Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2010  settembre 04 Sabato calendario

DIECI GIORNALI DATI PER MORTI. TUTTI HANNO SUPERATO LA CRISI


A volte ritornano. E sono di carta. L’editoria americana dei quotidiani fa la conta di chi è sopravvissuto alla fase acuta del declino del settore, sconquassato dal crollo della raccolta pubblicitaria, delle diffusioni e dall’avvento delle pubblicazioni digitali. Agli inizi di settembre dello scorso anno, Time aveva pubblicato la lista delle dieci testate americane che più rischiavano di chiudere i battenti, mentre c’era già chi si affrettava a dire che la carta stampata avrebbe adbicato nel giro di dieci anni.

Difficile smentire le previsioni a medio termine. Nell’immediato, vediamo chi si è estinto e chi no nell’arco di 18 mesi, con una premessa: 8 su 10 erano dati per spacciati.

Il Philadelphia Daily News, formato tabloid da 100 mila copie e staff ridotto, è ancora al suo posto in edicola, nonostante fosse sull’orlo della bancarotta. Stesso discorso per il Minneapolis Star Tribune, che poteva sopravvivere trasferendosi in blocco su Internet, o sperare nella chiusura del rivale Pioneer Press. Fra le testate più blasonate, il Miami Herald, con le sue 200 mila copie, è rimasto sotto il sole della Florida. Il Detroit News non ha chiuso, tantomeno il Boston Globe, nonostante le traversie economiche del gruppo The New York Times, che anzi è tornato a respirare nell’ultima trimestrale. E che dire del San Francisco Chronicle? I manifesti funebri sono un po’ sbiaditi, ma ci sono ancora e rammentano come la testata californiana perdesse 70 milioni di dollari (54 milioni di euro) nel 2008 e che l’unica possibilità fosse quella di saltare sul treno dell’online, ma solo a metà 2009, dunque confidando molto nella bontà divina.

Seppure con dolorosi tagli, i giornali delle metropoli americane grandi e medie sono rimasti là dov’erano, a testimonianza della validità dell’informazione locale: è stato così anche per Chicago Sun-Times, New York Daily News, Fort Worth Star-Telegram e Cleveland Plain Dealer. Ancora qualche numero: i posti di lavoro che mancano all’appello si attesterebbero attorno al 20%, mentre solo 11 dei 1.400 quotidiani a stelle e strisce hanno realmente chiuso i battenti, cioè meno dell’1%. Resta da capire che cosa accadrà alla carta, quando i tablet pc di Apple, Samsung, Sony e concorrenti cominceranno a girare veramente a regime.