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 2010  settembre 02 Giovedì calendario

LA DANZA URBANA INVADE BOLOGNA

Se non avete mai sentito parlare di arte pubblica, questa è l’occasione buona: ha inaugurato ieri e prosegue fino all’11 la XIV edizione di Danza Urbana, primo Festival Internazionale di Danza nei Paesaggi Urbani in Italia. Bologna invasa dai ballerini? “Più o meno - racconta Massimo Carosi, direttore artistico della manifestazione. Di sicuro le compagnie che abbiamo scelto balleranno ovunque, dalla Pinacoteca Nazionale a ex mercati”. E’ questo la danza urbana, ballare ovunque? “C’è un pubblico potenziale maggiore di quello che va a teatro ma i luoghi deputati alla danza non rappresentano né quel pubblico né questo tipo di arte, per sua stessa natura mobile, libera, sempre in rapporto allo spazio”. Per questo ballate per le strade? “Non deve per forza essere un luogo all’aperto. L’importante è che la coreografia integri l’ambiente e il pubblico nello spettacolo. La danza è “urbana” se immersa nella città”. Per esempio? “Una volta, a Potenza, abbiamo usato un cavalcavia. Una compagnia di danza aerea ci fece una creazione site specific: usavano funi e sfruttavano la dimensione verticale. Nella settimana di prove la gente si fermava a guardare. La sera della performance arrivarono 1400 persone. Da allora quel ponte, che è sui libri di architettura, è diventato un luogo integrato nell’immaginario urbano di Potenza”. Quindi la danza anche come forma di rivalutazione del territorio? “Certo. I luoghi riorganizzano la coreografia almeno quanto l’inverso. I linguaggi artistici contemporanei non vivono senza la gente, gli spazi della quotidianità, la realtà della vita. Chiudere l’arte in luoghi specifici è ormai un atteggiamento culturale vecchio: l’arte è fatta di chi la fa e di chi la fruisce”. Ogni coreografia quindi è evento unico: “E gli spettacoli trasformano per sempre i luoghi e la loro percezione”. Ci sono molti giovani? “Sono loro che più si lanciano nel contemporaneo e oltre. La nostra mission è inserire artisti emergenti nelle reti internazionali”. L’8, per esempio? “Al MAMbo si esibiscono Alessandro Sciarroni e ZDDNTR, sono compagnie giovanissime del progetto “Anticorpi explo”, che a sua volta appartiene alla rete nazionale “Anticorpi XL”, la giovane danza d’autore non convenzionale”. Nella stessa giornata presentate la pubblicazione di “Altre velocità”: “E’ un gruppo di giovani critici, saremo allo spazio Salara, sede dell’Arci Gay, antico deposito del sale”. Molto lavoro anche con gli artisti del territorio: “Domani e sabato la compagnia Le Supplici presenta una prima nazionale nella Pinacoteca e il 6 e 7 Simona Bertozzi porterà 12 danzatori nei 5800 mq della pensilina dell’ex mercato ortofrutticolo ora in disuso”. Il 9 un progetto fatto da ragazzi: “Can I è un gruppo di lavoro nato l’altranno su commissione del Festival, con Cristina Rizzo. Lunedì e martedì faranno 7 performance sparse per Bologna per tutto il giorno”. Molto interessante anche il lavoro di Enzo Cosimi, l’11: “”La stanza del principe” è una prima assoluta. Ha un taglio sociopolitico, identifica Siegfried de Il Lago dei Cigni con un senza fissa dimora. Ci sono molte riprese degli homeless, verranno proiettate al Neon Campobase, un’ex officina” . E adesso, dopo aver fondato il network internazionale dei festival promotori della danza nei luoghi pubblici della quotidianità, “Città che ballano” (36 festival in 21 paesi del mondo), anche un premio? “Il Premio GDA, Giovani Danz’Autori, che fa parte della rete Anticorpi XL serve a dare futuro ai giovani artisti”.