FRAMMENTI, 4 settembre 2010
Tags : Carmine Alfieri
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "ALFIERI
Carmine"
I processi a Gava sono finiti con l’assoluzione con formula piena: «Innanzi tutto » hanno scritto i giudici dell’appello nella sentenza «è stata conseguita prova certa che tra i Gava e l’associazione camorristica guidata da Carmine Alfieri non vi è mai stato un rapporto o un contatto diretto.
(Panorama 16/11/2006, pag.78 Lino Jannuzzi)
I napoletani continuano a essere inafferrabili nella gestione dei traffici per mare, gli introvabili fratelli Russo, i boss nolani eredi dell’impero che fu di Carmine Alfieri, secondo informative dei carabinieri, fanno latitanza su navi, non toccano mai terra, sempre in giro, per Mediterraneo e oceani.
(L’Espresso 15/03/2007, pag.48 Roberto Saviano)
Carlo Buglione, finito sotto inchiesta con il fratello Antonio e insieme assolti: secondo il Tribunale di Nola, i contatti con Antonio Buglione confessati dal boss Carmine Alfieri non costituivano reato.
(Fabrizio Gatti, ”L’espresso” 1/6/2007)
[Umberto Ammaturo] estradato, un mese e mezzo
dopo viene rinchiuso nel carcere di Lanciano, lo
stesso che ospita Carmine Alfieri.
(Voce Ammaturo, Catalogo dei viventi 2009, scheda 9083)
[Ferdinando Cesarano] quando gli
contestano che il capo della federazione, Carmine
Alfieri, era suo padrino di cresima, risponde che si
trattò di un caso. [...]. Dal confronto
tra lui e Carmine Alfieri (diventato collaboratore
di giustizia), il 28 febbraio 1994. Alfieri: «Compariello,
voi sapete quanto vi voglio bene. Io conosco
il vostro animo. Voi mi avete dato tutto, per questo
voglio dirvi una cosa ora, non sapendo se vi rivedrò
più: è finita la storia». Cesarano: «Io vi ho conosciuto
una volta, undici anni fa a Pompei, e basta.
Se mi conoscete non mi dovevate far venir qua.
Non mi sento bene. Voi che volete?». Alfieri: «Ma
chi penserà ai vostri figli? Se ho fatto questo passo
è stato per darvi l’esempio. Voi avete sentimenti
nobili». Cesarano: «Se mi volete salvare, dite che
non ho fatto niente, voi lo sapete». Alfieri: «Vorrei
farmi la vecchiaia tra venti anni con voi. Abbiamo
creduto in cose sbagliate» • Si schiera con Carmine
Alfieri, nel 1981, quando i cutoliani ammazzano
Giuseppe Allocca • Tra i più fedeli collaboratori
di Carmine Alfieri, tanto da conoscere tutti
i suoi nascondigli segreti, è sempre prescelto nei
commando degli omicidi eccellenti: Alfonso Rosanova,
braccio destro di Cutolo; strage degli uomini
di Valentino Gionta, socio di Lorenzo Nuvoletta
(agosto 1984); assassinio dell’imprenditore Antonio
Malventi (legato a Carmine Alfieri e poi sospettato
di avere venduto alle forze dell’ordine alcuni affiliati);
omicidio di Peppe Rocco, l’affiliato che a
un certo punto aveva deciso di mettersi in proprio
(estate 1991, nell’agguato rimane ucciso anche
Mimmo Sarmino). Quando Alfieri gli aveva ordinato
di ammazzare Rocco, Cesarano si era opposto
(«Compare, lei vuole ammazzare il mio più caro
amico»), ma dopo avere eseguito l’ordine, andò a
fare le condoglianze al padre (il tempo di andare a
casa a lavarsi e a togliersi gli abiti schizzati di sangue)
(dalle dichiarazioni di Pasquale Galasso).
(Voce Cesarano, Catalogo dei Viventi 2009, scheda 6487)
[Fabbrocino] Non entrerà nemmeno nel direttivo della
Nuova Famiglia, per non sottomettersi al capo,
Carmine Alfieri, salvo chiedergli il benestare
quando decide di allargarsi nella zona di Ottaviano
e di San Gennaro Vesuviano (presidiata dai fratelli
Striano, legati ad Alfieri da rapporti di comparaggio).
Alfieri non lo nega, a costo di danneggiare
gli Striano, per non accendere un conflitto
con un clan che è diventato forte, e per non perdere
un alleato contro Cutolo. [...] Fabbrocino vorrebbe conquistare Castellammare di Stabia (dominata dal clan di Michele
D’Alessandro), e gli altri non ci stanno a rischiare
di morire inutilmente. A mediare interviene Carmine Alfieri. � a questo punto che i Russo e i D’Avino lasciano il Fabbrocino e si mettono con
Alfieri.
(Voce Fabbrocino, Catalogo dei viventi 2009, scheda 7719)
[Pasquale Galasso] In carcere invece scopre
subito una certa affinità con un altro detenuto,
Carmine Alfieri (ufficialmente commerciante
di mobili, invece fa lo strozzino e gestisce bische
clandestine), e in sala colloqui piano piano prende
confidenza anche col di lui fratello che lo va a
trovare, Salvatore Alfieri; a loro volta il padre e il
fratello di Pasquale, don Sabatino e Nino, quando
lo vanno a trovare, fanno conoscenza con Salvatore
Alfieri, e insomma va a finire che si fanno delle
belle chiacchierate tutti insieme. [...] Comunque, venendo
a sapere che Luigi Bifulco (cugino di Agostino)
sta assoldando dei killer per farlo fuori, prima
di essere ammazzato organizza lui stesso un
agguato (con Pasquale Langella e Antonio Federico)
e il 29 agosto 1980, di proprio pugno, lo uccide
e per poco non ammazza anche il figlio. Questo
atto gli fa conquistare definitivamente la stima di
Carmine Alfieri, che se lo porta dietro, a Marano,.
nella tenuta di Lorenzo Nuvoletta, per discutere
le strategie da attuare per contrastare la Nuova
Camorra Organizzata [..] Il suo arresto è il segnale
che c’è una spaccatura all’interno della NF. Tanto
è vero che, dopo, Carmine Alfieri, che insieme a
Marzio Sepe aveva prestato a Pasquale 400 milioni,
manda a chiamare il fratello di Pasquale, Martino,
per chiedergli indietro i soldi. Scaricato dai
suoi compari, Galasso si pente. All’inizio non convince
completamente gli inquirenti (dice e non dice),
finché, l’11 settembre, le sue dichiarazioni
portano dritto all’arresto di Carmine Alfieri
[Voce Galasso, Catalogo dei Viventi 2009, scheda 12017]
Carmine Alfieri accetta di fare da padrino a Salvatore [Russo],
che in cambio gli fa da scorta nel trasferimento
da un covo a un altro.
[Voce Salvatore Russo, Catalogo dei Viventi 2009, scheda 937]
I processi di camorra iniziati dopo il pentimento dei due capi della Nuova famiglia, Carmine Alfieri e Pasqualino Galasso.
(Fabrizio d’Esposito, Il Riformista 5/2/2010)