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 2010  settembre 02 Giovedì calendario

IL TURISMO SUPERA L’ESAME ESTATE

-Un’estate "tiepida", forse non molto soddisfacente per gli operatori, ma, grazie a un agosto vivace, alla fine è risultata migliore delle previsioni. Insomma il barometro della stagione estiva 2010, pur in uno scenario a pelle di leopardo, ha segnato un sostanziale tempo stabile: il flusso dei turisti sulle autostrade, ai valichi di frontiera e anche nelle stazioni balneari è rimasto sui livelli del 2009; il volume dei pacchetti vacanze ha raggiunto i livelli dell’anno scorso, superandolo lievemente; gli albergatori lamentano un calo del giro d’affari ma nelle grandi città il numero di persone che ha deciso di non andare in vacanza è rimasto pressoché quello dell’anno prima.
Agosto rimane il mese centrale delle vacanze in Italia, senza trascurare luglio: secondo la Fipe, la Federazione dei pubblici esercizi, dei 32 miliardi di euro spesi complessivamente dai turisti nel quadrimestre giugno settembre, ben undici sono concentrati nel mese di agosto, a cui si aggiungono i nove miliardi di luglio. Si tratta di 13 miliardi spesi in negozi e pubblici esercizi, almeno 5 negli alberghi, altri 3 nelle attività di intrattenimento, 3,5 per locazioni e circa 3 nei trasporti.
Ma la domanda è: gli italiani quest’estate si sono mossi?A giudicare dalla raccolta rifiuti nelle grandi città, il dato non è cambiato rispetto al 2009. E infatti Autostrade per l’Italia conferma che, nel periodo giugnoagosto, sono stati registrati 14,3 milioni di chilometri percorsi, in linea con l’anno prima quando aveva segnato una crescita dell’ 1,2%. Meglio sul Brennero: «In agosto – osserva Paolo Duiella, ad di Autostrade del Brennero – abbiamo registrato addirittura una crescita dei passaggi del 3 per cento. Mentre in luglio ha prevalso la stabilità». Sul valico italo francese del Frejus invece gli autoveicoli leggeri sono balzati addirittura del 9,3% in luglio e del 3,8% in agosto.
La meta preferita delle vacanze è stata ovviamente il mare. E qui «il pre-consuntivo delle località balneari – commenta Aureliano Bonini, presidente della società di ricerca Trademark Italia – è in chiaroscuro, anche se le premesse erano peggiori. Si sono difese bene poche regioni: Marche in testa, ma hanno tenuto la riviera emiliano-romagnola, il Friuli e la Puglia. Maluccio invece il Tirreno con punte negative per le mete lontane, anche se di qualità, come Sicilia e Sardegna».
Secondo Bonini l’onda lunga delle ferie accorciate è ormai un dato strutturale: «È sufficiente - conclude – accorciare la vacanza di un giorno per ciascun turista e l’azienda Italia perde 1,5 miliardi».
Anche Luca Battifora, direttore commerciale di G40 Travel group, temeva un altro anno negativo ( il suo network però è cresciuto del 6%). «Nel 2009 – dice il manager – il mercato ha fatto un salto all’indietro del 18% in termini di ricavi. Quest’anno invece i volumi venduti sono rimasti invariati, anche se la spesa media e i ricavi per gli operatori sono calati». Assotravel, il network delle agenzie di viaggio (detengono il 95% del mercato dei pacchetti dei tour operator, circa 5 miliardi) conferma il trend, annunciando un +4% della stagione 2010 – nonostante la nube vulcanica e l’inquinamento del golfo dell Messico –. Non molto rispetto al crollo dell’anno prima «ma è pur sempre un’inversione di tendenza».
Sul territorio, Assobalneari, che riunisce gli imprenditori balneari, segnala un buon andamento delle stazioni in Puglia e un dato di sostanziale stabilità per la dorsale adriatica e il litorale laziale, una condizione di debolezza per Campania e Calabria ma un netto arretramento per il Nord della Sardegna. Nel turismo delle città d’arte, hanno fatto meglio Venezia e poi Firenze. Estate "fredda" invece in Liguria, regione in cui il turismo ha un ruolo centrale. Secondo il preconsuntivo, luglio si sarebbe attestato sui valori del 2009 mentre agosto avrebbe segnato una flessione. «Non abbiamo ancora dati ufficiali –spiega Angelo Berlangieri, assessore regionale al Turismo – ma, in virtù di un preconsuntivo abbozzato sul territorio, la sensazione è di un calo intorno al 7-10%». Tra le cause del minor afflusso di visitatori in Liguria, Berlangieri non trascura di mettere in conto l’avversa congiuntura economica e le cattive condizioni climatiche di parte della stagione. Senza dimenticare le carenze strutturali. A questo scenario si sottrae il capoluogo regionale. «Non abbiamo ancora dati alla mano – spiega Gianni Vassallo, assessore comunale al Turismo – ma l’andamento di Genova appare in controtendenza rispetto al resto della Liguria. Si tratta di un trend che abbiamo già rilevato a primavera –aggiunge Vassallo – e che accredita Genova di un suo posizionamento nell’ambito delle città ad attrazione turistica, un ruolo guadagnato attraverso un cambio di mentalità da parte degli operatori e grazie a un’operazione di restyling urbanistico iniziata con le Colombiane del ’92 e proseguita con il ruolo di capitale europea della cultura nel 2004». (hanno collaborato Marco Ferrando e Serena Riselli)