Varie, 1 settembre 2010
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Porfidia Americo
• Caserta 7 aprile 1954. Politico. Nel 2006 e 2008 eletto alla Camera con l’Italia dei Valori. Messo sotto accusa da Raffele Cantone per il 416 bis (criminalità organizzata di stampo camorristico), nel 2009 si dimise dal partito • «[...] nome da avventuriero della Cuba precastrista e solidi studi da medico cardiologo [...] sindaco più volte rieletto di Recale in provincia di Caserta, piccolo comune agreste dai dolci declivi e dalle feroci tradizioni alchimistiche (le leggende locali narrano di stregoni, pozioni, guaritori e conciaossa) [...] indagato per camorra dal magistrato amato da Roberto Saviano, Raffaele Cantone. [...] Ex Ccd [...] era arrivato all’Italia dei valori alla vigilia delle primarie prodiane, lavorando con successo, dicono i colleghi, per tirare su voti in Campania – e chi lo conosce racconta di una passione antica per l’impegno civico, coltivato assieme al fratello Domenico negli anni dell’adolescenza, di pari passo con l’hobby delle manifestazioni canore tipo “Zecchino d’oro”, di cui Americo organizzava edizioni-clone nel paese natio. [...]» (Marianna Rizzini, “Il Foglio” 6/1/2009) • «[...] I primi rumors su di lui erano usciti [...] quando era stato arrestato l’imprenditore Alfredo Romeo. Ma Romeo non c’entra nulla. Al centro di questa storia c’è la clinica Villa del Sole di Caserta, colosso da 14 milioni di fatturato. Una gallina dalle uova d’oro contesa tra le due famiglie più potenti della zona: da un lato i Porfidia e dall’altro i Maccauro. Entrambe con interessi nella clinica, entrambe con un medico e un politico in famiglia. Il pacchetto di maggioranza del centro medico appartiene all’imprenditore Pietro Riello e alla famiglia mastelliana dei Maccauro (uno dei fratelli, Pino, è presidente provinciale dell’Udeur). I Porfidia stavano per essere messi in minoranza ma volevano restare nella stanza dei bottoni. Secondo i pm della Dda di Napoli, Catello Maresca e Alessandro Cimmino, in questa battaglia Porfidia avrebbe approfittato dell’appoggio dei boss. Che ben conoscevano l’importanza della partita in corso, anche perché alcuni familiari di esponenti della criminalità in passato hanno lavorato nella clinica. Il pressing fu attuato nel giugno 2004, secondo i pm, dal boss Gaetano Piccolo di Marcianise, alleato del clan Belforte federato ai Casalesi, e dal boss di Recale, Antimo Perreca. A Recale, un paese di 7 mila abitanti tra Napoli e Caserta, circondato da terreni agricoli e discariche abusive, Porfidia è anche sindaco. Nel centro storico spicca villa Porfidia, residenza del ’700. Il lavoro scarseggia e il sogno di tutti è essere assunti a Villa del Sole. I pm considerano Porfidia mandante delle minacce assieme al boss Perreca che avrebbe fatto avvicinare il direttore sanitario dai suoi uomini prima nel suo ufficio nella clinica e poi nel garage della casa di cura. Infine sarebbe stata minacciata anche la moglie del direttore, “spendendo ripetutamente l’appartenenza al clan dei Casalesi”. Visto che il direttore non mollava, gli uomini del boss lo accompagnarono presso l’abitazione del camorrista Gaetano Piccolo per minacciarlo. Il movente secondo i pm sarebbe stato il tentativo di Porfidia di non essere messo in minoranza “con conseguente perdita della capacità di gestione della stessa e delle conseguenti e connesse attività economiche”. La spallata societaria comunque fallì e Porfidia si dimise dal cda. [...]» (Gianmaria Roberti, “il Fatto Quotidiano” 26/11/2009).