Varie, 7 settembre 2010
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Zuckerman Mortimer
• Montreal (Canada) 4 giugno 1937. Editore • «[…] editore del tabloid Daily News […] è tra gli americani più ricchi, 147º per Forbes nel 2008, con un patrimonio stimato in due miliardi di dollari […] aveva cominciato con la carriera accademica, insegnando alla Harvard Business School. Nel settore privato il primo amore è stato l’immobi-liare: è co-fondatore e presidente del colosso del real estate Boston Properties. È però con le avventure nei mass media che si è guadagnato la fama: nel 1980 comprò la rivista The Atlantic Monthly, in seguito ceduta. Quattro anni più tardi rilevò il magazine U.S. News & World report, di cui divenne anche direttore. E nel 1993 ha preso il New York Daily News. Come commentatore è frequente ospite di trasmissioni tv e scrive sia per il Daily News che per US News. Anche se non è mancato qualche passo falso: Zuckerman è tra le vittime illustri del truffatore del secolo Bernie Madoff» (Marco Valsania, “Il Sole 24 Ore” 3/3/2010) • «[…] ha creato un impero immobiliare tra Boston, New York, San Francisco, Washington e Princeton sotto le insegne della Boston Properties, quotata a Wall Street con una capitalizzazione superiore ai 10 miliardi di dollari, e vanta un patrimonio personale di un miliardo e mezzo di dollari […] è editore di quotidiani e settimanali e direttore di “U.S. News”, dove sforna editoriali con regolarità. Siede nei consigli di amministrazione di ospedali, enti filantropici, università, musei, biblioteche, ha un suo fondo di beneficenza collegato con una delle più importanti sinagoghe di New York, così come è tra gli esponenti più in vista della comunità ebraica americana (per tre anni chairman della Conferenza delle organizzazioni ebraiche d’America). È stato ed è amico di presidenti, statunitensi e non, e si mette a disposizione come ambasciatore ombra o canale di comunicazione in casi internazionali difficili e complicati, a partire da quelli che corrono lungo l’asse Washington-Gerusalemme […] nato in Canada da una famiglia ebrea di origini ucraine, negli Usa dai primi anni Sessanta e cittadino americano nel 1977, governa un sistema magico dove le attività immobiliari gli mettono a disposizione i mezzi per fare l’editore e per dedicarsi alla filantropia, i giornali che possiede gli consentono di scrivere e di apparire con frequenza nei talk show politici, quello che scrive lo mette a contatto con il mondo della politica e dell’economia. Il carburante di questa macchina è il denaro. Di cui Zuckerman dice: “I soldi sono solo l’opportunità di fare quello che più piace” […] è un democratico conservatore fiscale, e ha un’anima sinceramente centrista e bipartisan […] suo padre ha dato a lui e alla tre sorelle la possibilità di studiare grazie a un negozio all’ingrosso di tabacco e caramelle. Il nonno materno, un rabbino ortodosso, è stato il suo mentore. Dal quartiere Outremont di Montreal, del quale descrive una profonda anima antisemita (“Da ragazzino ho imparato a correre veloce per evitare guai”), fino a New York, il suo viaggio ha conosciuto tante tappe intermedie: l’università McGill in Canada, la Sorbona a Parigi, Penn University a Filadelfia e Harvard a Boston. In quest’ultima città, nel 1962, trovò il suo primo lavoro: alla Cabot, società immobiliare che nel giro di due anni lo fece diventare socio e responsabile della finanza. L’avventura alla Cabot si esaurì in otto anni. Nel 1970, insieme a Ed Linde, un collega, fondò la Boston Properties che diventò la sua miniera d’oro. Specializzata nella costruzione di edifici per uffici, la società ha alzato grattacieli nelle più importanti città americane e nel 1997 sbarcò a Wall Street. In azienda i due soci (Linde è scomparso […]) si sono divisi i ruoli: Zuckerman alla parte finanziaria, Linde agli aspetti operativi. La Boston Properties non ha mai conosciuto crisi. Neanche quando sull’America si è abbattuta la recessione. “Che ci fosse una bolla immobiliare era evidente. Era sufficiente osservare come dal 1945 al 2000 i prezzi delle case erano saliti del 3 per cento l’anno, mentre dal 2002 al 2006 erano cresciuti del 16. Io mi occupo di uffici e non di abitazioni, ma decidemmo di vendere un certo numero di immobili a un prezzo molto conveniente”. Si fece ancora più ricco con quella decisione: incassò 2 miliardi e 500 milioni di dollari a fronte di un investimento di 800 milioni. Nello stesso periodo vide andare in fumo poco meno di 40 milioni di dollari, quasi tutti di un fondo di beneficenza. Li aveva affidati a una società di investimento e questa li aveva girati a Bernie Madoff […] “Da bambino, ogni giorno, facevo in bicicletta una decina di miglia per comprare il ‘New York Times’”. […] Il giornalismo gli ha aperto le porte della politica. Nel 1986 conobbe Ronald Reagan e i due si piacquero e si frequentarono a lungo. “Avevano arrestato il corrispondente di ‘U.S. News’ a Mosca e io passai quattro settimane alla Casa Bianca per trovare una soluzione”. Anni dopo, Zuckerman volò in Israele con Bill Clinton per i funerali di Yitzhak Rabin e la sua eulogia per Rabin è stata messa nell’archivio del Congresso (ed è in mostra nel suo ufficio). Sempre per Clinton Zuckerman fece la spola tra israeliani e palestinesi. Ricorda: “Il giorno in cui a Camp David Arafat lasciò cadere la proposta di pace parlai con l’ambasciatore saudita a Washington. Il principe Bandar mi disse: “È una tragedia per i palestinesi’”. […] Agli affari immobiliari e al giornalismo, oggi Zuckerman dichiara di aver anteposto l’amore per le due figlie (“Sono il mio primo pensiero ogni mattina, il secondo è quello che devo scrivere per ‘U.S. News’”). Nel suo ufficio sono incorniciati i volti di Abigail […] avuta da Marla Prather, la curatrice della National Gallery of Art dalla quale ha divorziato nel 2001, e di Renée Esther, la cui nascita fu annunciata nel 2008 sul “Daily News” senza rivelare il nome della madre. È circondato dalla fama di rubacuori. Le cronache mondane gli hanno attribuito una lunga serie di love affair sui quali non si è mai pronunciato: la giornalista-scrittrice Arianna Huffington, la scrittrice regista Nora Ephron, la giornalista e attivista politica Gloria Steinem, la designer di moda Diane Von Furstenberg, le attrici Blair Brown e Marisa Berenson. Chissà come racconterà la sua vita nell’auto biografia che molti sostengono abbia cominciato a scrivere quando ha compiuto 70 anni. I più informati dicono di conoscere già il titolo, “Backstory”, e l’incipit: “Non ho mai lavorato un giorno nella mia vita” […] Sono due i settori economici sotto il controllo di Mortimer Zuckerman: l’immobiliare e l’editoria. La Boston Properties, di cui Zuckerman possiede il 7 per cento delle azioni dopo la quotazione in Borsa del 1997 e la vendita di 75 milioni di titoli del 2006, ha in portafoglio circa 150 edifici per uffici tra New York, Boston, San Francisco, Washington e Princeton. Il 12 per cento dei ricavi della società viene dagli affitti pagati dai tre più importanti inquilini della Boston Properties: il governo federale Usa, la Lockheed Martin e Citibank. Zuckerman ha acquistato il quotidiano “Daily News” nel 1993. […] “U.S. News & World Report” è sotto il controllo del tycoon dal 1984. Zuckerman voleva farne la versione americana di “The Economist”, ma l’idea non è mai stata realizzata. “U.S.” è noto per le inchieste con cadenza annuale che forniscono la classifica delle migliori università, dei migliori ospedali, dei migliori fondi di investimento. L’editore è anche direttore del settimanale ed editorialista. […]» (Antonio Carlucci, “L’espresso” 17/6/2010).