre, quattro, forse cinque poli televisivi. E Mentana da par suo è un uomo straordinariamente televisivo, capace di utilizzare il mezzo tv per quello che è, cioè la presa diretta». Insomma, per tutti Mentana bravo, bravissimo, ma soprattutto tempista infallibile. «Tanto - commenta una fonte Mediaset - che è partito a mille quando Rai e Mediaset sono chiuse per ferie. E poi, se le altri reti avessero fatto la diretta su Fini, cosa avrebbe raccolto in termini di share?». Chissà. Di certo l’ex conduttore di «Matrix» «con la diretta di Mirabello ha fatto il botto», commenta Francesco Siliato, analista dati media, «per dare un’idea della performance possiamo dire che quando nel 2009 il Tg4 di Emilio Fede faceva il 6,3% e La7 il 2,3%, oggi Fede resta dov’è e Mentana lo sorpassa con una media dell’8%». E non ci sono traini che tangano perché Mentana, a differenza di quanto accade nelle altre reti, traina non solo se stesso (la diretta da Mirabello alle 18 ha ottenuto il 10,1%) ma anche il Tg e l’intera rete. Ora, se dalle parti del Tg5 (al dato negativo di questa ultima settimana si raffronta quello positivo estivo dal 20,89 al 21,71) si attende la nuova stagione, e si addebitano le responsabilità alla scarsa forza dei programmi pre-Tg (qualcuno fa notare che va ancora in onda Paperissima con la voce di Marco Columbro e per la quarta volta le repliche dei Cesaroni) in casa Rai i dati ottenuti da Mentana non sfuggono al consigliere Nino Rizzo Nervo - già direttore del Tg3 Rai e per pochi mesi anche di La7 - che invece invita l’azienda a preoccuparsi, «perché i numeri dimostrano che Tg1 e Tg5 vanno con il freno tirato. Mentana è bravo ma quei dati ci dicono che l’offerta informativa di Tg1 e Tg5 è insoddisfacente». Argomento che non smuove il direttore del Tg1 Augusto Minzolini, per il quale «Mentana non va a intaccare l’audience del mio tg, e gli spettatori che prende sono quelli dei Tg delle 19 e del Tg5».