Galapagos, il manifesto 31/8/2010, 31 agosto 2010
PREDATORI FARMACEUTICI
I mercati borsistici sono in crisi, la crescita mondiale rallenta, ma c’è chi approfittando del momento negativo cerca di irrobustirsi andando a caccia di settori e aziende innovative che in futuro potrebbero garantire grossi profitti. L’ultima scalata è quella che sta tentando il gruppo farmaceutico francese (sesto al mondo) Sanofi-Aventis sulla statunitense Genzyme, terzo gruppo mondiale nel settore biotecnologie.
Alcuni particolari dell’operazione sono stati resi noti ieri dal direttore generale del gruppo francese, Henri Termeer, spiegando che Sanofi-Aventissta considerando tutte le opzioni per questa transazione, compresa un’offerta pubblica - ostile - di acquisto. Al momento i francesi hanno messo sul piatto 18,5 miliardi di dollari 869 dollari per azione) ma la posta potrebbe salire perché dall’altra parte della barricata c’è una vecchia volpe della finanza che risponde al nome di Carl Ichan.
E’ da circa un mese che i francesi fanno apertamente la corte al gruppo statunitense. Il 4 agosto, infatti, il Wall Street Journal pubblicò la notizia di una lettera spedita ai vertici della Genzyme nella quale si proponeva una fusione tra i due gruppi o, in subordine, la cessione del gruppo statunitense ai francesi in cambio di 18,5 miliardi di dollari, circa 70 dollari per azione, il 30% in più di quanto il titolo quotava il 22 luglio. Secca la risposta dei vertici della Genzyme: grazie no, la società vale molto di più. In effetti dai primi giorni di agosto il valore del titolo ha cominciato a salire, superando la quota di 70 dollari per azione. Ma questo non significa che Genzyne valga attualmente questi valori, ma unicamente che in borsa - fiutata la possibilità di rilanci da parte dei francesi - molti hanno cominciato a comprare spingendo all’insù le quotazioni del titolo. Che, d’altra parte, un anno fa valeva più di 80 dollari. Di qui la proposta pubblica lanciata ieri che non modifica, però, l’importo complessivo offerto. Ma l’offerta è stata - altrettanto pubblicamente - rifiutata.
Il consiglio di amministrazione di Genzyme ha di nuovo detto no all’unanimità all’Opa di Sanofi-Aventis. Genzyme ha motivato la decisione giudicando la proposta «irrealistica» e «sottovalutata», dal momento che non tiene conto dei progressi compiuti recentemente dalla società sulle linee produttive. Il riferimento è a un incidente avvenuto lo scorso anno in uno stabilimento dell’azienda a Boston che oltre a provocare problemi seri di contaminazione, limitò di molto la capacità produttiva, spingendo al ribasso le quotazioni del titoli, abbondantemente sotto gli 80 euro che valeva fino al giorno dell’incidente. Ora la Genzyme è in ripresa è vuole monetizzare i guai subiti.
Insomma, è solo questione di soldi: sembra, infatti, che il Cda del gruppo farmaceutico Usa sia disposto a ceder la società a un prezzo più alto, attorno agli 80 dollari per azione. Di fatto ora la parola torna ai francesi: o mettono le mani in tasca e rilanciano oppure vanno allo scontro aperto con una Opa ostile che rischia di fallire miseramente.
Ma perché il gruppo francese vuole allargarsi e conquistare la piccola (nei suoi confronti) società statunitense? Alla Sanofi-Aventis i soldi non mancano: a luglio ha presentato i conti del secondo trimestre che evidenziano un utile di quasi 2,5 miliardi di euro con un aumento del 7,6% rispetto allo stesso periodo del 2009. Ma dietro l’aumento degli utili c’è una situazione non brillante a causa della prossima scadenza di alcuni brevetti. Questo significa che tra non molto i francesi subiranno la concorrenza dei prodotti generici.
Non a caso Chris Viehbacher arrivato alla guida di Sanofi nel 2008 sta perseguendo una politica di alleanze e acquisizioni (33 nel 2009) per cercare di diversificare i prodotti. E l’opportunità di mettere le mani su una società di biotecnologie (la Genzyme) è ghiotta e potrebbe aprire nuove possibilità di profitti futuri enormi in un settore produttivo fortemente innovativo nel quale gli statunitensi sono all’avanguardia. Tra l’altro sono molto impegnati nello studio e nello sviluppo di farmaci per il trattamento e la cura delle malattie rare e hanno sponsorizzato anche l’ultimo film «Misure straordinarie» con Harrison Ford e Brendan Fraser ispirato alla storia vera di una famiglia colpita dalla rara malattia di Pompe (o glicogenosi di tipo II) presentato in anteprima in aprile a Modena città che ospita la sua unica sede italiana.