Simona Bertuzzi, Libero 3/9/2010, 3 settembre 2010
CHI CI CREDE A UNA AGNELLI CHE SI VESTE A 19 EURO?
Deve essere andata così. Si è svegliata una mattina un tantino annoiata. Si è messa un velo di rossetto. Il foulard fucsia stile inviata di guerra. Poi ha indossato il cardigan nero da 19 euro e 95. E in men che non si dica era la testimonial con tanto di volto, ricci e mezzobusto della campagna pubblicitaria della Ovs Industry, uno dei marchi low cost più in voga fra chi vuol rifarsi il guardaroba senza rimetterci il portafoglio e la pace in famiglia. Immortalata, la bella signora, dall’abile scatto del fotografo Scott Schuman che non è un fotografo qualunque ma il padre del sito “The Sartorialist”, che non è un sito qualunque ma un sito di moda e tendenze talmente blasonato da aver reso a Schuman un posto d’onore alle sfilate di moda accanto alla terribile e famosissima Anna Wintour.
Una modella fra mille? Nossignori. Basta leggere la didascalia di fianco alla foto comparsa sui quotidiani di mezza Italia per scoprire che la modella in questione è Ginevra Elkann, figlia dello scrittore Alain e di Margherita Agnelli, sorella di Lapo e John, nipote dell’avvocato e niente meno che vice presidente della Pinacoteca Agnelli. Una tosta. Che ne capisce di cinema tanto da aver collaborato con Bertolucci e Minghella. Che si intende di arte tanto da presiedere la Pinacoteca di famiglia. Che con un nonno così racconta candidamente alla stampa e al mondo intero di dipendere sempre dagli altri («prima o poi dovrò decidermi a prendere la patente»). Una preparata e riservata, lontana mille miglia da mondanità, fotografi e giornalisti. Ginevra, va detto, ha posato insieme ad altri volti noti: Anna Cataldi e Jacaranda Caracciolo Falck, Jessica Einaudi, Alessandra D’Urso e molti ancora. E i
commentatori di mezzo
mondo hanno plaudito all’iniziativa come a un’operazione di straordinaria umanità.
Sottoscriviamo. L’intento è nobile. Anzi nobilissimo. Nel caso di Ginevra i proventi andranno infatti in beneficenza a un’associazione che lotta contro la sindrome di Williams. Mentre l’intera campagna sostiene i progetti di Save the children, la più grande organizzazione mondiale impegnata nella difesa dei bambini.
NOBILI INTENTI
Plauso dunque all’iniziativa. Ma diciamocelo: quanto c’entra una Elkann con un cardigan da 19 euro e novanta? O
una Jessica Einaudi con un giubbino da 39 e euro e 95 centesimi? O una Jacaranda Caracciolo Falck con un caban da 59 euro e 95? Poco o niente. Tanto per raccontare due aneddoti alla casalinga (se ce n’è una) che si immedesima con tutti gli spot che vede e davvero ci crede alla favola della nobildonna che esce dalla Pinacoteca Agnelli e va all’Ovs a comprare bodini e lenzuola per il rampollo Giacomo: Ginevra si è sposata due volte non per bisogno di ribadire il concetto ma perché fra i nobili usa così con Giovanni Gaetani dell’Aquila D’Aragona. Nientemeno. La prima volta una cerimonia intima, è trapelato per miracolo
nell’esotica dimora di Marrakesh della nonna Marella Agnelli. La seconda volta in pompa magna nella villa Ovazza di Moncalieri di proprietà di Alain Elkann. Settecento invitati. Lei bellissima nel vestito bianco e grigio rigorosamente firmato Lanvin (che non è proprio l’Ovs).
Il vino Antinori e il menù “sostanzioso” firmato Daturi&Motta (e composto da insalata caprese “concentrata”, da involtini di bresaola e “seirass” e poi pizza e timballo di pasta). Gli invitati? I coniugi Tronchetti Provera, l’avvocato di famiglia Franzo Grande Stevens, Clementina di Montezemolo, Filippo e Moira de Robilant, Gabriele Galateri ed Evelina Christaillin, Mario Monti, Giancarlo Cerutti, Gerardo Braggiotti.
L’IMPORTANZA DEI DETTAGLI
Dettagli di mondanità. Che non fanno venir meno tutta la stima e simpatia del mondo per la giovane Ginevra Elkann. Ma davvero il gioco funziona? Davvero ve la immaginate sfoggiare a villa Ovazza di Moncalieri, a una cena con i coniugi Tronchetti Provera, un cardigan da 19 euro e 50? Si dice che la campagna è costruita su persone vere, diverse per età, professione, attitudine e notorietà. Si dice. Ma poi finisce come con la sinistra. Che predica salamelle agli operai di Melfi ma poi festeggia nei salotti con champagne e caviale. Nossignori. La casalinga dell’Ovs mica ci casca.