ANGELO AQUARO, la Repubblica 3/9/2010, 3 settembre 2010
ESPLODE AL LARGO UN´ALTRA PIATTAFORMA LOUISIANA, TORNA L´INCUBO DELLA MAREA NERA - WASHINGTON
La maledizione del Golfo è una macchia di petrolio lunga due chilometri che brucia al largo di Vermilion Bay, Louisiana. La maledizione del Golfo sono 13 poveracci scaraventati in acqua per salvarsi dall´esplosione dell´ennesima piattaforma quattro mesi dopo il rogo assassino della Deepwater Horizon. La maledizione del Golfo è l´allarme scattato alla Casa Bianca mentre Barack Obama è rinchiuso nello Studio Ovale con il suo consigliere per la sicurezza. Bobby Jindall ora dice che il flusso di petrolio è stato arrestato e che tutti i sette pozzi nella zona della piattaforma sono stati chiusi: ma il governatore della Louisiana è l´uomo che rimprovera a Obama di aver fermato per eccesso di sicurezza le trivellazioni in profondità. E poi più di qualcosa non quadra in questo incidente che assomiglia troppo al disastro che la Bp nelle prime ore non voleva riconoscere: anche questa compagnia, Mariner Energy, assicura troppo frettolosamente che non c´è stata nessuna perdita e dopo una giornata di notizie contraddittorie garantisce che l´incendio è finito e smentisce perfino l´esplosione.
La paura è tanta. A quattro mesi dall´esplosione del 20 aprile che ha provocato 11 morti e il più grande disastro ambientale d´America l´incidente ancora senza un perché riaffaccia in tutto il mondo l´incubo della macchia nera. Certo la Vermilion Block 380 non è la Deepwater: lavorava ad appena 340 piedi di profondità e per questo non rientrava nella moratoria che Obama ha imposto solo alle trivellazioni in profondità e che scade il 30 novembre. La piattaforma della Bp si era tuffata fino a 5mila piedi per succhiare l´oro nero dalle viscere del pozzo Macondo. E lì al disastro della fuga di gas si era aggiunta la vergogna dei Bop - le cerniere di sicurezza - che non avevano funzionato. Stavolta invece - spiega alla Cnn l´esperto Dan Van Nieuwenhuise - i preventer sono scattati e quindi «non ci sarebbe più rischio di perdite». E la macchia nera che si allunga intorno alla piattaforma? Il pennacchio di fumo che ancora una volta si innalza nel bel mezzo del Golfo? Non è petrolio fuoriuscito dai pozzi ma perso dalla piattaforma «che del resto non era impegnata nella produzione attiva». Il portavoce della Casa Bianca Robert Gibbs assicura che l´amministrazione «è pronta a intervenire in caso di allarme ambientale». Ma le notizie si rincorrono senza certezza.
L´allarme scatta alle 9.19 del mattino di New Orleans con due telefonate alla Guardia Costiera. «C´è una piattaforma che brucia al largo di Vermilion Bay»: pochi chilometri a est del luogo dov´è esplosa la Deepwater. Si alzano in volo sette elicotteri e due aeroplani e almeno cinque imbarcazioni si lanciano verso il luogo del disastro. I poveretti che cercano rifugio in acqua sono salvati da un´imbarcazione che passa da lì: la Crystal Clear raccoglie tutti e 13 gli operai che in un primo momento sembravano dispersi. Si parla di un ferito grave ma la notizia non è confermata.
Bill Colclough della Guardia Costiera cerca di riportare la calma. Quando in Italia è già notte racconta che «tutti i dispersi sono stati recuperati e stanno bene. L´incendio è finito: non si vede nessuna perdita». Spiega Gene Beck della Texas A&M University che probabilmente la piattaforma sarebbe esplosa per una fuga di gas. Ma non c´è conferma.
La Mariner Energy è una compagnia di Houston che sbandiera un miliardo e 200 milioni di debiti e che un´altra società indipendente, l´Apache Corporation, ha annunciato ad aprile di volere acquistare. Non solo: dal 2000 a oggi la piattaforma è stata protagonista di almeno altri quattro incidenti. Per due volte aveva preso fuoco. E la revisione di tutti gli impianti promessa dal governo dopo il disastro? I nuovi certificati che anche chi opera a bassa profondità ha l´obbligo di esibire?
Proprio nei giorni scorsi la Bp ha dovuto rimandare la chiusura definitiva del pozzo maledetto per le condizioni del tempo: gli uragani stanno sferzando gli Usa, l´allarme continuerà fino a metà ottobre. Ma adesso la paura dell´America non è più Earl che minaccia di sferzare la costa dell´Atlantico. È questa esplosione misteriosa che rilancia la maledizione infinita del Golfo.