Frammenti Vari, 2 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE “DE GIOVANNI
DANIELE”
L’uomo nuovo dell’entourage, colui che in 9 mesi è diventato il personaggio più potente di Palazzo Chigi si chiama Daniele De Giovanni: è un palermitano di 46 anni, con le ”credenziali” giuste (ex Iri e ex Università di Bologna) e che si è trasformato nell’ombra di Prodi. Silenziosissimo, enigmatico, «Degio» accompagna il Professore ovunque, a fare jogging, al centro anziani e da Bush. Nelle riprese televisive il suo viso è puntualmente dietro quello di Prodi, è il primo ad arrivare a Palazzo Chigi e l’ultimo ad andarsene e per questo i suoi detrattori lo chiamano «il tappo», colui che impedisce agli altri di avvicinare confidenzialmente il Capo.
E guarda caso l’altro collaboratore più stretto di Prodi, Silvio Sircana, è l’anti-De Giovanni (Fabio Martini, la Stampa 16/3/2007)
Daniele De Giovanni, l’ultimo dei grandi consiglieri rimasto sulla plancia di comando. Per lui, infatti, passano oggi tutti i principali dossier del governo, e non certo come le pratiche di un avvocato passano dal tavolo della segretaria. (segue dalla prima pagina) Per le sue mani passa insomma tutto quel complesso ordito che gli avversari hanno etichettato come neodirigismo, bazolismo, irizzazione. Dal gioco di sponda tra Palazzo Chigi e ministero delle Infrastrutture nella vicenda Autostrade-Abertis alla guerra dell’Anas (quel gioco con cui furono aggirate le perplessità di molti alleati in materia), fino al dossier Alitalia. Dossier che De Giovanni ha seguito in prima persona, con una commissione informale sulla privatizzazione e sulla contestuale riforma del trasporto aereo (da cui emerse, per l’appunto, il ”piano De Giovanni”), in cui il ministro Alessandro Bianchi svolse un ruolo sostanzialmente analogo a quello svolto da Di Pietro nella partita Autostrade. Facile pensare, pertanto, che De Giovanni abbia avuto un ruolo nella nomina di Berardino Libonati alla guida della compagnia, per condurre quella privatizzazione che ha suscitato l’interesse – tra gli altri – di Carlo De Benedetti, secondo molti oggi ben piazzato in gara al fianco di Carlo Toto (con l’appoggio di Intesa San Paolo). Per capire chi è Daniele De Giovanni non bisogna però ascoltare le voci, ma leggere. In particolare il mensile ”I love Sicilia”. Numero del gennaio 2007. Titolo di copertina: ”Alto profilo - E’ palermitano, si chiama Daniele De Giovanni, è il braccio destro di Prodi. Fra qualche giorno sentirete parlare di lui. E’ l’uomo che cambierà il volto al trasporto aereo italiano. Partendo da Alitalia”. All’interno, prima di alcune sue significative dichiarazioni (’Con il presidente ho un rapporto filiale”), si spiega che De Giovanni per Prodi è ”un’ombra rassicurante”, che ”occupa la stanza più vicina al Professore. E non è un caso”, e che i due sono ”una cosa sola”. E ancora: ”Con Angelo Rovati e Silvio Sircana formava la cerchia strettissima dei fedelissimi del Prof. a Palazzo Chigi. Dopo l’uscita di scena di Rovati a seguito del caso Telecom, sul fronte economico è rimasto solo lui come ombra del premier”. Adesso è rimasto solo lui e basta. Su tutti i fronti. E la scheda che accompagna l’articolo, molto utilmente, lo presenta così: ”Daniele De Giovanni è nato a Palermo, 46 anni fa. E’ capo dell’ufficio del presidente del Consiglio, il più stretto collaboratore di Romano Prodi, col quale ha lavorato all’Iri. Successivamente è stato in Alitalia, come responsabile delle strategie, e in seguito ha lavorato per importanti gruppi del settore delle telecomunicazioni”. (Francesco Cundari, Il Foglio 29/3/2007)
Pochi maneggiano le patate bollenti come Daniele De Giovanni da Palermo, classe 1961, allievo, assistente personale, eminenza grigia per vocazione. […] De Giovanni è un siciliano umbratile, l’uomo invisibile del quale nessun giornale ha mai pubblicato una foto. Sircana è un piemontese allampanato con la passione della chitarra e il piacere della vita nascosto sotto l’aria ascetica. Tanto diversi nel fisico, nel carattere, nel comportamento, condividono un tratto biografico fondamentale che ha segnato il loro destino: sono tutti uomini dell’Iri. […]De Giovanni è diventato il magister cubiculi dell’impero Romano. Da vera eminenza grigia, non si espone, raccorda, cuce, consiglia. La sua presenza passa inosservata, forse proprio per questo di lui Prodi si fida ciecamente. […]Daniele De Giovanni dal quale Prodi non si separa mai, tanto da farsi accompagnare il 16 aprile scorso, durante il viaggio in Asia, fin nel giardino zen dell’imperatore Akihito […]De Giovanni è diventato il magister cubiculi dell’impero Romano […]De Giovanni cura i dossier bollenti, Rai compresa. Insieme con Rovati ha cercato di portare alla direzione generale Antonello Perricone, palermitano, gran manager dell’editoria, direttore generale Rcs, ritenuto da Prodi più tosto nei confronti di Mediaset (e dello stesso partito Rai). […]Nessuna colpa può ricadere su De Giovanni che invece si è mosso bene in Telecom con Bernabè e ora sta pilotando Alitalia verso Air France, la soluzione preferita da Prodi o verso Air One finanziata da Intesa, banca definita prodiana. L’uomo ombra lavora fianco a fianco con un tecnico Iri come Maurizio Prato (Il Foglio 08/12/2007, pag.III Stefano Cingolani)