Enrico Franceschini, la Repubblica 7/9/2010, 7 settembre 2010
«In Inghilterra l´inverno finisce a luglio, per ricominciare in agosto», scriveva Lord Byron, perciò gli inglesi non dovrebbero avere molto da dire sulle condizioni metereologiche
«In Inghilterra l´inverno finisce a luglio, per ricominciare in agosto», scriveva Lord Byron, perciò gli inglesi non dovrebbero avere molto da dire sulle condizioni metereologiche. Eppure fatene incontrare due e per prima cosa parlano del tempo. Che come argomento di conversazione, in effetti, è nato su queste isole battute dal vento dell’Atlantico. Per la precisione, è nato 150 anni or sono, quando il Times di Londra iniziò a pubblicare, primo giornale al mondo, le previsioni atmosferiche. Il gentiluomo che le inventò finì male: tormentato dai sarcasmi della gente per i suoi frequenti errori, l´ammiraglio Robert Fitzroy impazzì e si tolse la vita. Da allora, tuttavia, le previsioni del tempo sono diventate una scienza, un business, un´ossessione: continui bollettini su radio, tv, internet; webcam che rivelano in diretta se piove o splende il sole; interi canali di meteo. Succede ancora che le previsioni non ci azzecchino. Ma ci azzeccano più di ogni altro tipo di indovini: e decisamente più degli analisti finanziari, quelli che due anni fa non videro arrivare l´uragano della grande recessione globale.