Alessandra Farkas, Corriere della Sera 02/09/2010, 2 settembre 2010
BARNES
& NOBLE, CHIUDE LA LIBRERIA SIMBOLO DI NEW YORK — «Chi la fa, l’aspetti», è il duro giudizio offerto dai lettori dell’Huffington Post alla notizia che il colosso dei librai americani Barnes & Noble alla fine di gennaio chiuderà il negozio di quattro piani sulla 66a Strada a Broadway, proprio di fronte al Lincoln Center, considerata una delle sue sedi più importanti e prestigiose. Il motivo: l’affitto dell’immobile è diventato troppo caro per le sue finanze sempre più in crisi. «Questa dopotutto è la stessa catena che ha fatto fallire innumerevoli librai indipendenti», nota Julie Bosman sul New York Times, «perché incapaci di competere con i suoi prezzi stracciati». Tra questi c’era anche il leggendario Shakespeare & Company, un’istituzione newyorchese fino alla sua chiusura, nel 1995, quando Barnes & Noble inaugurò la sede sulla 66˚Strada, uno dei suoi ben 720 negozi sparsi da un angolo all’altro del Paese.
Quindici anni più tardi i ruoli si sono invertiti e anche quest’ultimo finisce vittima di un’industria in profonda trasformazione che ha visto l’ascesa incontrollata degli acquisti di libri online, a scapito delle librerie tradizionali. Per colpa di Amazon, assurto secondo molti al ruolo di «cattivo di turno», Barnes & Noble negli ultimi anni è stato costretto a chiudere anche le sedi di Astor Place e Chelsea, sempre a Manhattan — il rivale Borders ha subito una sorte analoga — e, secondo indiscrezioni, presto potrebbe annunciare ulteriori tagli.
«È stato un anno difficilissimo per Barnes & Noble», nota il Wall Street Journal, dopo che il presidente Len Riggio ha annunciato che metterà in vendita la compagnia. Proprio queste disavventure crescenti, ironicamente, hanno prodotto l’insperato risultato di riabilitare il gigante agli occhi di molti che ieri esortavano a boicottarlo. «Molti newyorchesi che un tempo lo consideravano un bullo pigliatutto adesso lo guardano con affetto e nostalgia», spiega Monica Blum, presidente del Lincoln Square Business Improvement District, «per la città Barnes & Noble è diventato un luogo pubblico di ritrovo insostituibile». E il problema è forse proprio questo. La maggior parte della gente che tutti i giorni varca la soglia del negozio non lo fa per acquistare libri ma per bere un caffè al bar del 4˚piano o sedersi in terra a leggere libri e riviste, senza doverli poi acquistare. «È la fine di un’era — spiega il Times — le panchine in città sono sempre più rare e i newyorchesi che vogliono ritrovarsi, al di fuori dei loro striminziti appartamenti, non hanno più un posto dove andare». Tower Records e Blockbuster hanno già chiuso i battenti e Starbuck è sempre più in crisi.
Alessandra Farkas