Frammenti, 2 settembre 2010
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FRAMMENTO DEI FRAMMENTI CHE RISPONDONO ALLA VOCE "DE BUSTIS, VINCENZO"
•2000
Nel 2000, il manager statale con il reddito più alto è stato Franco Tatò, Enel (ora alla Hdp): 4 miliardi 369 milioni di lire (2 milioni 256 mila euro). [...] Terzo Vincenzo De Bustis, Mps: 2 miliardi e 560 milioni di lire (1 milione 322 mila euro).
Matteo Legnani, "Libero" 21/11/2002, pagina 10.
•2005
No, i soldi si sa chi glieli ha dati. Perché quando la Consob l’ha convocato per chiedergli spiegazioni, non è che poteva continuare a fare lo gnorri. La francese Société Générale avrebbe concesso fidi per ”800 milioni”. Altri 450 milioni ce li avrebbe messi la la Popolare Lodi. Ma la parte più sostanziosa, un miliardo di euro, ce l’ha messa Deutsche Bank. Che in Italia è guidata da Vincenzo De Bustis, molto vicino, guarda caso, a D’Alema. [6]
[6] Vittorio Malagutti, ”L’Espresso” 2/6/2005;
[...] le scalate ad Antonveneta, Res e Bnl sono finanziate dalla Deutsche Bank, la banca rappresentata in Italia da un altro amico intimo di D’Alema: Vincenzo De Bustis, il banchiere passato in pochi anni da ammistratore della Banca 121 (ex Banca del Salento, l’istituto ora sotto processo per aver rovinato centinaia di risparmiatori con spericolati prodotti finanziari denominati My way e Four you) al vertice del Monte dei Paschi di Siena (banca molto vicina ai Ds) e di li nel 2003, dopo aver ampiamente scontentato i banchieri rossi senesi, alla poltrona di amministratore della Deutsche Bank per gli affari italiani. Nel 2001 De Bustis fu anche uno dei registi del comitato per l’elezione di D’Alema a Gallipoli, e alla fine festeggiò con lui la vittoria in piazza. Ora, con la Deutsche, finanzia Fiorani (400 milioni di euro), Consorte (acquistando il 5 per cento di Bnl, valore 400 miliardi di euro) e persino Ricucci (una linea di credito di almeno 350 milioni di euro). Ma viene dato in uscita anche dalla banca tedesca. E si dice che Consorte sia pronto a sistemarlo al vertice della Bnl, non appena l’avrà incamerata, mentre Ricucci dovrebbe entrare nel nuovo consiglio d’amministrazione. [...] Yegli stessi giorni Vincenzo Visco frenava di brutto: "Dimissioni? E una decisione che Fazio deve valutare a livello personale. In ogni caso vanno considerati i riflessi negativi di un atto di tale gravità sulla credibilità del paese. Bisognerebbe che tutti si muovessero con più riserbo ed equilibrio in questo momento. [ ... ] Evidentemente Fazio ritiene questi comportamenti non solo legittimi, ma anche non disdicevoli. Al momento io non vedo illeciti in senso stretto. [ ... ] Il mio partito ha detto fin troppo: spetta al governo revocare il mandato, se intende farlo, non all’opposizione. [ ... ] Non c’è stata una richiesta di dimissioni da parte dei Ds. [ ... ] La cosa migliore sarebbe un’autoriforma della Banca d’Italia ... " (Corriere della Sera, 4-8-2005).
Marco Travaglio, Micromega 5/2005
In seguito Gronchi non si trovò in linea con l’arrivo di Vincenzo De Bustis, che portava in dote la Banca del Salento (ridenominata Banca 121) e si trasferì alla corte di Gianni Zonin, come direttore generale della Banca Popolare di Vicenza, sempre come capo della struttura operativa. [...] Tra gli avi di Gronchi, Giovanni politico democristiano di origini toscane eletto presidente della Repubblica nel 1955. [...]» Andrea Greco, “la Repubblica” 8/10/2005
E siccome l’alleanza deve fondarsi anche sugli uomini, ecco che qualche nuova stella comincia a brillare. Per esempio quella di Vincenzo De Bustis, manager della Banca del Salento (il collegio elettorale di D’Alema), che il presidente del Consiglio tiene in grande considerazione.
CorrierEconomia 19/12/2005, pag.7 Sergio Rizzo
•2006
Adesso, secondo alcune indiscrezioni, le attività della sede italiana di Deutsche Bank, guidata da Vincenzo De Bustis, ex amministratore delegato di Banca 121 e direttore generale di Monte dei Paschi di Siena, sarebbero anche sotto la lente della Bundesbank, la banca centrale tedesca.
Il Foglio 12/01/2006, pag.3
Ma anche al suo top manager, Vincenzo Figarola De Bustis, l’uomo che in qualità di direttore generale riuscì a farne esplodere il reddito grazie a una serie di prodotti di ingegneria finanziaria dai nomi invitanti quali Btp-tel o Btp-index. De Bustis fu subito cooptato nel management del Monte, arrivando a prenderne il timone in qualità di direttore generale, caso più unico che raro di manager di soggetto acquisito che prende il controllo del soggetto acquirente. Una spiegazione c’era. Ed era anche logica: se la Banca del Salento era quel gioiello che si diceva, il merito era infatti di De Bustis. [...] Ecco cosa si legge in un rapporto interno redatto dall’Ispettorato Vigilanza della Banca d’Italia in occasione dell’ispezione fatta alla banca salentina alla vigilia del suo acquisto: "Dotato di una visione anticipatrice dell’evoluzione dell’attività bancaria... l’ing. De Bustis si è rapidamente affermato come il soggetto trainante del cambiamento, portatore di una "mission" volta ad affermare una nuova fisionomia aziendale tesa all’innovazione e alla competizione sui mercati aperti".
Insomma, all’epoca dell’asta per la Banca del Salento, De Bustis era considerato un astro nascente della finanza nazionale. Ei nuovi prodotti di ingegneria finanziaria da lui introdotti sul mercato erano ritenuti una vera e propria manna finanziaria.[...] In un’intervista a Il Sole 24 Ore, Vincenzo De Bustis ha attribuito la colpa di questa "attività di vendita non diligente" alla rete commerciale sostenendo che "è stato dimostrato che la banca aveva fornito tutte le necessarie informazioni". Ma non è quello che ha dichiarato alla magistratura l’ex dipendente della banca salentina Enrico Battaglia: "La politica dell’istituto di credito era quella di collocare a tutti i costi i prodotti finanziari suddetti alla clientela... Per l’inserimento al terminale di operazioni strutturate il sistema richiedeva... la propensione al rischio... Tali condizioni non erano però discusse con il cliente al momento della sottoscrizione del contratto. Per quanto mi risulta infatti la documentazione era spesso firmata in bianco".
Claudio Gatti, Il Sole-24 Ore 27/9/2006, pagina 38
Anche Vincenzo De Bustis gode della stima del vicedirettore dell’Unità (’un banchiere vivace e di successo”), ma con Consorte c’è una identità di vedute imbattibile [...]» (Nunzia Penelope, ”Il Foglio” 3/1/2006).
•2007
Vincenzo De Bustis, invece, il 17 maggio del 2006 ha spiegato di aver conosciuto il raider romano [STEFANO RICUCCI, NDR] «nel 2002 quando aveva chiesto un finanziamento».[...] Deutsche Bank, invece, sottolinea come nei verbali di Ricucci pubblicati vi siano «circostanze infondate» e la banca e il suo amministratore delegato, Vincenzo De Bustis, «hanno conferito mandato ai propri legali di fiducia affinché verifichino gli estremi per eventuali azioni legali».
Marino Bisso - Emilio Randacio, la Repubblica 22/6/2007
•2009
In quello stesso giorno, secondo una fonte presente al congresso, Tarantini avrebbe accompagnato Vincenzo De Bustis, ex numero uno di Deutsche Bank Italia e poi proprietario della Banca Federiciana di Andria, a un breve incontro con il premier Silvio Berlusconi.
Da "Affaritaliani.it" e Carmine Fotina per "Il Sole 24 Ore"- rilanciati da dagospia 23 giugno 2009