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 2010  settembre 01 Mercoledì calendario

CITTÀ, LA VIA VERDE DEGLI USA

L’economista usa Jeremy Rifking l’ha detto chiaro: la cosiddetta green economy ha uno dei suoi fulcri nel rinnnovamento dell’edilizia. Nella sua teoria, in sintesi, gli edifici potranno smettere di essere energivori, ciò consumatori di energia, e per questo essi stessi inquinanti. Potranno, invece, diventare essi stessi produttori di energia.
Non solo quella che serve per gli abitanti delle case che ospitano. Di più. Messi in rete, potranno creare un network per la produzione diffusa di energia pulita grazie a sistemi integrati di fonti energetiche alternative, rinnovabili, dal solare al fotovoltaico all’eolico. Una rivoluzione. E’ questa la strada che l’economista americano ha indicato per l’industria delle costruzioni. Sulla green economy ha puntato il presidente Obama, ma il suo portentoso piano non riesce a decollare. A Venezia, il padiglione Usa, alla 12° mostra intrnazionale di architettura organizzata dalla Fondazione Biennale di Venezia, presieduta da Paolo Baratta, e diretta, per la prima volta da una donna, la progettista giapponese Kazuko Seijima, mette in mostra le potenzialità dell’edilizia verde e i suoi teoremi. Così, con semplici tavole, vengono esposti vari modelli di case, condomini, villette, fino ai grattacieli, in pratica città verticali, che vengono indicati come cellule autonome di produzione non solo di energia e di riutilizzo delle acque (sia reflue che fognarie depurate all’interno dei singoli edifici con fitosistemi), ma anche come superifici da coltivare, dall’orto agli alberi da frutto.
L’eco-sostenibilità e l’attenzione al territorio unite alla leggerezza sono i temi della curatrice Seijima, la guerriera giapponese dell’architettura. Ma la green economy nel padiglione americano ai Giardini prende in considerazione anche la possibilità di trasformare il trasporto urbano per il rifornimenti alimentari delle città d’acqua, che qualcuno, in una passata Biennale aveva voluto indicare come le città del futuro. In una città come New York, il trasporto urbano potrebbe trovare un drastico ridimensionamento, con consistente riduzione di inquinamento, se venisse incrementato l’uso di navi intorno all’isola di Manhattan. Navi verdi, perchè nelle visioni dei progettisti Usa, possono ospitare coltivazioni di frutta, verdura, da vendere subito, in ragione della teoria delle produzioni a chilometro zero. Non basta, accanto agli alberi sulle navi figurano anche i pali per la produzione di energia eolica. Un trasporto che per i progettisti dovrebbe sostituire l’attuale, inquinanante, on the road, permettendo di liberare spazio nella città soffocata dalle auto e di aprire a nuovo verde pedonale e ciclabile tra gli edifici, per rendere più vivibile la città.