Alessandro Merli, Il Sole 24 Ore 5/9/2010, 5 settembre 2010
LO SMASH DEL NUOVO RE DEGLI HAMBURGER - I
l nuovo re degli hamburger è sconosciuto al grande pubblico negli Stati Uniti, ma controlla già uno dei marchi più cari al consumatore americano, quello della birra Budweiser. E per il guru degli investimenti, Warren Buffett, è «un buon amico».
Il miliardario brasiliano, Jorge Paulo Lemann, che, con i suoi soci del fondo 3G , ha acquistato questa settimana Burger King per una cifra attorno ai 4 miliardi di dollari, ama il basso profilo e odia l’ostentazione (il che non gli ha evitato, nel 1999, il tentativo di sequestro di uno dei figli a San Paolo). Ma nel suo paese è una leggenda, creata sui campi da tennis ancor prima che nelle sale della finanza, dove ha costruito una fortuna personale valutata oltre 11 miliardi da dollari dalla rivista Forbes, che lo colloca al 46esimo posto fra gli uomini più ricchi del mondo, per quel che contano queste classifiche.
Campione nazionale in Brasile fin sulla soglia dei quarant’anni e in Svizzera (terra d’origine della sua famiglia), Lemann, che oggi di anni ne ha 71 appena compiuti, ha applicato al business la stessa tenacia e la stessa vena competitiva che lo hanno fatto eccellere nel tennis. Questo precursore di Roger Federer e Guga Kuerten ha fatto il primo passo importante nella sua carriera fondando nel 1971 la banca d’investimento Garantia, partnership modellata in tutto su Goldman Sachs, del quale ha replicato, sul mercato brasiliano, il successo. Lemann ha un feroce attaccamento alla meritocrazia e una fede incrollabile nell’importanza dell’istruzione: attraverso le sue fondazioni finanzia una ricca rete di borse di studio per giovani brasiliani e il Lemann Institute alla University of Illinois, guidato da Werner Baer,uno dei più importanti studiosi dell’economia brasiliana.
Ceduta la banca (nella quale erano con lui fin dagli inizi Carlos Alberto «Beto» Sicupira e Marcel Telles, che tuttora lo affiancano nella 3G) al Credit Suisse First Boston nel 1998 per 675 milioni di dollari, Lemann e i suoi partner si sono dedicati a tempo piano al private equity, dimostrando che non tutti nel settore corrispondono all’immagine affibbiata dai politici, di «locuste» che spolpano aziende sane. Già negli anni 80, hanno rilevato una catena di grandi magazzini moribonda, la Lojas Americanas, trasformandola nella più importante rete discount dell’America latina. Lemann ammette apertamente di essere andato a lezione da Sam Walton, fondatore di Wal-Mart. Anzi, in una rara dichiarazione pubblica, ha spiegato che uno dei vantaggi di venire da un paese in via di sviluppo è la possibilità di apprendere modelli che hanno avuto successo nei paesi avanzati e applicarli nella realtà locale. Oggi l’imprenditore brasiliano mostra di aver appreso così bene la lezione da essere in grado di utilizzarla per percorrere il cammino inverso e fare degli Usa una terra di conquista.
Sotto l’ombrello della GP Investimentos, Lemann, Sicupira e Telles hanno acquistato la storica birra Brahma, fondendola più tardi con un altro marchio in difficoltà, la Antarctica, e poi, nel 2004, la belga Interbrew (Stella Artois): anche se formalmente fu il gruppo belga a rilevare quello brasiliano, sul ponte di comando della nuova entità, la
Inbev , si sono installati tutti gli uomini di Lemann, a partire dal chief executive, Carlos Brito, un maestro del taglio di costi. La Inbev è stata la piattaforma dalla quale i brasiliani hanno lanciato la scalata alla Anheuser Busch ,
produttrice della Bud, vincendo anche le resistenze nazionaliste dei politici locali.
Attraverso la 3G, Lemann e soci hanno rilevato la quota di maggioranza della Csx, uno dei grandi operatori ferroviari Usa: da lì viene Alexandre Behring, altro stretto collaboratore che sarà presidente di Burger King, dove ancora una volta i brasiliani avranno il compito non facile di rivitalizzare una società che langue, nell’ombra del colosso McDonald’s. Per Lemann sarà l’ennesimo set di una partita che, un gioco dopo l’altro, lo ha visto quasi sempre vincitore.