Alessandro Zangrando, Corriere.it 30/8/2010, 30 agosto 2010
Tinto Brass, dopo aver avuto un ictus il 18 aprile, s’è ripreso bene. È stato accudito da Caterina Varzi, avvocato e psicanalista: «Sono rimasto dieci giorni senza conoscenza
Tinto Brass, dopo aver avuto un ictus il 18 aprile, s’è ripreso bene. È stato accudito da Caterina Varzi, avvocato e psicanalista: «Sono rimasto dieci giorni senza conoscenza. Quando aprivo gli occhi vedevo Caterina e le dicevo: che bel viso». Quando iniziò la fase di riabilitazione, Brass pensò al suicidio, ma così la Varzi gli fece cambiare idea: «Arrivai con un grande giradischi, comprato a Vicenza, con un disco di Boris Vian, Le Déserteur. Su queste note, lui che aveva difficoltà a parlare, iniziò a cantare in francese, ha voluto ascoltare il disco cinque-sei volte di seguito e cantava, cantava e si illuminava». Ora il regista si sente cambiato: «La vera trasgressione oggi è l’amore. Ho inseguito la libertà attraverso l’eros, rimuovendo la morte e la vecchiaia, trasformando il sesso in un’ossessione. Ho superato questa fase: confrontandomi con la morte l’ho accettata. Non può essere il sesso l’obiettivo finale. Conta di più la sfera affettiva».