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 2010  settembre 07 Martedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "PROCESSO BREVE" • Casini ha fatto sapere che non voterà mai il processo breve

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "PROCESSO BREVE"

• Casini ha fatto sapere che non voterà mai il processo breve. [...]
Il Cavaliere è pronto a star dietro a Bossi e a riaccogliere in qualche modo Fini a quest’unica condizione: nessuno nella maggioranza deve ostacolare l’approvazione, alla Camera, della legge sul “processo breve”, nello stesso testo che è stato già varato al Senato. Questa legge riguarda i processi penali per reati che prevedono condanne inferiori a dieci anni e ne stabilisce l’estinzione se il giudizio di primo grado non è concluso entro tre anni, quello d’appello in due e quello della Cassazione in diciotto mesi. Nel caso dei processi in corso, cioè per reati commessi (eventualmente) prima del maggio 2006, il primo grado del processo è però limitato a due anni. Questo punto della legge mette in salvo Berlusconi dai processi che lo riguardano: sarebbero tutti prescritti. Berlusconi vuole che il processo breve diventi legge prima di dicembre, perché a quella data la Corte potrebbe cancellare la legge sul legittimo impedimento e in questo caso, senza più protezioni, il prossimo marzo il premier potrebbe vedersi condannato nell’ambito del processo Mills. Sarebbe una sentenza di primo grado, quindi non esecutiva. Ma il capo del governo verrebbe bollato, dalla giustizia italiana, come “corruttore”. Difficile restare in sella dopo un giudizio simile.
Processo breve I magistrati contrastano in ogni modo la legge sul processo breve e in particolare la norma retroattiva che, salvando Berlusconi, cancellerebbe di colpo centomila processi. Dicono i giudici: in questo modo si aiuta la criminalità, la giustizia allora non serve a niente, anche organizzativamente sarebbe un caos perché la prescrizione andrebbe notificata a centinaia di migliaia di imputati… Resta che il processo italiano è lunghissimo. Nel civile: 960 giorni per il primo grado e 1509 giorni per l’appello. Nel penale: 426 giorni al primo grado e 730 per l’appello. In Francia la durata media di un processo penale è di quattro mesi. Il processo breve, così come approvato al Senato, ha forti elementi di incostituzionalità, per esempio è incostituzionale il trattamento di favore riservato agli incensurati. Però anche l’attuale situazione non è quella immaginata dai costituenti: l’articolo 111 della nostra Carta, parlando del processo, stabilisce che «la legge ne assicura la ragionevole durata».
Fonte: Giorgio Dell’arti Vanity n.37 del 1/9/2010

• Fini ha ammesso che il premier deve poter governare senza essere perseguitato dalle procure, ma i provvedimenti a sua tutela non possono essere presi a discapito dei cittadini che aspettano da anni di essere risarciti. Tradotto: vanno bene il Lodo Alfano e la legge sul legittimo impedimento, purché non siano anticostituzionali. Va bene il processo breve, basta che non sia retroattivo.
Vanity Online - Pezzo n.2 di settembre 2010 "Governo"

• Accantonata 24 ore prima la querelle sul processo breve e visto il successo mietuto da Davigo, il ministro Alfano ha abilmente profuso ulteriori dosi di saggezza e pragmatismo. «Dobbiamo introdurre forme di conciliazione extragiudiziaria». I ricorsi contro la durata irragionevole dei processi crescono al ritmo del 40% e in un anno si finiscono per prescrivere 170 mila processi. Quasi 500 al giorno. Lotta dura, dunque, «contro i processi che pendono e che rendono». A chi? Agli avvocati, innanzitutto.
Fonte: Dario Di Vico, Corriere della Sera 6/9/2010

• Da quando è stato eletto vice presidente del Csm parla per la prima volta il centrista Michele Vietti. E mette paletti. Il primo è pro-giudici: «La magistratura è il presidio insostituibile della legalità». Il secondo sul processo breve: «Mi auguro che prevalga lo sforzo di trovare un punto di equilibrio tra ragionevole durata ed effettivo esercizio dell´azione penale».
Fonte: LIANA MILELLA, la Repubblica 27/8/2010

• La legge sul processo breve - d’un tratto tornata in calendario dopo l’indiscrezione che la Corte costituzionale, il prossimo 14 dicembre, boccerà la legge sul legittimo impedimento
Giorgio Dell’Arti, Anno VII – Trecentotrentatreesima settimana
Dal 26 luglio al 2 agosto 2010

• I finiani sono contrari alla retroattività del lodo Alfano, non vogliono la legge sul processo breve
Fonte: Giorgio Dell’Arti, La Gazzetta dello Sport Anno IV, numero 1257 2 agosto 2010

• Dal punto di vista del premier, è necessario che nessuno modifichi la norma transitoria, cucita su misura per far saltare i suoi processi. Se Fini ci sta, e pone la sua firma sotto il processo breve, la crisi può considerarsi virtualmente conclusa. Se invece non ci sta, «alle urne perché anche se la Lega va forte io vinco uguale...».
Fonte: UGO MAGRI, La Stampa 21/8/2010, pagina 3

• Il "Mattinale" Del Pdl ovvero le notizie vome Le Vorrebbe Silvio – Il Mattinale di Palazzo Grazioli.
Tra i titoli «Il processo breve è un bene per tutti»
Fonte: Filippo Ceccarelli, la Repubblica 1/7/2010

• Ma lo scontro più forte tra Be B si consumò a Montecitorio il 10 novembre 2009,all’indomani della bocciatura del Lodo Alfano da parte della Consulta. La presidente della commissione Giustizia affiancava Fini in quel faccia a faccia, uno dei più tesi che abbia avuto con il premier, a sua volta affiancato da Ghedini. Era presente anche Gianni Letta. Berlusconi si presentò con due testi, uno sul «processo breve » e l’altro sulla «prescrizione breve» (taglio di 1/4 della prescrizione per i reati puniti con non più di 10 anni commessi prima di maggio 2006)
Fonte: Donatella Stasio, Il Sole-24 Ore 20/4/2010;

• Non c’è niente di male se circa il progetto di legge sul processo breve l’Anm, il sindacato unico dei giudici) o il Csm, l’organo costituzionale di governo e disciplinare dei magistrati, esprimono pareri motivati e circostanziati sulle conseguenze del provvedimento.
Se hanno a disposizione statistiche e proiezioni verificate in modo scientifico su quanti procedimenti in corso cadranno in prescrizione a seguito dell’approvazione del testo, presentino il dossier alla classe politica e all’opinione pubblica affinché ne traggano le conseguenze. Anche osservazioni tecniche, tipo le difficoltà d’interpretazione della norma nonché i rischi d’incostituzionalità, sono molto utili. Incidentalmente, il parere del Csm sul processo breve di qualche mese fa contiene alcuni di questi dati e suggerimenti, sebbene a volte le statistiche sembrino un po’ abborracciate (del tipo «3-4 mesi per una certa fase»).
In altri casi, invece, la tendenza declaratoria da parte di Anm,Csm e singoli magistrati rischiad’inficiarne la credibilità. Questa settimana, ad esempio, forti critiche sono state lanciate al ddl sul processo del lavoro che addirittura, secondo l’organo esecutivo dell’Associazione, mortificherebbe il ruolo del giudice perché pone paletti alla sua libera interpretazione e intaccherebbe i diritti ( diritti insindacabilmente decisi dal sindacato dei magistrati, evidentemente) dei lavoratori: magari ha ragione, ma non si tratta di una valutazione politica che dovrebbe far preoccupare qualsiasi datore di lavoro che si trovia giudiziodavanti a un membro dell’Anm?
Fonte: Alessandro De Nicola, Il Sole-24 Ore 7/3/2010;

• L’introduzione del processo breve che avrebbe di fatto depenalizzato tutti i reati connessi all’attività sui mercati finanziari (tranne l’insider trading e la manipolazione)
Fonte: Orazio Carabini, Il Sole-24 Ore 18/2/2010;

• I diciotto mesi di tregua che Berlusconi guadagnerà in questo modo dovrebbero essere sufficienti a far diventare legge costituzionale il vecchio lodo Alfano che impediva qualunque iniziativa giudiziaria contro le prime quattro cariche dello Stato. La legge non è ancora operante: manca il sì del Senato, che ha però già approvato la norma sul processo breve, per ora messa in frigorifero.
Giorgio Dell’Arti, Anno VII - Trecentottesima settimana Dal 1° all’8 febbraio 2010

• «Cosa è, un processo breve basato su dichiarazioni spontanee?» ironizza De Magistris, rivendicando la sua coerenza.
Fonte: Maria Grazia Bruzzone, 6/2/2010

• A proposito del processo breve si è tenuto sulle stesse posizioni del primo presidente della Corte di Cassazione, Vincenzo Carbone. «Si tratta di un ottimo intendimento, ma se lo si attuasse senza la preventiva realizzazione dei presupposti strutturali, normativi e finanziari, si offrirebbe solo il fianco a dure polemiche, come si è visto». Toni diversi a Palermo, dove il procuratore Francesco Messineo, prima di inaugurare l’anno giudiziario, ha tenuto a precisare: «Sono e rimango iscritto all’Anm e sono accanto ai colleghi. Idealmente, quando parlerà il rappresentante del governo, mi alzerò e uscirò dall’aula insieme a loro, ma ci sono dei doveri di rappresentanza che mi impediranno gesti concreti e non mi consentiranno di seguire le naturali inclinazioni».
Fonte: Lucia Esposito, Libero 31/1/2010

• Sentenze Inappellabili - Caro Romano, francamente non capisco l’opposizione di parte della magistratura ad alcune norme allo studio sul «processo breve». In particolare, mi sfugge il motivo per cui i giudici siano critici sull’ipotesi di introdurre, nei casi di assoluzione, il principio di inappellabilità del giudizio. Rendere inappellabile una sentenza emessa dagli stessi magistrati non equivale a rafforzare quel giudizio?
Luca Brusatassi brusatassi68@hotmail.it
Credo che lei abbia ragione. Le segnalo con l’occasione l’intervista di Dino Martirano al procuratore aggiunto di Roma Nello Rossi ( Corriere, 18 gennaio) in cui l’intervistato dice tra l’altro: «Se un imputato può essere condannato solo quando la sua colpevolezza è provata "al di là di ogni ragionevole dubbio", come si può negare che una sentenza di assoluzione in primo grado attesti in modo concretissimo che un giudice si è già convinto della innocenza o almeno ha già concretamente dubitato della colpevolezza dell’imputato?».
Fonte: Lettere a Sergio Romano, Corriere della Sera 29/01/2010

• Processo breve La legge in cinque articoli che accorcia i tempi del processo penale (quella del cosiddetto ”processo breve”) approvata in un mare di polemiche al Senato non vedrà probabilmente mai la luce alla Camera, dato che l’opposizione di Fini e parecchi mugugni interni anche al centro-destra hanno consigliato la via di un’intesa più larga sull’altro provvedimento, quello del cosiddetto ”legittimo impedimento”. Questa sarebbe però una legge costituzionale, quindi dall’iter piuttosto lungo. Sia il centro-destra che il centro-sinistra sono nel frattempo dilaniati dalle polemiche relative alle candidature per le Regionali. Punti di massima tensione: per il Pd il Lazio, dove l’autocandidatura della Bonino subito accettata da Bersani ha provocato una levata di scudi da parte dei cattolici; e la Puglia, dove nelle primarie svoltesi domenica sera, Nichi Vendola ha travolto col 75% dei consensi Francesco Boccia, candidato del duo Bersani-D’Alema. Per il Pdl il problema è soprattutto Casini e la sua volontà di allearsi qua con questi e là con quelli. Berlusconi vorrebbe liberarsene una volta per tutte, altri sostengono che senza l’Udc non si vince, ecc.
Fonte: Giorgio Dell’Arti, Vanity Fair Anno VII - Trecentoseiesima settimana - Dal 18 al 25 gennaio 2010

• Il Senato ha approvato ieri il processo breve, l’ultima legge ad personam studiata per sottrarre Berlusconi ai suoi processi. Una vergogna che non merita neppure più discutere. Se il testo diventerà davvero legge, provocherà disastri nell’esercizio quotidiano della giustizia, e si potrà soltanto sperare che la Corte Costituzionale sia veloce nel rilevare la sua palese illegittimità.
Fonte: Carlo Federico Grosso, La Stampa 21/1/2010, pagina 1

• (Berlusconi: «Sul processo breve, così com’è, dobbiamo andare avanti: non ci sono alternative, né per me ma nemmeno per te. Perché è chiaro che, se ci vado di mezzo io, dietro a me cadi anche tu»Il 14 gennaio Berlusconi e Fini hanno pranzato insieme nello studio del presidente della Camera a Montecitorio.
Fonte: Sch. N. 195345

• Magari le decisioni di ieri sul processo breve potrebbero avvicinare di un poco le posizioni del ministro Alfano, che prevedeva solo l’uno per cento in più di prescrizioni con il "vecchio" processo breve, e quelle dell’Associazione nazionale magistrati, che prevedeva oltre il 40 per cento in più.
Fonte: Roberto Perotti, Il Sole-24 Ore 12/1/2010;

• I Vari processi [La seconda causa nascosta [la proma sono i gradi di giudizio] della lentezza della giustizia concerne la formazione delle prove nel processo penale. In Italia «la prova si forma in giudizio», nei paesi di "common law" durante l’indagine e il processo serve per dibattere le prove acquisite. In quei paesi i processi si svolgono con udienze continuate, o con rinvii limitati, anche per l’uso molto più frequente di giurie popolari. Da noi ogni nuova udienza significa un rinvio di mesi, con la conseguenza che magistrati e avvocati devono riprendere in mano il processo parecchie volte e a distanza di tempo. In realtà anche in Italia parte delle prove si formano spesso nella fase istruttoria, con ulteriori complicazioni.
Tutto questo solleva dubbi anche sulla qualità delle decisioni, per l’inevitabile frammentazione del processo decisionale. Mi rendo conto che vi sono centinaia di anni di pensiero giuridico dietro queste differenze, e che, come ha più volte ribadito la Corte costituzionale, il processo accusatorio ha una diversa funzione in Italia e nei paesi anglosassoni: l’accertamento della verità nella prima, la risoluzione di una controversia fra le parti nei secondi.
Forse. Di fronte alla catastrofe della giustizia italiana è però giunto il momento di smetterla di giocherellare con palliativi e chiedersi invece se non sia il caso di rivedere con mente aperta tante tradizioni, sia pur tramandate nei testi sacri e nelle aule universitarie].
Fonte: Roberto Perotti, Il Sole-24 Ore 12/1/2010;

• «L’altro problema sta in ogni disegno che cerca di accorciare i tempi processuali. Abolito il patteggiamento in appello, resta in vigore il rito abbreviato. Per un mafioso è conveniente: così, fra vari sconti e discrezionalità della pena valutata dai giudici, va a finire che spesso un boss si fa 5 anni di galera. Per lui e il suo potere non sono nulla, anzi sono quasi un regalo. E questa situazione col disegno sul «processo breve» cambia, ma solo in peggio». (Robero Saviano)
Fonte: Pietrangelo Buttafuoco, Panorama, 1 gennaio 2010

• MARINI Annibale. «[...] in decine di interviste sul lodo Alfano, sulle intercettazioni, sul processo breve ha sempre sostenuto le “trovate” giuridiche di Berlusconi.
Fonte: Liana Milella, “la Repubblica” 24/7/2010

• MUSSO Enrico: « Dei 163 senatori che ieri (20 gennaio 2010) hanno votato la legge (processo breve) scritta da Ghedini, firmata da Gasparri e approvata da Alfano non uno solo si è alzato per dire che serve solo a Berlusconi. L’unico che ha avuto il coraggio di farlo è stato il genovese Enrico Musso. Il quale ha rimproverato al suo gruppo di non aver voluto “ammettere pubblicamente” di avere l´obiettivo, “che è diventato una specie di agenda nascosta, della tutela del presidente Berlusconi”. Era la prima volta che in Parlamento un berlusconiano osava dire la verità. Forse Musso immaginava che nell’aula, a quelle parole, sarebbe sceso un silenzio incredulo. E invece Schifani, alla parola “Berlusconi” ha silenziato proprio lui, disattivandogli il microfono. “Le avevo dato un minuto”, ha spiegato. E si capisce: sul processo breve, dissenso breve»
Fonte: Sebastiano Messina, “la Repubblica” 21/1/2010) •

• MARINI Annibale. «[...] in decine di interviste sul lodo Alfano, sulle intercettazioni, sul processo breve ha sempre sostenuto le “trovate” giuridiche di Berlusconi.
Fonte: Liana Milella, “la Repubblica” 24/7/2010

• Una Strage Di Viareggio- Trentuno morti, zero indagati.[...] A sei mesi dal disastro, non ci sono certezze sugli sviluppi dell’inchiesta [...] E se l’inchiesta giudiziaria non sembra portare ancora novità di rilievo, si profila anche l’ipotesi che la strage possa finire nel vortice del cosiddetto «processo breve»
Fonte: Maria Vittoria Giannotti, la Stampa 22/12/2009

• Armando Spataro, procuratore aggiunto a Milano, è andato invece alla trasmissione In mezz’ora di Lucia Annunziata su Raitre a esternare contro il processo breve e contro Berlusconi.
Fonte: Silvia Grilli, Panorama, 22 dicembre 2009

• Sul processo breve – come riferisce sempre Il Foglio - i democratici non faranno ostruzionismo.
Fonte: La Gazzetta dello Sport Anno III, numero 1035 17 dicembre 2009 -

• I giudici? Il processo breve?
La legge sul processo breve andrà avanti in Parlamento e Berlusconi ha esortato i ministri a lavorare ancora più di prima. Anedda, componente laico del Csm per conto del Pdl, ha di­chiarato che al clima di odio hanno contribuito anche certi magistrati. I magistrati hanno respinto con sdegno e anzi il presidente di Anm, Luca Pala­mara, ha detto: «Al presidente Berlusconi va tutta la mia soli­darietà ». Se solo uno potesse crederci…
Fonte: Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello Sport 15/12/2009

• La "legge ponte" che apre la via al nuovo lodo Alfano bis, rimodellato da Gaetano Quagliariello, sulla sentenza della Consulta. Un testo che, per evitare uno stop dal Quirinale e dalla stessa Corte, conterrà le indicazioni puntuali degli impegni istituzionali che possono giustificare di saltare un´udienza ma con l´obbligo di una certificazione da parte degli uffici. Dovrà essere un testo inappuntabile quello che rivede l´articolo 420 del codice di procedura penale soprattutto in rapporto al processo breve.
Fonte: Liana Milella, la Repubblica 13/12/2009

• Fini dice cose normalissime: Berlusconi deve rispettare tutti i poteri dello Stato, che sono a garanzia di tutti. In questo mo­mento, però, frasi così vanno contro Berlusconi, che vuole il processo breve e ha tenuto un vertice di partito, l’altro giorno, per sancire che chi non sta con lui (cioè completamente con lui) è fuori.
Fonte: Giorgio Dell’Arti,Gazzetta dello Sport 03/12/2009

• Leggi ad personam che vengono lanciate nelle aule parlamentari come automobiline in pista. Al Senato c’è il processo breve: nessuno pensa che sarà davvero approvato, nel caso ci ha pensato il presidente della Camera Gianfranco Fini a depennare dalla lista dei reati esclusi dal provvedimento quelli legati all’immigrazione clandestina che stavano a cuore alla Lega.
Fonte: Marco Damilano, L’Espresso, 16 dicembre 2009

• Mentre in serata la consulta Giustizia del Pdl si occuperà degli emendamenti al ddl sul processo breve in discussione al Senato, in particolare l’inclusione dei reati sull’immigrazione.
Fonte: Adalberto Signore, il Giornale 9/12/2009

• Fini leale sul vero snodo della legislatura, la giustizia. Esempi? Il sì al processo breve, la proposta di un lodo Alfano costituzionale, la disponibilità sul legittimo impedimento.
Fonte: Salvatore Merlo, Il foglio 3/12/2009

• I pericoli veri vengono ancora una volta dai problemi giudiziari. Di Milis si sa, e si comincia anche a capire che il processo breve non lo farà sparire d’incanto. Primo, perché non è affatto detto che quel provvedimento arrivi fino in fondo; secondo, perché non è affatto detto che il Quirinale lo promulgherà; terzo, perché se anche il Parlamento lo riapprovasse per imporre a Napolitano la firma, prima o poi arriverà alla Consulta, che llo boccerà. Tant’ è che si è già aperto un secondo forno, per così dire costituzionale, con Casini.
Fonte: Antonio Polito, il Riformista 27/11/2009

• Lui [Silvio Berlusconi] che il ”processo breve” lo farebbe per decreto, deve stare lì a concordare gli emendamenti parola per parola.
Fonte: Marcello Sorgi, La stampa 27/11/2009

• È un male minore il disegno di legge sul processo breve? No, è un male maggiore. Difatti quest’ultima trovata normativa offende in lungo e in largo il principio d’eguaglianza, porgendo il collo alla mannaia della Consulta. Perché distingue fra censurati e incensurati quando commettono il medesimo reato. Perché considera in modo eguale reati differenti (l’immigrazione clandestina trattata al pari delle stragi è il caso più vistoso). Perché la prescrizione scatta dopo due anni quale che sia il grado di giudizio, come se ogni livello processuale azzerasse il precedente. Perché infine, fra i giudizi già instaurati, tocca unicamente quelli pendenti in primo grado. Senza dire della sua irragionevo-lezza, intesa come sproporzione fra mezzie fini. Se l’obiettivo è d’accorciare i tempi del processo, servirebbe casomai una cura dimagrante per i nostri troppi tribunali (1.292, quanto Inghilterra e Spagna insieme), potenziarne l’informatizzazione (il rapporto Cepej ci situa al fanalino di coda), rendere più agevole l’Adr (Alternative dispute resolution), e vario altro ancora. Non certo l’estinzione del processo, che in conclusione nega giustizia a chi l’ha domandata.
È emendabile questo scempio normativo? No, si può soltanto peggiorare. Qui infatti sbuca fuori un paradosso, poiché delle due l’una. O allarghiamo la platea dei suoi destinatari, con il risultato che più nessuno patteggerà la pena (tanto c’è la prescrizione), che dunque i processi s’ingolferanno ulteriormente, che aumenteranno perciò le 170mila prescrizioni annue che già ci teniamo sul groppone: ingiusto, o meglio irragionevole. Oppure ne restringiamo il perimetro, con il risultato d’armare un carro armato senza riempire di benzina il serbatoio: inutile, e quindi di nuovo irragionevole.
Fonte: Fonte: Michele Ainis, Il Sole-24 Ore 27/11/2009;

• Proposta di Ermete Realacci: lanciare una campagna di firme per sostenere l’appello di Roberto Saviano contro la legge sul processo breve.
Fonte: Elisa Calessi, Libero 17/11/2009

• Francesco Cossiga: «Dico a Berlusconi che alla prima bocciatura in aula del ddl sul processo breve, grazie al voto dei finiani, il premier dovrebbe provocare la crisi, impedire la formazione di un nuovo governo e portare il Paese a nuove elezioni» [...] «ho già firmato la legge sul processo breve pur non facendo parte della maggioranza»
Fonte: Roberto Scafuri, Il Giornale 13/11/2009

• Filippo Berselli, presidente della commissione Giustizia del Senato, non ha dubbi sulla «tenuta», nella maggioranza, del ddl sul «processo breve», che ha come primo firmatario l’ex di An Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl. Berselli, anche lui ex aennino, pensa di far partire il ddl martedì 24 novembre.
Fonte: D.St., Il Sole 24 Ore 13/11/09

• In Francia, la Corte Suprema impiega 15 mesi a emettere la sentenza di un processo civile, 4 mesi per un processo penale, in Italia si impiegano anni: un processo breve può arrivare a durare 10 anni, tra richieste di rinvii a giudizio e indagini.
Fonte: Stefano Zurlo, Il Giornale 14/11/09