Massimo Gramellini e Carlo Fruttero, La Stampa 5/9/2010, pagina 80, 5 settembre 2010
STORIA D’ITALIA IN 150 DATE
11 ottobre 1962
Un prete conciliante
«Procedamus!». Si apre il Portone di Bronzo e appare un corteo pomposo di guardie nobili, guardie svizzere, camerieri d’onore, camerieri segreti. Dietro di loro, coperti da mitre e mantelli di ogni foggia e colore, i 2498 padri conciliari. Infine lui, in sedia gestatoria, tra due flabelli di piume di struzzo. Quando, quattro anni prima, ha annunciato il Concilio Vaticano II, il segretario di Stato ha confidato a un gesuita: «Il Papa è temporaneamente impazzito». I cardinali lo avevano eletto perché facesse, e durasse, il minimo indispensabile. Ma il bergamasco Angelo Roncalli, Giovanni XXIII, ha spiazzato la Curia e i luoghi comuni, dimostrando che si può essere moderni e anticonformisti anche a 77 anni. La Chiesa italiana si dibatte fra anime inconciliabili. Da una parte la scuola per poveri di don Milani, il quale anticipa il Sessantotto affermando che «l’ubbidienza non è più una virtù». Dall’altra le campane a morto fatte suonare in tutta la diocesi dal cardinal Lercaro, contro la giustizia italiana che ha condannato un prete di Prato per aver definito «pubblici peccatori e concubini» una coppia sposatasi in Comune. Paolo VI vivrà queste contraddizioni in modo alto e tormentato. Papa Giovanni è altrettanto profondo ma più semplice. I fedeli e i parroci dei paesi, che grazie alla tv vedono per la prima volta un Pontefice in azione, si rallegrano nel riconoscerlo così simile a loro.
È sera, la sua sera. Dopo il corteo mattutino, il Concilio ha sciolto le vele. Giovanni XXIII sa che non ne vedrà l’approdo: il tumore allo stomaco non gli concede molto tempo. Però l’impronta è stata data. Il suo lascito non sarà un’ideologia, ma un metodo: l’apertura verso tutti, credenti e non credenti. Ha ricevuto la figlia di Kruscev in Vaticano e (ancora da cardinale di Venezia) ha inviato un messaggio al congresso del Psi. Il giornalismo interpreta le sue mosse come una benedizione al centrosinistra nascente. Nella sostanza le encicliche di Roncalli non si spostano dal solco tradizionale della Chiesa. Ma lo stile, certo, è cambiato. Dopo lo scomunicatore di comunisti Pio XII, fa effetto un Papa che distingue fra «l’errore» e «l’errante», nei cui confronti si deve essere disposti alla comprensione e al perdono. Un Papa che visita i detenuti a Regina Coeli e stasera, la sua sera, si affaccia dalla finestra dello studio per salutare la luna e benedire la folla di piazza San Pietro. «Ritornando a casa, date un carezza ai vostri bambini e dite loro che questa è la carezza del Papa». Il buonismo dei cinici non è ancora stato inventato.