La Stampa 6/9/2010, 6 settembre 2010
QUANTO COSTA BREVETTARE UNA BUONA IDEA
Nonostante la crisi, siamo sempre un popolo di inventori. In un anno di difficoltà economiche come il 2009 sono state presentate in Italia 66.460 domande di deposito di brevetti e marchi, con un incremento del 2,2%: un andamento positivo, che va dall’1,7% del deposito di disegni al 2,1% dei marchi, al 2,4% delle invenzioni, al 5,3% dei modelli di utilità. Un segnale di dinamismo del sistema e dei singoli cittadini. Un buon segno anche per il battesimo del nuovo Codice della proprietà industriale, entrato in vigore quattro giorni fa. Ma come si deve muovere chi vuole brevettare un’idea?
Come si fa
Le idee non sono brevettabili. Sono brevettabili dei congegni, dei supporti fisici, dei disegni, dei marchi, ma non le pure idee che non siano state in qualche modo materializzate. Inoltre il Codice stabilisce norme contro gli abusi e le contraffazioni e ribadisce la non brevettabilità del corpo umano, di invenzioni contrarie alla dignità umana, di una semplice sequenza di Dna e di varietà vegetali e animali. Per brevettare e proteggere un’idea, è consigliabile avvalersi di esperti piuttosto che seguire la strada del fai da te.
Le mosse
Il primo passo è informarsi sul mercato, per non dover scoprire che la nostra invenzione è già stata realizzata da altri. Un utile supporto è la rete degli sportelli diffusi sul territorio presso Camere di commercio e Università dei Pip e dei Patlib (Patent information point e Patent library), nati per la diffusione delle informazioni a livello europeo. Presso questi uffici è disponibile personale che fornisce assistenza e la consultazione di banche dati. L’altra mossa è visitare il sito dell’Ufficio italiano marchi e brevetti, presso il ministero dello Sviluppo, per avere le prime risposte ai quesiti dell’aspirante Archimede (www.uibm.gov.it).
Quanto costa
Per registrare un brevetto in Italia e mantenerlo in vita si va da un minimo di 50 euro (sintesi telematica) fino a 600 euro per il riassunto cartaceo dell’idea oltre le 50 pagine. Per la tutela ogni anno oltre al quarto si pagano dai 60 ai 650 euro sino al ventesimo, oltre il quale l’invenzione è libera. Vanno aggiunti gli utilizzi di consulenti privati, che cambiano a seconda del progetto e ammontano almeno a 2-3 mila euro. Per la tutela a livello mondiale di un paio d’anni è consigliabile seguire la procedura Pct (Patent cooperation treaty), depositando la domanda presso la Wipo di Ginevra, l’organizzazione mondiale della proprietà intellettuale.
L’inventore dipendente
Molte invenzioni avvengono in imprese e università, che si accollano i costi. Mentre nel settore pubblico e nelle università in Italia l’inventore-ricercatore può registrare l’invenzione a titolo personale, avvalendosi di beni e conoscenze frutto anche di altri, nelle aziende private l’invenzione è di proprietà aziendale e il dipendente può ottenere un riconoscimento e un equo compenso.
Le aree creative
I Paesi più inventivi sono Stati Uniti, Giappone, Germania e Corea. In Italia le regioni più creative sono Lombardia, Emilia Romagna e Piemonte.