GLAUCO MAGGI, La Stampa 1/9/2010, pagina 14, 1 settembre 2010
Troppo poveri per avere un figlio - «Sei gemellini alla conquista di New York», ispanici e nati a fine 2008
Troppo poveri per avere un figlio - «Sei gemellini alla conquista di New York», ispanici e nati a fine 2008. Ma quando il 14 settembre sul canale Tlc partirà lo show sulle traversie della vita della famiglia Caprio, nei Queens, l’America assisterà ad un «reality» show che riflette un sogno, non la realtà dell’anagrafe Usa. Le nascite si sono rarefatte, proprio a partire dal 2008, dopo il record del 2007, ed ora sono a un minimo storico. Gli esperti hanno un colpevole in cima alla lista, la recessione economica che ha fatto cancellare a tanti l’idea di avere figli. Non oggi almeno, con la disoccupazione oltre il 16%, se si contano i dipendenti part-time per forza e chi non cerca più neppure l’impiego. Del resto, la soluzione trovata da Victor Caprio (operaio da 1800 dollari al mese con gli straordinari) e sua moglie Digna per mantenere i nuovi arrivi è unica: farsi invadere la casa da una troupe tv per documentare gioie, e problemi, della prima coppia di latinos-americani alle prese con sei marmocchi frutto di un parto naturale. E Joel, Justin, Jezreel, Jayden, Genesis e Danelia, quattro maschi e due femmine, si sono aggiunti al primogenito Victor J. di nove anni. Negli Usa il calo dei parti come risultato delle crisi economiche è una costante storica, a dimostrazione del nesso. Ma in questa occasione sono stati toccati cali mai visti da un secolo. Il tasso delle nascite è crollato per il secondo anno di fila, del 2,6% nel 2009, anche se la popolazione è cresciuta grazie all’immigrazione, ha comunicato qualche giorno fa il Centro per le Statistiche della Salute. In cifre assolute i parti sono stati 4.136 milioni un anno fa, rispetto ai 4.247 nel 2008 e ai 4.3 nel 2007. Stephanie Ventura, la demografa che ha steso il rapporto, ha commentato che «è un declino significativo per un solo anno, e costante mese su mese sul 2008». Il tasso, che tiene conto dell’incremento dei cittadini, è sceso al 13,5% di nascite ogni mille persone nel 2009 rispetto al 14,3% del 2007, ed è ben sotto la metà del 30% registrata nel 2009, quando le famigle alla Caprio erano numerose. Se si pensa che, in assoluto, nel 2007, era stato toccato il numero record di parti nella storia Usa, il dietrofront del biennio successivo non può essere spiegato che con l’ambiente economico-sociale deteriorato dalla recessione, avviata proprio nel dicembre 2007. «Quando l’economia è in cattivo stato e la gente si sente a disagio pensando al proprio futuro, tende a posporre la decisione di avere figli», ha spiegato Andrew Cherlin, professore di sociologia alla Johns Hopkins University. «L’avevamo visto nel corso della Grande Depressione degli Anni Trenta, e stiamo assistendo allo stesso fenomeno nella Grande Recessione di oggi. Ci vorranno un po’ di anni per ribaltare il trend». Il tasso cadde sotto il 20 su 1000 persone nel 1932 e non risalì fino ai primi Anni Quaranta. Scorrendo le statistiche da allora, si nota che subito dopo ogni altra recessione - nel 1981-82, nel 1990-91 e nel 2001 - si sono sempre verificati raffreddamenti nel numero dei parti. La crisi attuale «è senza dubbio un deterrente» per le famiglie a procreare, ha confermato Michael Cabbad del Brooklyn Hospital Center, dove le nascite si sono ridotte dalle 2800 del 2008 alle 2500 dell’anno passato. Il Guttmacher Institute, che studia le problematiche della salute in relazione alla maternità, ha condotto un sondaggio tra donne di classe media e bassa: circa la metà ha detto di voler rimandare la gravidanza o di ridurre il numero dei figli in programma per preoccupazioni di natura economica e, tra le «rinunciatarie», 50 su 100 hanno aggiunto che la recessione le ha rese più consapevoli nell’uso dei contraccettivi. Un secondo fattore ipotizzato dagli esperti è il calo di nuovi immigrati, a sua volta provocato dal minore richiamo del mercato del lavoro negli Usa a causa della recessione. L’America, comunque, «ha ancora un tasso di nascite più alto degli altri Paesi sviluppati - ha rassicurato Cherlin - e non dobbiamo preoccuparci troppo». Un ruolo positivo è l’aumento delle mamme «over 40», per le quali il tempo stringe: nel 2008 sono fortemente aumentate in percentuale.