2 settembre 2010
Tags : Roberta De Monticelli
FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DE MONTICELLI
ROBERTA"
2010
[La lettera di Roberta De Monticelli a Repubblica dove si dissocia dalle parole del preside Don Verzé]. DON VERZE’, LA NEODOTTORESSA E QUELLA NOMINA-LAMPO A DOCENTE Insegno Filosofia della Persona alla Facoltà di Filosofia dell´Università Vita Salute San Raffaele. Scrivo queste righe per dire: non in mio nome. Non è certamente in mio nome che oggi il nostro Rettore, don Luigi Verzé, intervenendo come è suo diritto alla cerimonia delle proclamazioni delle lauree, si è rivolta alla sola candidata Barbara Berlusconi, che giungeva oggi a conclusione del suo percorso triennale, chiedendole se riteneva che potesse nascere una Facoltà di economia del San Raffaele basata sul pensiero dell´autore sul quale verteva la sua tesi (Amartya Sen), e invitandola a diventare docente di questa Università, in presenza del Presidente del Consiglio, il quale assisteva alla cerimonia.
Intendo dissociarmi apertamente e pubblicamente da questa che ritengo una violazione non solo del principio della pari dignità formale degli studenti, non solo della forma e della sostanza di un atto pubblico quale una proclamazione di laurea, non solo della dignità di un corpo docente che il Rettore dovrebbe rappresentare, ma anche dei requisiti etici di una istituzione universitaria d´eccellenza quale l´Università San Raffaele giustamente aspira ad essere.
Fonte: Roberta De Monticelli, la Repubblica 21/7/2010; vedi anche schede 1384425 e 217710.
2009
[Sul caso Englaro]. Attorno al diritto all’autodeterminazione e all’idea di libertà di coscienza dei cattolici si è costituito un gruppo di filosofi: da Vito Mancuso a Roberta De Monticelli, […], le «intelligenze più acute del cattolicesimo italiano», come li ha definiti Luigi Manconi su L’Unità.
Fonte: Daniela Monti, Corriere della Sera 7/2/2009.
[Sulla morte delle ragazze nella Rivoluzione iraniana Roberta De Monticelli prende spunto dalla condizione di Neda Soltani:] «una condizione che è più simbolica dell’abito che Neda indossava, i jeans, le scarpe da tennis. E’ l’abito della ragionevolezza umana, la filosofia, questa religione dell’evidenza, questo abito di riflessione che è, come sappiamo da tutta intera la nostra storia, capace anche di farsi ribellione e sacrificio: ma che non può, una volta indossato, mai dismettersi. E’ l’abito che fa libero chi lo porta, per amore e curiosità del mondo, per meraviglia e desiderio di conoscenza, e perché più dei jeans e delle scarpe da tennis è l’abito della libertà. E’ l’abito del dubbio critico, ma anche della fermezza etica».
Fonte: Giorgio Dell’Arti, Gazzetta dello sport 25/6/2009.
I curatori [di Storia della Filosofia di Reale e Antiseri], accanto a pensatori più noti […] hanno recuperato anche figure meno conosciute con percorsi particolari, come la husserliana Roberta De Monticelli.
Fonte: Pierluigi Panza, Corriere della Sera, 16/1/2009.
2008
[…] Bruno Mondadori, con una prefazione di Roberta De Monticelli, edita "La religione della ragione" di Marco Vannini.
Fonte: Armando Torno, ”Corriere della Sera” 12/1/2008.
Il giorno dopo [che Giuseppe Betori, segretario uscente della Cei, dichiarasse che sull’interruzione o meno delle cure «non spetta alla persona decidere»] la filosofa Roberta De Monticelli scrive sul Foglio che «questa dichiarazione è la più tremenda, la più diabolica negazione dell’esistenza della possibilità stessa di ogni morale», e con ciò sancisce «l’addio a qualunque collaborazione diretta o indiretta con la Chiesa cattolica italiana».
Fonte: Vito Mancuso, Corriere della Sera 6/10/2008.