FRAMMENTI, 5 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ALGRANATI
Rita"
Dopo una militanza in Potop e in altre formazioni della estrema sinistra romana, entrò a far parte delle Brigate Rosse col nome di battaglia ”Camillo”, e tra la fine del 1979 e l’inizio del 1980 abbandonò l’organizzazione con la moglie Rita Algranati (nome in codice ”Marzia”).
(Aldo Grandi, L’ultimo brigatista, Bur, 2007, 215 pagine, 9,80 euro).
Rita Algranati, ex brigatista rossa della «colonna romana», è approdata in una prigione italiana senza alcuna procedura di estradizione nel gennaio del 2004, venticinque anni dopo i fatti per i quali era stata condannata. Dietro le sbarre s’è messa a a studiare, ha completato gli esami del corso di laurea in Lingue e civiltà orientali. Voleva fare la tesi sui dialetti arabi, ma il professore ha detto che sarebbe dovuta andare sul posto. «E io non posso», ironizza. Deve scontare cinque ergastoli. Per il sequestro di Aldo Moro è stata assolta, ma dopo che il verdetto definitivo alcuni ex compagni hanno raccontato che c’era pure lei la mattina del 16 marzo 1978 in via Fani: era la ragazza con il mazzo di fiori in mano, e diede il segnale che le auto del presidente democristiano stavano arrivando. Oggi è l’unica di quel gruppo brigatista chiusa in prigione.
(Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 14/10/2008, pagina 26).
Tra le donne c’è Rita Algranati, brigatista della «colonna romana» che nel 1979 lasciò le Br e l’Italia, si rifugiò prima in Nicaragua e poi in Algeria. Solo nel 2004 fu arrestata grazie a una «consegna» concordata tra il servizio segreto italiano e le autorità algerine, che dalla sera alla mattina la fece ritrovare in Egitto dove alcuni di funzionari di polizia arrivati da Roma l’hanno presa e portata in carcere. Da quel momento ha cominciato a scontare i cinque ergastoli a cui è stata condannata, quando la sua storia con le Br era chiusa già da un quarto di secolo.
(Giovanni Bianconi, Corriere della Sera15/10/2008, pagina 11)
Cossiga: «I sequestratori e gli assassini di Aldo Moro sono tutti fuori tranne Rita Algranati, che sono andati a riprendere in Algeria da pochi anni, solo perché gli era sfuggita prima. E’ un’ingiustizia».
(Giovanni Bianconi, Corriere della Sera 15/01/2009)
Il 13 luglio 1979 una scarica di pallettoni sparati da un’auto in corsa ferì a morte il comandante del Nucleo carabinieri del tribunale di Roma Antonio Varisco; e quel comandante Mori lo conosceva molto bene. Per anni e anni, i servizi segreti italiani hanno tentato di arrestare il killer, e il 15 gennaio del 2004 il Sisde diede istruzione a venti poliziotti egiziani di fermare due persone all’aeroporto del Cairo: i nomi erano quelli di Rita Algranati e Maurizio Falessi, ricercati, tra le altre cose, per l’omicidio di Varisco.
(Claudio Cerasa, Il Foglio 12/12/2009)