DANIELE MASTROGIACOMO, la Repubblica 6/9/2010, 6 settembre 2010
articolo + tabella - L´ETA ANNUNCIA UNA TREGUA SCETTICO IL GOVERNO ZAPATERO - L´Eta chiede una tregua
articolo + tabella - L´ETA ANNUNCIA UNA TREGUA SCETTICO IL GOVERNO ZAPATERO - L´Eta chiede una tregua. Vuole abbandonare la lotta armata che conduce da mezzo secolo. Ha bisogno di trattare una resa, vuole entrare nella legalità, conquistare i suoi spazi politici con sistemi democratici e non violenti. Punta a sciogliersi e a candidarsi, con un nuovo nome e sotto una nuova bandiera, alle prossime elezioni municipali dei Paesi Baschi nel 2011. Con un video trasmesso alla Bbc e al quotidiano in lingua basca Gara, l´organizzazione fondata il 31 luglio del 1959 da un gruppo di studenti e intellettuali nazionalisti di ispirazione marxista-leninista rompe il silenzio degli ultimi due anni e propone un cessate il fuoco «per avviare una soluzione democratica» al processo di indipendenza della regione, «affinché attraverso il dialogo e il negoziato, tutti noi, cittadini baschi, possiamo decidere il nostro avvenire in forma libera e democratica». Letto da uno dei tre militanti incappucciati, probabilmente una donna, seduti dietro un tavolo e davanti ad un drappo che riporta i colori e i simboli dell´organizzazione (un serpente arrotolato su un´ascia), il documento apre uno scenario del tutto nuovo nel sanguinosissimo scontro tra il governo centrale di Madrid e l´Eta, ritenuta responsabile di 829 morti in 52 anni di attività terroristica. Nonostante la cautela e il comprensibile scetticismo del governo Zapatero, la mossa di "Euskadi Ta Askatasuna" viene esaminata con grande attenzione in queste ore dal ministro degli Interni Alfredo Rubalcaba. L´organizzazione non indica chiaramente se si tratta di una proposta di tregua temporanea o definitiva. Non fissa dei paletti, un percorso del negoziato. Chiede al governo spagnolo, genericamente, «di convenire a delle condizioni democratiche minimali necessarie per avviare il processo democratico». Estende la sua proposta alla comunità internazionale (Parigi e Bruxelles, soprattutto), come garante «di una soluzione duratura, giusta e democratica». Scettiche le reazioni di tutti i partiti spagnoli. La scia di sangue e il fallimento degli 11 cessate il fuoco proposti dall´organizzazione dal 1981 hanno disilluso anche i più ottimisti. Per il primo ministro José Luis Zapatero (Psoe) «è troppo poco». Il Psoe e Izquierda unida insistono: «Ben venga una tregua, ma l´Eta deve rinunciare definitivamente alla lotta armata». La nuova iniziativa non giunge del tutto inaspettata. Analisti e osservatori spagnoli ricordano che sin dal marzo scorso c´erano stati precisi segnali di distensione e inviti a cessare le azioni armate. Nel febbraio del 2010, il gruppo della cosiddetta sinistra "abertzale" basca, durante due viaggi in Sudafrica e nell´Irlanda dell´ex Ira, aveva pubblicamente invitato i resti di una struttura falcidiata dagli arresti e senza più un direttivo, ad avviare un negoziato su base democratica. Le difficoltà di Eusko Alkartasuna (Ea), il partito nazionalista basco, e la messa al bando di Batasuna, il braccio politico dell´Eta, escluso dall´arena politica nel 2003, avevano spinto Arnaldo Otegi, Rufi Etxeberria e Rafael Diez Usabiaga, tre esponenti di Batasuna, a promuovere pubblicamente «un negoziato per via politica e pacifica» al problema basco. La valenza politica della nuova proposta dell´Eta è stata sottolineata ancora ieri mattina da altri quattro esponenti della vecchia Batasuna. Si sono presentati in un albergo di San Sébastian e hanno definito l´annuncio «di un valore fondamentale per l´avvio di un processo di pace democratico». Le valutazioni e le analisi dei quotidiani spagnoli restano caute. Tutti sono convinti che si tratti di una prima offerta. Se ci sarà una tregua, spiegano, sarà per dosi. E´ comunque chiaro che sulla svolta dell´Eta pesa la raffica di arresti degli ultimi mesi. Solo quest´anno sono stati catturati 68 tra dirigenti e militanti, tra i quali il capo, il suo vice e il responsabile militare. Le tappe 1959 Sotto la dittatura franchista, un gruppo di studenti di ispirazione maoista fonda Eta Euskadi Ta Askatasuna (Paese basco e libertà) 1968 Primo omicidio: vittima un agente della Guardia Civil 1973 Il 20 dicembre un attentato a Madrid uccide il primo ministro e braccio destro di Franco, Luis Carreo Blanco 1974 Una bomba in un caffè della capitale uccide 12 persone: è la prima strage 1979 Approvato lo Statuto di Gernika che regola l’autonomia delle province basche 1983 Lo Stato crea il Gal, gruppo paramilitare clandestino, per eseguire omicidi mirati di membri dell’Eta 1987 L’attentato più sanguinoso: 21 morti per una bomba in un supermercato 1995 Il leader della destra Jose Maria Aznar scampa allo scoppio di un’autobomba 2005 Il parlamento respinge il progetto dell’indipendenza basca approvato dall’assemblea regionale 2009 Alla vigilia dei 50 anni dell’Eta, due attentati alla Guardia Civil: 2 morti, 65 feriti