Carlo Bonini, la Repubblica 4/9/2010, 4 settembre 2010
APPALTI E VERDETTI PILOTATI ASSEGNO SOSPETTO A DE LISE - C´è
un nuovo nome in cima all´agenda istruttoria della Procura di Perugia. In qualche modo cruciale per ruolo, implicazioni politiche e posizione nel sistema di relazioni sin qui fotografato dall´indagine sui Grandi Appalti.
È Pasquale De Lise, 73 anni, napoletano, magistrato da mezzo secolo, già presidente del Tar del Lazio, unico "consultore" di "Propaganda Fide" per l´amministrazione del patrimonio immobiliare della Congregazione sopravvissuto alla gestione Sepe e ancora in carica, amico personale di Angelo Balducci e, soprattutto, dal 22 giugno scorso, su espressa indicazione del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta e del premier Berlusconi, Presidente del Consiglio di Stato, massimo organo della giustizia amministrativa. Già apparso nelle prime cronache che avevano accompagnato in febbraio gli arresti di Anemone & co., De Lise torna ora al centro dell´attenzione dei pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi sulla scorta di una segnalazione di operazione finanziaria sospetta della Banca d´Italia e di un supplemento di indagine del Ros dei carabinieri di Firenze su alcune intercettazioni telefoniche che lo riguardano.
E´ storia di queste ultime settimane. La Banca d´Italia segnala infatti alla Procura che, nel luglio dello scorso anno, sul conto del magistrato viene versato un assegno per un importo che sfiora i 250 mila euro. Una cifra importante, sulle cui ragioni il Nucleo Tributario della Guardia di Finanza sta al momento conducendo accertamenti, ma che inquieta i pubblici ministeri per due buone ragioni. La prima: il traente di quell´assegno è un noto avvocato amministrativista, «che – chiosa una fonte investigativa – non si comprende quale rapporto avesse con il magistrato al punto da giustificare il trasferimento di un importo di quella entità». La seconda ragione è in un´informativa del Ros dei carabinieri che, nel rileggere un´intercettazione del 26 febbraio 2008, allunga un´ombra importante sul ruolo di De Lise e ne conferma la centralità negli equilibri del Sistema Anemone-Balducci. Al telefono, in quell´inverno di due anni fa, sono il costruttore Emiliano Cerasi (titolare della "Sac") e Fabio De Santis, allora provveditore alle opere pubbliche della Toscana. Cerasi si è aggiudicato l´appalto per il nuovo teatro di Firenze, ma l´impresa concorrente, la "Giafi" di Valerio Carducci ha presentato ricorso al Tar del Lazio per quell´aggiudicazione che considera tanto inopinata quanto illegittima. Cerasi è preoccupato. «Carducci utilizza l´avvocato Izzo che è molto pericoloso specialmente in Consiglio di Stato – dice a De Santis - Ma proprio molto pericoloso… Quindi bisogna…io metterò Patrizio». Quel nome, "Patrizio", per molti mesi nulla dice al Ros. Fino a quando non ne viene a capo. "Patrizio" è Patrizio Leozappa, avvocato amministrativista crocevia degli incontri riservati di Angelo Balducci, Diego Anemone e del suo commercialista Stefano Gazzani. Un «facilitatore». Ma, soprattutto, il genero di Pasquale De Lise. La scelta di Cerasi, dunque, non è casuale. Come gli esiti che produce. Il 16 aprile del 2008, infatti, il ricorso di Carducci viene respinto e, coincidenza, la decisione (la numero 2203) porta la firma di quel Tar Lazio di cui De Lise è presidente. C´è di più. I carabinieri scoprono che gli avvocati che assistono Cerasi di fronte al Tar hanno i loro uffici nello stesso appartamento e stabile di Roma in cui ha sede lo studio di Leozappa: via Bocca di Leone 78. Che, guarda caso, è un immobile di proprietà di "Propaganda Fide", la Congregazione di cui De Lise è "consultore". Ce ne è abbastanza per convincere il Ros che la decisione del Tar abbia l´odore del verdetto pilotato. Non fosse altro perché, 2 anni, dopo, quando De Lise non è più presidente, quel verdetto viene ribaltato dallo stesso Tar del Lazio che accoglierà il ricorso di Carducci. Una decisione che sarà confermata dal Consiglio di Stato che riterrà di dover trasmettere gli atti dell´intera vicenda alla Corte dei Conti viste le macroscopiche irregolarità di aggiudicazione della gara.
Fonti investigative riferiscono che la posizione di De Lise nell´indagine di Perugia verrà valutata nei prossimi giorni. Se i pm ne decidessero l´iscrizione, sarebbe il secondo magistrato, dopo Achille Toro, a fare ingresso nel registro degli indagati. Quel Toro su cui, per altro, l´indagine ha segnato durante l´estate un altro passo avanti. Interrogato, Massimo Sessa, dirigente del ministero delle infrastrutture, ha confermato, per esserne stato testimone, che, nel gennaio di quest´anno, poco prima degli arresti disposti da Firenze, Balducci venne informato dell´inchiesta sulle grandi opere che conduceva la Procura di Roma dall´avvocato Edgardo Azzopardi, che aveva avuto quale suo confidente Camillo Toro, figlio del magistrato.