Edoardo Segantini, Corriere della Sera 4/9/2010, 4 settembre 2010
LOS ANGELES, LE AUTO CHE SI PARLANO VIA INTERNET QUANDO LA SPINTA ALL’HI-TECH VIENE DALLA DIFESA
Discutendo di tecnologia, si fanno spesso confronti con l’America trascurando il peso dei finanziamenti militari. Tipico esempio è il progetto «Talking cars», curato da Mario Gerla e Giovanni Pau della University of California Los Angeles (Ucla). Le auto parlanti usate nel campus delimitato da Sunset Boulevard (il Viale del Tramonto del film di Billy Wilder) hanno un sistema interattivo che garantisce ai guidatori informazioni via Internet su traffico, meteo e sicurezza alla velocità di 300 megabit al secondo. Il progetto, pur essendo di utilità civile, ha un’origine militare e finanziamenti misti: dall’11 Settembre un team del laboratorio di Los Alamos coordina una ricerca anti-attacchi terroristici. Agli scienziati delle principali università sono affidati singoli «pezzi» del programma. Il gruppo Gerla-Pau lavora sulle «auto che si parlano» partendo dall’ipotesi di dover evacuare una città di 600 mila abitanti. Nel tempo il progetto è andato acquisendo un secondo obiettivo: trasformare le auto in sensori della qualità dell’aria. Gli studi ambientali dimostrano infatti che l’inquinamento è variegato come il microclima. Su una superficie immensa come Los Angeles (250 chilometri dall’Oceano al deserto), zone più calde si alternano a zone più fresche, aree più inquinate ad aree più pulite. Rilevare le differenze è essenziale. Interessante notare che il progetto è stato aperto anche all’Europa e all’Asia con la creazione di un gruppo di lavoro di cui fanno parte, oltre ai produttori di hi-tech, le amministrazioni di Brescia e di Macao. La città lombarda, con l’Ucla, sta studiando un sistema di mobilità multimodale capace di sfruttare la rete wireless e i social network per incentivare i cittadini all’uso di sistemi di trasporto eco-compatibili. Tutto questo non sarebbe però stato possibile senza gli input e i fondi del Pentagono.