Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 06 Lunedì calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "COVACICH

MAURO"

[…] La corsa è un’altra cosa. «Dà la misura di te, è conoscenza di te. Come la scrittura è disciplina interiore e assenza di autoindulgenza», conviene Mauro Covacich ( A perdifiato, Einaudi 2003, tra l’altro) […].
Corriere della Sera 23 febbraio 2008, MARCO DEL CORONA

***
Nuota alternando serie di 12 vasche a stile e 10 a dorso fino a un traguardo di 2 km e mezzo, Mauro Covacich, lo scrittore triestino che per i più è un maratoneta. Facendo girare «il sistema del corpo che pensa», come genialmente l’ha definito, ha prodotto il suo strepitoso A perdifiato. Gira però da un pezzo tra gli amici nuotatori il ritaglio dell’articolo che scrisse sulla prima pagina della Gazzetta dello sport ai tempi dei mondiali di Melbourne, Noi, nuotatori della pausa pranzo: quelli che non si siedono a tavola, fanno il pieno di endorfine e rientrano in ufficio sazi, freschi e belli, con i riccioli umidi e i cerchi da panda degli occhialini sugli occhi. Nel romanzo dell’estate scorsa, Prima di sparire (Einaudi), ci sono accenni al nuoto: scelto in alternativa alla corsa dall’atleta afflitto da un’ernia al disco. «Già - dice - con quel mal di schiena era impossibile correre: ho dovuto entrare in acqua. Con effetto di claustrofobia. Per il sistema del corpo che pensa, in piscina cambiano le variabili. La corsa mette in relazione corpo, mente e ambiente. Mentre nuoti non “senti” che te stesso». Ma si può nuotare all’aperto: basta andare al mare. Nel reportage L’altro Adriatico (in «Nuovi argomenti») scrive di un mare aperto «come sa esserlo solo lui». «È vero, ma quella traversata la feci in barca. Per il nuoto in mare ho una congenita codardia. Il profondo blu m’impanica. Sarà perché si perde il controllo mentale di sé che in piscina crea l’effetto mantra e favorisce l’autoconoscenza. Chi non lo capisce, vuol dire che l’acqua non gli parla» […].
Alessandra Iadicicco, La stampa 16/7/2009

***
CARBONI Aldo - Il talento e la passione. Ritratti italiani. Prefazione di Salvatore Settis. Indice dei nomi. Laterza, Bari 2006.

Contiene
Ritratti di:
[…] Mauro Covacich