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 2010  settembre 05 Domenica calendario

FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ALLAM

Khaled Fouad"

«Khaled Fouad spiega in Lettera a un kamikaze che oggi il musulmano che si getta nell’omicidio-suicidio sogna una grandezza perduta dell’Islam, cerca ”la fragranza di un passato che non tornerà più”.
(Khaled Fouad, Lettera a un kamikaze, Rizzoli 2004; Mirella Serri, L’espresso 27/5/2004)

Nell’Islam la mano sinistra è la mano del male, del diavolo, della impurità. In ogni caso, come ricorda Fouad Khaled Allam, l’orrore per questo presunto giudizio [l’amputazione di una mano come punizione per un furto] «è uguale per tutti, musulmani e cristiani»; la pretesa di far giustizia per via privata è un ritorno alla notte dei tempi oscuri. Un Islam liberale non solo esiste, ma rifiuta decisamente di applicare la legge della sharia come se non fossero passati 1400 anni nella storia delle nostre società.
(Mimmo Candito, La Stampa 02/01/2003)

Cos’è la visione culturalista del problema islamico? L’idea che "fra le caratteristiche delle società musulmane vi sia l’impossibilità di elaborare una riflessione critica, a causa del dominio del religioso sull’intera società. Una tale incapacità di esercitare lo spirito critico verso il proprio mondo dipenderebbe da un divario cronologico fra le società occidentali e l’islam, dovuto all’assenza di una filosofia dei lumi nel mondo musulmano" "Nel mondo musulmano l’intellettuale non è obbligatoriamente un intellettuale organico, perché il fenomeno della dissidenza, della contestazione (dell’ordine stabilito, del controllo sui testi sacri, dell’autorità del clero) è una costante nella storia dell’islam, soprattutto nel mondo sunnita. Quella della dissidenza (zandaqa) nell’islam è una storia tragica, fatta di processi, di condanne a morte, di autodafé. Ogni volta che l’islam ha espresso pulsioni di libertà o tentativi di riforma, si è verificata una reazione conservatrice da parte dei poteri istituiti o della società". Ma "oggi tutto ciò si configura entro un quadro drasticamente diverso da quello dei decenni scorsi, perché l’ordine geopolitico mondiale è sconvolto dal terrorismo e dall’angoscia securitaria"
(Khaled Fouad Allam, ”la Repubblica” 9/10/2003).

«Carta dei valori, della Cittadinanza e dell’Immigrazione», che ha visto la luce per iniziativa del ministro Giuliano Amato e del sottosegretario Marcella Lucidi dopo un’istruttoria durata molti mesi. [...], il documento scritto da un comitato scientifico (composto dai professori Carlo Cardia, Roberta Aluffi Beck, Khaled Fouad Allam, Adnane Mokrani, Francesco Zannini), dedica un intero paragrafo alla «laicità» e alla «libertà religiosa»: «I principi di libertà e i diritti della persona non possono essere violati nel nome di alcuna religione».
(Dino Martirano, Corriere della Sera 24/4/2007)

[Gian Maria Vian] Da agosto farà scrivere [sull’Osservatore] l’intellettuale di origine algerina Khaled Fouad Allam, che «Repubblica» aveva ingaggiato per sostituire un Allam ben più famoso, Magdi, passato al «Corriere della sera». Tutto è possibile, insciallah. Se Dio vuole, anche questa collaborazione ci sarà. Il Papa desidera che L’Osservatore sia luogo di confronto. E’ la grande lezione di Ratisbona.
(Stefano Lorenzetto, Panorama 28/3/2008)