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 2010  settembre 05 Domenica calendario

INTERVISTA - DJ FARGETTA

Proprio così: c’è un italia­no primo in classifica negli Sta­ti Uniti. E mica uno qualun­que: Mario Fargetta, 48 anni, uno dei deejay più famosi in cir­colazione, marito di Federica Panicucci e nome storico di Ra­dio Deejay, da anni habituè del­le top ten a ogni latitudine. Mai così in alto però: stavolta il bra­no The radio , che ha firmato con il nome d’arte Get Far, è al primo posto negli Stati Uniti, parola della bibbia Billboard .
Piccolo particolare: The radio
sfrutta un campionamento del brano Il giocatore di biliardo di Angelo Branduardi dall’al­bum Il dito e la luna del 1998. Un mix quasi incredibile. Dun­que da due settimane Fargetta è il capo della Hot Dance Air­play, ambitissima classifica dei brani dance più trasmessi dal­le radio americane. E per di più, supera campionissimi del ramo come Usher e Katy Perry, terzo e quarta, gente che ha alle spalle battaglioni di discografi­ci e compagnia bella. Insom­ma, bingo (a dimostrazione che quando c’è il talento, il marketing è un optional).
Fargetta, e lei se ne sta lì buono buono. Altri al suo posto metterebbero i ma­nifesti ai muri.
«Ma no, la soddisfazione è immensa. Quando inizi a fare questo lavoro, pensi alla classi­fica americana come a un tra­guardo. Poi dici: figurati se arri­vo fin lì».
E invece.
«E invece, insieme con il musicista Paolo Sandrini, l’anno scorso ho preso un sample (sostanzialmente la struttura musicale -ndr )de Il
giocatore di biliardo ,e l’ho trasformato in una base dan­ce sulla quale la cantante in­glese H Boogie ha cantato un testo nuovo».
Scusi, ma Branduardi lo sa?
«Certo.E lui e il suo manage­ment sono d’accordo. Non fac­cio tiri sporchi a nessuno, io».
Perché ha deciso di chia­marsi Get Far?
«Cinque anni fa, dopoNo mattercon Mario Biondi, ho voluto aumentare il livello di produzione. E ho scelto lo pseudonimo giocando sul mio cognome».
In inglese significa «anda­re lontano».
«Ci ho pensato solo dopo».
E adesso?
«Non trasmetto più su Ra­dio Deejay. Ho detto stop do­p­o le mie ultime avventure di­scografiche».
Insomma, primo posto.
«E dire che un discografico americano, cui il titolare del­la mia etichetta Melodica Re­cords aveva fatto ascoltare il brano, non voleva saperne di lanciarlo».
Complimenti.
«Diceva: no, non ci interessa. Poi qualche radio ha iniziato a trasmetterlo e, attraverso il mio myspace, mi sono accorto che al pubblico piaceva. Così lui ci ha richiamato assicuran­do: tranquilli, faccio io la pro­mozione».
E l’Italia?
«Quando è uscito,The radio
è stato primo su iTunes e anco­ra adesso è tra i 150 brani più scaricati. Ma è anche il più tra­smesso nella Repubblica Ce­ca. E tra poco partirà la promo­zionein Germania, Olanda e
Russia».
Già nel 2006 conShining staraveva fatto il botto.
«Brano più trasmesso dalle radio francesi. Mi si sono aperte le porte del mondo».
Oltretutto il momento è fa­vorevole: ora i deejay sono vere rockstar.
«Come Vasco Rossi. Si esibi­scono di fronte a venti, tren­ta, anche cinquantamila per­sone. E, anche a livello di con­cezione e di scenografia, so­no show di altissimo livello».
I deejay ora sono la fran­gia più creativa del pop.
«Intanto la dance è riesplosa. E di sicuro i deejay, che sono molto a contatto con il pubbli­co, sanno che cosa piaccia alla gente,tra l’altro molto più infor­matadi prima»
I migliori del mondo, se­condolei.
«In ordine sparso: Guetta, Tiësto, Swedish house mafia (i dj Axwell, Steve Angello e Seba­stian Ingrosso), Armin van Bu­uren e Luciano».
Bob Sinclar no?
«Secondo me altri sono su­periori ».
Per la precisione, com’è il concerto di un deejay?
«Per i nomi più grandi, si trat­ta di “suonare” al novanta per cento musica propria. Solo il dieci spetta a brani di altri. Però gente come Tiësto promuove esclusivamente i propri di­schi ».
E lei?
«Faccio sempre più date (e ringrazio il grande lavoro di Francesco Andrisani). Nel mio set ci sono tanti dischi miei. Ma crescerò ancora».
Come?
«Il mio prossimo brano si intitola Free e non sfrutta sam­ple di canzoni del passato. Tutto originale. Per Federica è “cool”.E lei, una donna fan­­tastica che ha un intuito cali­bratissimo, ha l’ultima paro­la sulla mia musica perché ci azzecca sempre».