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 2010  settembre 06 Lunedì calendario

LITE AL CAMPIELLO. SUL DÉCOLLETÉ

Libri e décolleté. La polemica del dopo Campiello quest’anno non insegue la classifica. C’entrano gli apprezzamenti di Bruno Vespa verso la vincitrice del Campiello Opera Prima, Silvia Avallone: 26 anni, alta, avvenente, con una scollatura profonda. Mentre l’autrice di «Acciaio» saliva sul palco, a Vespa è scappato un complimento di troppo sulle femminee grazie. La sortita non è piaciuta a Michela Murgia, la scrittrice che ha trionfato al Campiello con il romanzo «Accabadora». «Vespa non mi è piaciuto. Il suo comportamento verso la Avallone è stato di cattivo gusto». VENEZIA — Libri e decolleté. La polemica del dopo-Campiello quest’anno non insegue la classifica, i pronostici sfumati, come talvolta è accaduto nelle passate edizioni. Certo, lo scrittore/operaio Antonio Pennacchi contava di vincere con il suo «Canale Mussolini» e forse Gad Lerner, giornalista tv, sperava di meglio per «Scintille. E così sia. Allora? Cherchez la femme. Ma la cultura e la scrittura qui non c’entrano.
C’entrano piuttosto gli apprezzamenti di Bruno Vespa verso la vincitrice del Campiello Opera Prima, Silvia Avallone: 26 anni, alta, avvenente, in abito bianco lungo, con una scollatura profonda. A farla breve, mentre l’autrice di «Acciaio» saliva sul palco, a Vespa è scappato un complimento di troppo sulle femminee grazie, rinforzato da un sorriso vagamente malizioso. Pubblico in sala, al Gran Teatro La Fenice, dove si svolgeva l’evento, e telespettatori a casa. Serata, come prevede il copione, tra cultura, spettacolo, mondanità. Ma la sortita del conduttore, sulla quale l’interessata ha sorvolato («Ero emozionata, non mi sono neppure resa conto»), non è affatto piaciuta a Michela Murgia, la scrittrice nella cinquina dei finalisti, che ha trionfato al Campiello con il romanzo «Accabadora». Fatto sta che, calato il sipario, il giorno dopo si accendono altri riflettori.

Con una dichiarazione, secca, riportata da un’agenzia di stampa, della tosta Michela: «Vespa non mi è piaciuto. Il suo comportamento verso la Avallone e gli apprezzamenti sono stati di cattivo gusto. Se li avesse fatti a me, avrebbe avuto la risposta che si meritava». Commento a caldo? Neanche per idea. La Murgia, appena atterrata nella sua Sardegna, risponde al telefono e rincara la dose: «Quando c’è di mezzo una donna, si va sempre a parare sul corpo. Non importa la sua intelligenza, non importa se viene festeggiata, premiata, perché ha scritto un libro importante. Tutto si svilisce, si riduce alla carne». Quindi, aggiunge alcuni dettagli sull’episodio. «Ho sentito bene le parole di Vespa — racconta — che ha perfino invitato la regia ad inquadrare il bel decolleté di Silvia. Inqualificabile. Io e Gad Lerner abbiamo incrociato gli sguardi, sbalorditi». Afferma, decisa: «In altre tv d’Europa, a un conduttore non sarebbe permesso di comportarsi così».
E Vespa? Esterrefatto pure lui, replica brevemente: «L’apprezzamento alla Avallone era fatto con molta grazia. La Murgia dimostra di non avere senso dell’umorismo. Ad majora». Sdrammatizza anche Silvia Avallone, con una risata. Poi argomenta: «Innanzitutto bisogna valutare il contesto in cui certe cose si dicono. Non eravamo in un’aula universitaria. L’evento, certo, riguardava un premio culturale; tuttavia, in un’atmosfera di levità». «A onor de vero — continua — ero così emozionata e felice di essere su quel palco che neppure mi sono resa conto degli apprezzamenti di Vespa. Comunque, è ovvio che vengono prima i libri dei vestiti». Conclude: «Rispetto il punto di vista di Michela Murgia e mi fa piacere che abbia dato peso all’accaduto. Del resto, la considero una sorella maggiore. Una persona da cui ho molto da imparare, soprattutto per la scrittura».