Frammenti, 6 settembre 2010
Tags : Carlo Cracco
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "CRACCO
CARLO"
[…] Si va poi affermando un’altra tendenza, figliata da Ferran Adrià ma coniugata con la tradizione italiana. È il nuovo modo di fare cucina - combinazioni inedite, tecniche innovative -, coltivato spesso da giovani chef destinati a sostituire l’imbolsito Gualtiero Marchesi. Quarantenni di talento come Carlo Cracco a Milano e Davide Scabin a Rivoli. È un terreno inesplorato, su cui talora si cammina come sul filo, con il rischio che tra le sensibilità della critica e quelle del cliente si apra una frattura […].
Style gennaio 2007, pagina 56.
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[…] La classifica arriva dai 651 giurati di Restaurant Magazine, piccola testata di settore il cui premio per i 50 migliori ristoranti al mondo, giunto alla sesta edizione, ha raggiunto un’importanza che va ben oltre la sua tiratura […]. Davide Scabin, chef del Combal Zero di Torino, […] È la sua prima volta sulla lista, assieme a Marco Cracco di Cracco Peck, a Milano (42esimo): due nuovi arrivi che hanno spinto l’Italia avanti di un posto nella classifica mondiale.
Paola De Carolis, Corriere della Sera 24/4/2007
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[…] La prossima settimana a Parigi, a sostegno finale della candidatura [PER L’EXPO], è previsto un vero tourbillon d’eventi. […] venerdì 28 serata «Food e design», chef Carlo Cracco, nei saloni a 110 metri d’altezza in cima alla Grande Arche de la Defense […].
La Stampa 25 marzo 2008, CHIARA BERIA D’ARGENTINE
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NOMINATION DONNA MODERNA PER GIORGIO. […] Carlo Cracco.
Scheda 164222
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Nutriente, digestivo e disintossicante. Ma, ahilui, extracomunitario. Pertanto bandito dalle tavole di queste feste. L’ananas, «come simbolo di ciò che non è italiano», è da ieri esiliato speciale per volontà del ministro delle politiche agricole Luca Zaia che, violando le fasce di garanzia, ha indetto lo sciopero contro il frutto tropicale. […] La causa è nobile. Ma dire a uno chef cosa può o non può utilizzare suona come una bestemmia. E infatti Carlo Cracco — chef arcinoto, tra le altre cose, per la frutta essiccata al naturale, ananas compreso, servita a fine pasto— dice: «Non è con i divieti e con gli scioperi che si risolvono i problemi. Questo dimostra una visione abbastanza corta. Semmai bisogna introdurre una cultura sulla qualità delle materie prime. Occorre far capire che nelle scuole, negli ospedali, nelle mense delle caserme, è meglio valorizzare i prodotti locali, perché costano meno, sono freschi e buoni. Ma ci deve essere la libertà di importazione. Lo facessero all’estero con il nostro Barolo e le altre eccellenze, sarebbero dolori» […].
Elvira Serra, Corriere della Sera 17/12/2008
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Milano. Ilaria Spada e Nicolas Vaporidis con lo chef Carlo Cracco all’evento Nespresso.
Chi, 18 febbraio 2009
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[…] Ecco quanto diceva Ferran Adriá sui colleghi italiani, a un congresso di cucina a Milano qualche tempo fa: «In Italia mi trovo molto bene. Ci sono tanti cuochi che sono stati da me, hanno imparato e ora camminano da soli. Ricordo Massimo Bottura a Modena, Moreno Cedroni a Senigallia, Carlo Cracco a Milano e Massimiliano Alajmo delle Calandre, a Rubano» […].
Gigi Padovani, La stampa 20/4/2009
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[…] Casa reale. Carlo Cracco, uno dei più apprezzati chef di Milano, è stato invitato personalmente da Carlo d’ Inghilterra a cucinare prossimamente piatti italiani per sua madre, S.M. la Regina Elisabetta. Il principe di Galles ha avuto l’ occasione di assaggiare recentemente alcune specialità dello chef vicentino a Londra e a Roma. Il made in Italy forse è un po’ in crisi, ma il cibo non ancora.
Marcello De Cecco, Affari & Finanza, 1/6/2009
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Le prime tre domeniche di ottobre, il 4, l’11 e il 18, pranzi d’autore alla mensa dell’Opera San Francesco […]. L’occasione è offerta dal mezzo secolo di fondazione dell’Opera […]. E i soldi non bastano mai così domenica 4 cucinerà Carlo Cracco, l’11 Gualtiero Marchesi e il 18 Pietro Leemann. Si porteranno tutto, non solo gli ingredienti per l’Insalata russa caramellata, la Minextra e il Carpaccio d’anguria con panissa croccante, ma anche piatti, posate, bicchieri, vino… Particolare importante: appuntamento alle 12.30 con ingresso dalla sacrestia, 144 i posti, 70 euro a commensale (minimo, ulteriori offerte non offenderanno i frati). I tre chef non cucineranno infatti per i poveri, bensì per i ricchi, altrimenti l’incasso svanirebbe […].
Identità Golose, Blog di Paolo Marchi 23/9/2009
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[…] A leggere con attenzione la guida Gambero Rosso 2010, guidata da Clara Barra e dal notaio Giancarlo Perrotta (subentrati dopo che due altri storici curatori hanno lasciato: Stefano Bonilli perché «licenziato» dall’editore e Marco Bolasco per il nuovo incarico editoriale in Slow Food) si evince che sono stati esclusi dalle «tre forchette» alcuni nomi eccellenti come Gualtiero Marchesi (ristorante Albereta di Erbusco) e il suo allievo Carlo Cracco di Milano […]. C’è da aggiungere che la crisi ha tagliato molti locali e che anche Vissani si è adeguato: a pranzo offre tre piatti a 30 euro per i giovani. Un po’ diverso dal conto di 4140 euro (tartufi e vini compresi) per quattro persone che un cliente rifiutò di pagare da Cracco e per il quale si è aperta una causa con una pesante polemica mediatica.
Gigi Padovani, La Stampa 27/10/2009
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Torna, davanti a tutti, lo chef Gianfranco Vissani secondo i recensori della guida dei ristoranti del Gambero Rosso che festeggia il suo ventesimo anno di vita. […] Tra le novità della guida, sono 21 le tre forchette, il top, c’è l’uscita dall’Olimpo, o meglio una forchetta in meno a Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Ciccio Sultano. […] Nella versione con Dvd si potranno trovare i dieci piatti dell’anno realizzati dai migliori chef, tra essi anche quelli di Cracco e Sultano […].
Mauro Remondino, Corriere della sera 27/10/2009
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La Giunti, in questo momento, è la casa editrice più dinamica nel settore cucina, sforna tanti libri […]. Soprattutto ha un occhio particolare per la ristorazione italiana e non si limita a tradurre volumi stranieri, ma investe sui nomi di casa nostra e questo è molto importante perché così contribuisce a fare crescere di importanza e considerazione generale i nostri chef, Carlo Cracco, Pietro Leemann, Valeria Piccini, i Santini di Canneto… […].
Fonte: varie
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I festeggiamenti per l’Ottantesimato di Gualtiero Marchesi, decano degli chef italiani, si sono aperti ieri sera al Teatro alla Scala con una cena a sorpresa, presenti 250 amici e i giovani di successo che sono stati suoi allievi: Carlo Cracco (ristorante a Milano), Enrico Crippa (ad Alba), Paolo Lopriore (a Siena), Davide Oldani (a Cornaredo) […].
GIGI PADOVANI, La Stampa 20/3/2010, pagina 22
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[…] Ieri sera nell’antico municipio di Londra, la Guildhall, in piena City finanziaria, la nona edizione del S. Pellegrino World’s 50 Best restaurants (e non chef, ristoranti), serata che ha visto il «Bulli» del catalano Ferran Adrià scavalcato dal «Noma» di René Redzepi a Copenaghen […]. Scivola invece fuori dalle 50 migliori posizioni Carlo Cracco, 71°, titolare a Milano del ristorante che porta il suo nome e che in autunno venne retrocesso anche dal Gambero (la rivista) […].
Paolo Marchi, il Giornale 27/4/2010, pagina 17
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[…] Pur nella profonda differenza degli stili e delle fonti di ispirazione delle varie cucine, si coglie nelle risposte la presenza di un filo rosso che accomuna i massimi interpreti della gastronomia italiana: la grande cucina si costruisce partendo da materie prima di qualità assoluta. Unanimi sul principio, gli chef si dividono fra coloro che affermano la pregiudiziale dell´origine dei prodotti (Romano Tamani, dell´Ambasciata di Quistello, definisce la sua «cucina del territorio, rinascimentale, gonzaghesca, con prodotti locali» mentre Gaetano Alia, di Castrovillari, sceglie «verdure del nostro orto, carni e pesci da fornitori storici») e chi invece, come Carlo Cracco, Aimo Moroni, Nadia Santini e la maggioranza degli altri, dichiara di acquistare il meglio ovunque si trovi. E mentre nessuno dei cuochi interpellati si definisce fautore della cucina molecolare, quasi tutti fanno uso di tecniche moderne di preparazione e di cottura (sottovuoto, a bassa temperatura, con l´abbattitore, eccetera) […].
ENZO VIZZARI, la Repubblica 24/6/2010