ANDREA MALAGUTI, La Stampa 3/9/2010, pagina 25, 3 settembre 2010
“Basta zucchero sul ciuccio: fa male al bebè” - All’improvviso hanno scoperto che non fa più bene
“Basta zucchero sul ciuccio: fa male al bebè” - All’improvviso hanno scoperto che non fa più bene. Anzi, che forse lo zucchero somministrato ai neonati nel tentativo di sollevarli dal dolore durante un prelievo di sangue, o magari una flebo di antibiotici, può essere persino dannoso per il cervello. Dunque è meglio fermarsi, sedersi un attimo e cercare di capire. «Rischiamo di fare del male ai bambini solo perché ci pare di vedere un’espressione simile al sorriso sul loro volto quando leccano un po’ di saccarosio. Beh, secondo le nostre ricerche non conta niente». Con la voce che hanno gli imperatori cinesi quando ordinano una decapitazione e occhi neri e lucidi incollati su un ovale pallido, la dottoressa Rebecca Slater, che all’University College di Londra guida il Medical Research Council, responsabile dello studio pubblicato dalla rivista «Lancet», mette la pietra tombale su una pratica largamente usata negli ospedali del Regno Unito. «Inutile insistere, il saccarosio non offre alcun contributo al trattamento della sofferenza». Si passa una mano tra i capelli neri e sentenzia. «E’ meglio che i nostri dottori cambino strada. Consiglio di aspettare nuove indagini prima di utilizzare ancora lo zucchero». Esagera? Neena Modhi, professore di medicina neonatale all’Imperial College, si stringe nelle spalle. «Sembrava che lo zucchero svolgesse bene la sua funzione. Ma se i risultati dello studio sono certi vorrà dire che ci adegueremo. Come? Al momento non lo sa nessuno». All’inizio di maggio una ricerca condotta su milleseicento bambini dall’Università di Toronto e pubblicata da «Archives of Disease in Childhood» aveva sostenuto l’opposto. Secondo il professor Arne Olhsson, responsabile dell’indagine, una soluzione dolce al momento della vaccinazione sarebbe ad esempio in grado di rendere meno pesante il momento della puntura. «Le probabilità di pianto si riducono del 20%. Mezzo cucchiaino di zucchero e la sofferenza passa. O per lo meno si riduce». Considerazioni condivise dalla Cochrane Review, una sorta di autorità internazionale in materia. Un abbaglio? «Semplicemente hanno usato dei parametri sbagliati. Noi no», sentenzia secca la Slater. E il professor Giuseppe Ferrari, primario emerito all’ospedale Mauriziano di Torino, sembra darle ragione. In queste settimane sta finendo di scrivere un libro dal titolo: I bambini crescono nonostante gli adulti. «Da vecchio pediatra dico che ai neonati purtroppo puoi fare dire tutto e il contrario di tutto e che sarebbe interessante capire qual è il senso di ricerche come quella canadese. Ma di sicuro in un neonato il pianto non è mai espressione di dolore, piuttosto è una richiesta di attenzione, che è un discorso completamente diverso. La funzione consolatoria dello zucchero la possono svolgere anche un ciuccio o un dito della mano, ma che il saccarosio allevi la sofferenza proprio non riuscirei a dirlo». E che procuri danni al cervello? «Neppure».