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 2010  settembre 04 Sabato calendario

BETTENCOURT E LA FIGLIA, NUOVI VELENI

Parigi — Una liquidazione non inferiore a 800 mila euro in cambio di informazioni e alleanza. L’accordo tra Claire Thibout, contabile della signora Liliane Bettencourt, e la figlia Françoise Bettencourt-Meyers, venne sancito in una lettera spedita da quest’ultima l’11 luglio 2007 e finita ieri sulla prima pagina del Figaro. La prova, secondo gli avvocati della 87enne miliardaria accusata di evasione fiscale, che le clamorose testimonianze rese da Claire Thibout sono state comprate.
La Thibout è il personaggio chiave del caso Bettencourt-Woerth, la donna che ha trasformato i già notevoli guai fiscali della terza fortuna di Francia in un enorme scandalo politico: è stata lei ad accusare Liliane Bettencourt di avere offerto denaro a Eric Woerth, allora tesoriere dell’Ump e oggi traballante ministro del Lavoro, per finanziare le attività del partito e forse anche la campagna elettorale del futuro presidente Nicolas Sarkozy.
Nella lettera, Françoise Bettencourt-Meyers ringrazia la contabile per le informazioni che le ha fornito e che «corroborano i sospetti in particolare sugli abusi di certe persone dell’entourage» della madre. Il riferimento è a François-Marie Banier, il fotografo accusato di avere plagiato la miliardaria, e a Patrice de Maistre, il gestore del suo immenso patrimonio. «Possiamo immaginare la situazione delicata nella quale vi trovate — si legge nella lettera — e siamo quindi sensibili al vostro impegno di darci, al momento opportuno, il vostro aiuto». Una sensibilità monetizzata in alcune centinaia di migliaia di euro: Claire Thibout sa che sta per essere licenziata, e prevede di ricevere da Liliane Bettencourt circa 300 mila euro di liquidazione; Françoise Bettencourt-Meyers le promette di integrare quella cifra fino a farla arrivare a un totale di 800 mila euro. Promessa mantenuta: Claire Thibout ha poi ricevuto due assegni da 200 mila euro l’uno.
Per l’a vvocato di Li liane Bettencourt, Georges Kiejman, la lettera dimostra che le due donne hanno concluso un «patto di corruzione». Secondo l’avvocato della contabile, Antoine Gillot, il documento indica che la sua cliente ha scelto di aiutare Françoise, «ma questo non significa in alcun modo che la testimonianza di Claire Thibout sia stata comprata».
La prova dell’accordo getta comunque un’ombra sulla credibilità e la spontaneità delle dichiarazioni della contabile, e quindi potrebbe offrire un po’ di sollievo al ministro Woerth, ormai alle corde. Due giorni fa Woerth ha dovuto ammettere quel che aveva sempre negato, cioè di avere scritto una lettera al presidente Sarkozy per convincerlo a concedere l’onorificenza della Legion d’Onore a Patrice de Maistre, braccio destro di Liliane Bettancourt e datore di lavoro della moglie di Woerth. Non solo il ministro Woerth è accusato di avere preso soldi per sostenere illegalmente il partito; al cuore dello scandalo c’è anche il suo conflitto di interessi, perché da novembre 2007 a giugno 2010 la moglie Florence Woerth ha lavorato per Clymène, la società di de Maistre che gestisce il denaro versato da L’Oréal a Liliane Bettencourt. A dimostrare i legami di ferro tra i Woerth e l’impero Bettencourt, ieri la Tribune de Genève ha pubblicato la foto della residenza ginevrina di Château-Banquet: qui, nel lussuoso appartamento dei Bettencourt, era solita soggiornare Florence Woerth in viaggio di lavoro per la Clymène.
Sarkozy ieri ha tiepidamente ribadito la sua fiducia a Woerth. Al ministro si chiede un ultimo sforzo: affrontare le manifestazioni di piazza previste per il 7 settembre e portare a termine la contestata riforma delle pensioni. Poi potrà essere sacrificato.