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 2010  settembre 01 Mercoledì calendario

LA VERITÀ NELLA STANZA DI SARAH FRA TACCHI, PELUCHE E DIARI SEGRETI - AVETRANA

Su una lavagnetta l´ha scritto in tedesco, con qualche errore, ma in tedesco. Mentre sulle pagine di un diario l´ha scritto in dieci maniere diverse: ti amo, in tutte le lingue del mondo. Ai muri della sua stanza, piccola, incasinata, colorata, una stanza da ragazzina, ha ovunque Avril Lavigne, che non è soltanto una cantante canadese ma è un mito, bellissima, bravissima. Nei cassetti dei suoi comodini, sotto il letto incastonato in un vecchio armadio in legno, conserva i diari con i disegnini, i cuori e poi i testi delle canzoni, di Avril, chiaramente. Ovunque - sulla carta, sulle lavagnette, sulla scrivania - c´è la sua firma, Sarah, con l´h, perché al particolare presta attenzione, dice che così non sembra nata ad Avetrana.
Questa è la stanza di Sarah Scazzi, 15 anni, la stanza di una ragazzina sparita. Dicono gli investigatori che qui dentro, in mezzo a questi colori, tra i tacchi e i peluche, nascosti nei poster di Avril ma anche di Marilyn Manson o Dirty Dancing, possa esserci la risposta a una serie di domande. Possa esserci una verità. Sarah è sparita. Il 26 agosto, alle 14,30, era appena uscita di casa, aveva le cuffie attaccate al telefonino, un asciugamano in uno zaino nero, le infradito. Portava maglietta e pantaloncino rosa, per strada non camminava un´anima. Doveva andare a fare un bagno, qui il mare è bellissimo, chissà ora dov´è finita. Sarah la cercano tutti da giorni, i genitori e gli amici, i carabinieri e la polizia, quindicimila persone hanno condiviso la sua fotografia sul profilo di Facebook, i mitomani chiamano, ogni tanto su Avetrana si sentono i rumori degli elicotteri alla ricerca di uno spillo. Per il momento niente.
«Me l´hanno rubata» piange la madre, Concetta Serrano Spagnola, 49 anni, parole poche e affannate, capelli rossi, una fede da testimone di Geova. «L´hanno rapita» è sicura la cugina, Sabrina Misseri, 22 anni, che ieri è stata ascoltata per un paio d´ore dai carabinieri per cercare di capire qualcosa di più. Sabrina quel pomeriggio aspettava Sarah a casa. Le ha mandato un messaggino per ricordarle di prendere l´asciugamano, poco dopo ha ricevuto uno squillo d´assenso. Tra le due case quattrocento passi. Poi il telefono si è spento e Sarah è sparita.
Dov´è Sarah? Chi ha preso Sarah? E soprattutto, chi è Sarah? Com´è prassi, quando si annusano le tragedie, giù al paese tutti dicono: «Una brava ragazza». Quindici anni, e quaranta chili nemmeno, i capelli biondi, lo smalto nero. Una vita normale da ragazzina metropolitana di provincia, il tempo passato tra l´istituto alberghiero di Maruggio e la campagna dove spesso lavorava, raccolta dell´acinino, 30 euro a giornata. Il sogno di essere una metropolitana e la certezza di vivere nella provincia della provincia. Avetrana è un paese che non esiste. Un budello di strade inestricabile - «ecco perché - dicono i carabinieri - se qualcuno ha preso Sarah era qualcuno del luogo, qui non si arriva per caso» - che è Salento ma in realtà non lo è. Il mare, meraviglioso, di San Pietro o Porto Cesareo è a pochi chilometri, il sogno è lì. Nessuno viene ad Avetrana, «uno che ci viene a fare qua?» ammette un vecchio. Sarah, invece, vive ad Avetrana. Insieme con la mamma. Il papà è 11 mesi all´anno a Milano, dove lavora come muratore con l´altro figlio. Di recente la famiglia aveva ereditato 100mila euro.
Sarah voleva scappare? «No, stava benissimo qui». Sabrina è la cugina, porta il piercing che ad Avetrana significa che hai un perché. Di Sarah sa tutto. Vivevano in simbiosi. Si svegliava la mattina? Sarah andava da lei. Dopo pranzo? Sarah andava da lei. La sera? Sarah usciva con lei e con i suoi amici, un gruppo di 22enni, «era la mascotte» dicono ora, ma dato che la risposta è per lo meno anomala i carabinieri vogliono capire e così li hanno interrogati tutti, ieri. Poi hanno anche sequestrato i ben tre profili Facebook di Sarah. Il computer no, perché non ce l´aveva. A gestire le pagine erano alcune sue amiche che mettevano foto e rispondevano ai messaggi. E anche questa è una cosa che non torna. A proposito, hanno preso anche i diari degli ultimi tre anni. «Se lo sa Sarah, si incazza» ammette la madre. Avril alle pareti per fortuna gliel´hanno lasciata. Le canzoni pure: Complicated, Girlfriend e la colonna sonora di Alice nel paese delle meraviglie, la favola nera di Tim Burton. Sarah ci va matta.